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L’auto che si guida da sola non potrà partire se il conducente ha bevuto

Le macchine autonome con l’autopilota, con un sistema “intelligente” oppure con la guida assistita, sono il futuro dei trasporti. Il Senato degli Stati Uniti ha deciso che in questi veicoli, entro tre anni, andranno introdotti sistemi di rilevazione della guida in stato di ebbrezza

Le auto a guida autonoma, oltre ad essere il futuro dei trasporti, possono essere usate per evitare di far circolare conducenti in stato d’ebbrezza. Alcuni recenti casi riportati su social,dimostrano come queste autovetture “intelligenti” siano state in grado di fermare un’auto in corsa perché al volante c’era qualcuno che aveva alzato troppo il gomito, salvando così la vita del conducente ma anche di molte altre persone.

Come sottolinea il sito ufficiale Waymo, l’autovettura autonoma di Google, “la guida autonoma non significa nulla senza una guida sicura.” Circa 1,35 milioni di persone al mondo perdono la vita ogni anno a causa di incidenti stradali, e negli Stati Uniti il 94% di questi avvengono per un errore umano. L’idea di Waymo, come quella di Tesla e delle altre auto intelligenti in via di sviluppo o già in commercio, è proprio quella di dare un’alternativa sicura ai consumatori, rendendo la guida più semplice, assistita e in alcuni casi completamente computerizzata.

Le macchine autonome sono diverse da quelle che hanno il sistema integrato dell’autopilota. Infatti, l’autopilota viene inserito dal guidatore, ad esempio in autostrada, e gli permette di “distrarsi” mentre l’auto continua autonomamente. Ma, questo sistema può solamente andare dritto, frenare e fare qualche curva, non ha quindi il fattore decisionale “intelligente.” Le macchine autonome invece sì, sono in grado di portare una persona da una parte all’altra di una città senza alcuna assistenza, possono parcheggiare, frenare, “vedere” un semaforo e un pedone, così come captare quale strada sia migliore e senza traffico. Insomma, un nuovo modo di guidare senza dover guidare.

Il Senato degli Stati Uniti ha compreso quanto possano essere un asset queste autovetture, introducendo così una legislazione in cui “si richiede al Dipartimento dei Trasporti di stabilire un nuovo standard per rilevare e prevenire la guida in stato di alterazione,” come riporta The Verge. “Le disposizioni specifiche dello standard sono vaghe, ma richiederebbe alle auto di ‘monitorare passivamente le prestazioni di un conducente di un veicolo a motore per identificare con precisione se quel conducente può essere compromesso’ e ‘prevenire o limitare il funzionamento del veicolo a motore’ se viene rilevato un peggioramento della concentrazione.”

Il Dipartimento dei Trasporti Usa ha dunque tre anni, come definito dalla proposta, per capire come usare la tecnologia per analizzare quando un conducente non sia in grado di guidare, e inserire il sistema all’interno di tutte le autovetture statunitensi. Esiste già un sistema che comprende quando un guidatore sia compromesso, in base al “peso” sul volante, e che chiama direttamente i soccorsi. Ma uno in grado di capire, in maniera anticipata, se un conducente sia sotto l’effetto di alcolici non è ancora attivo.

Questo nuovo sistema, quindi, sembra essere la nuova frontiera per le macchine “intelligenti” negli Stati Uniti. Una tecnologia che potrebbe, se correttamente integrata nelle automobili, salvare la vita di molte persone ma anche rendere queste autovetture uno strumento di assistenza per l’applicazione della legge a beneficio delle forze dell’ordine – un sistema che potrebbe non piacere a tutti.


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