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Quello che la cybersecurity non vede. Scrive Jerian (Amped)

Di Martino Jerian

Utilizzando meglio i filmati di videosorveglianza si possono ottenere informazioni preziose per le forze dell’ordine. Il punto di Martino Jerian, Amministratore di Amped Software, azienda specializzata nello sviluppo di software per analisi forensi

 

La cybersecurity può dare di più sfruttando altre potenzialità sviluppate in questi anni, ad esempio nella videosorveglianza e nell’analisi dei filmati da essa prodotti. Questi possono essere utilizzati come materiale a supporto di indagini che minano la sicurezza nazionale. Ebbene, anche qui la cybersecurity è indispensabile come già sanno gli addetti ai lavori: investigatori, tecnici e esperti delle Forze dell’Ordine e di altre agenzie governative. L’abbinamento virtuoso è meno percepito a livello politico, probabilmente perché la tematica viene considerata troppo tecnica.

In qualità di Amministratore Unico di Amped Software, ho potuto sperimentare quanto sicurezza e videosorveglianza spesso non vadano di pari passo e credo che ci troviamo nel momento storico più adatto per raccontare perché sarebbe fondamentale che formassero un connubio inscindibile.  Provo a illustrare alcuni vantaggi.

I filmati esportati dai sistemi di videosorveglianza, spesso non sono riproducibili “sic et simpliciter”, vengono quindi utilizzati “player” forniti dagli stessi produttori dei sistemi di sorveglianza: ciò può provocare un’ulteriore compressione dei file estratti e quindi portare ad un’erronea interpretazione durante le indagini. Si tratta di dispositivi spesso obsoleti e di dubbia provenienza che possono, anche involontariamente, falsare le informazioni utili in ambito di sicurezza nazionale e pubblica.

Le Forze dell’Ordine si trovano spesso costrette, solo per esaminare un filmato, ad effettuare operazioni molto pericolose dal punto di vista della cybersecurity. La ricerca, lo scaricamento e il test di programmi trovati sul web, pongono un rischio che non va sottovalutato. Inoltre, anche i cosiddetti “Digital Video Recorder” (DVR), benché siano pensati a supporto dell’intelligence, sono spesso connessi a internet, con standard di sicurezza risibili.

Un altro vantaggio dell’abbinata cybersecurity e videosorveglianza riguarda il controllo e il blocco dei cosiddetti deepfakes: tecnologie fondate sull’intelligenza artificiale che permettono di rimpiazzare i volti dei soggetti all’interno dei filmati in maniera automatica e che possono, quindi, viziare il corso delle indagini.

Per concludere, la cybersecurity si associa molto spesso delle penetrazioni di siti internet, data breach e violazione di telefonini con malware. Bisognerebbe però porre estrema attenzione anche ai filmati e alle immagini. Credo che l’Agenzia Nazionale per la Cybersecurity potrebbe essere uno strumento molto importante per arginare e sconfiggere questo genere di attacco.

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