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Vaccino obbligatorio per tutti i militari. La mossa di Biden

Il capo del Pentagono ha chiesto a Biden di rendere il vaccino anti-Covid obbligatorio per tutto il personale della Difesa americana. Si tratterebbe di oltre 2 milioni di persone, tra militari e civili. Il presidente ha già dato il suo pieno sostegno al piano. L’obiettivo? Mantenere le forze in salute ed evitare di consegnare un vantaggio agli avversari

Joe Biden ha dato nel giro di poche ore il suo “pieno supporto” al piano del capo del Pentagono Lloyd Austin per rendere obbligatorio il vaccino anti-Covid per tutti i militari americani entro metà settembre. “Per difendere la nostra nazione, abbiamo bisogno di forze pronte e in salute”, ha scritto il segretario alla Difesa nel memo inviato ieri al suo staff.

L’obbligo riguarderà tutti i dipendenti del dipartimento, militari e civili, tutto il personale a contratto distribuito tra forze armate e molteplici agenzie. Secondo l’ultimo report finanziario, dipendono dal Pentagono circa 2 milioni di persone: 1,3 milioni di militari distribuiti tra le componenti attive, 800mila unità tra la Guardia nazionale e le forze di riserva, e 777mila dipendenti civili.

La direttiva di Austin segue l’annuncio di Biden di fine luglio, quando il presidente aveva invitato i vari dipartimenti a immaginare nuove regole per il contrasto alla pandemia tra i dipendenti federali, compresa la possibilità di citare in giudizio il personale non vaccinato che si rifiuta di seguire le norme anti-Covid, tra mascherine, distanziamenti e tamponi obbligatori. In quell’occasione Biden aveva chiesto espressamente al Pentagono di valutare “come e quando” la vaccinazione anti-Covid poteva essere inserita tra i vaccini obbligatori per i membri del dipartimento.

Da inizio pandemia, i casi totali nel Paese hanno superato quota 36 milioni. La variante Delta ha impattato anche negli Usa. Secondo il New York Times l’aumento dei casi negli ultimi 14 giorni è stato di oltre il 110%, con un aumento giornaliero medio intorno ai 110mila casi.

“Il segretario Austin e io condividiamo un impegno incrollabile per assicurarci che le nostre truppe dispongano di tutti gli strumenti di cui hanno bisogno per svolgere il loro lavoro nel modo più sicuro possibile”, ha scritto Biden ieri sera. Di più: “Solo negli Stati Uniti sono state somministrate oltre 350 milioni di dosi; essere vaccinati consentirà ai membri delle nostre Forze armate di rimanere in buona salute, di proteggere meglio le loro famiglie e di garantire che la nostra forza sia pronta a operare in qualsiasi parte del mondo”.

Metà settembre è il termine ultimo per l’introduzione dell’obbligo. Potrebbe infatti arrivare già prima, nel caso in cui la Food and drug administration (Fda) approvi formalmente uno dei vaccini che il governo ha autorizzato in via emergenziale. Il via libera della Fda (per Pfizer) potrebbe arrivare entro la fine d’agosto, ha detto ieri John F. Kirby, responsabile stampa del Pentagono, aggiungendo che il promemoria di Austin ha soprattutto l’obiettivo di spingere i dipendenti del dipartimento alla vaccinazione volontaria già disponibile. Secondo i dati forniti dal Pentagono, il 73% dei membri in servizio attivo ha ricevuto almeno una dose di vaccino, superiore alla media nazionale. Fino a mercoledì scorso risultavano pienamente vaccinati oltre 1,3 milioni di dipendenti, tra militari e civili.

A rafforzare il messaggio di Austin è stato tra gli altri il capo di Stato maggiore della Difesa, Mark Milley, che ieri ha voluto inviare una sua nota ai militari in servizio: “Vaccinarsi contro il Covid-19 è una questione-chiave per la prontezza delle forze”. Il generale ha notato anche che l’obbligo vaccinale “non è nuovo per le forze armate”, responsabili “della sicurezza e della salute degli altri”.

La stampa americana nota che l’introduzione del nuovo obbligo potrebbe innescare le rimostranze di una parte del Partito repubblicano, quella che resta ostile all’obbligatorietà della vaccinazione al motto di “my body, my choice”. Tra i primi a commentare il memorandum di Austin c’è stato però Mike Roger, repubblicano dell’Alabama, a guida dell’opposizione del comitato Armed services della Camera dei rappresentanti: “Lo smartworking non è un’opzione per i militari che lavorano ogni giorno a confronto con i nostri avversari”. Inoltre, ha aggiunto, “abbiamo già visto gli effetti negativi del Covid-19 sul grado di prontezza delle nostre forze; gli avversari si prenderanno ogni vantaggio possibile e noi non possiamo permettere che la pandemia sia per noi un ostacolo”.



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