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Innovazione per la Difesa. Il Regno Unito assume nuovi talenti

La Difesa del Regno Unito ha aperto un bando per 300 scienziati, fisici e ingegneri affinché lavorino su intelligenza artificiale, Big data e cyber. Li assumerà il Dstl, un laboratorio impegnato nella ricerca avanzata in campo militare, tra veicoli autonomi e nuovi satelliti. E intanto è operativo il nuovo Uk Space Command…

La Difesa di Sua maestà cerca nuovi talenti. Ben 300 tra fisici, scienziati, ingegneri e esperti di nuove tecnologie, destinati a rinfoltire i ranghi del Defence science and technology laboratori (Dstl), il centro che si occupa di ricerca avanzata in campo militare. È “la più grande campagna di reclutamento degli ultimi anni”, spiega il bando, da inserire nell’impegno a tutto tondo che la Difesa britannica sta dedicando alla sua modernizzazione nell’ambito della visione strategica Global Britain.

IL LABORATORIO

Il Dstl impegna attualmente 4.500 persone, divise tra quattro siti su tutto il territorio generale. Il quartier generale si trova a Porton Down, nei pressi di Salisbury, nel Wiltshire. Dal 2018, il laboratorio è guidato da Doug Umbers, che vanta un lungo passato manageriale in ambito privato tra consulenza e società di telecomunicazioni. Il Dstl si configura come agenzia esecutiva del ministero della Difesa, il cui compito è “massimizzare l’impatto di scienza e tecnologia per la difesa e la sicurezza del Regno Unito”. Ha un suo budget e un suo procurement, concentrato su programmi di ricerca e sviluppo considerati alla frontiera dell’innovazione tecnologica. I nuovi 300 talenti potranno occuparsi di diverse aree: sensoristica spaziale, cyber, elettronica, analisi di Big data, intelligenza artificiale e comunicazioni. Si guarda “in particolare” a persone che hanno già lavorato su tali temi e che “potrebbero non aver mai considerato prima di lavorare nella difesa”. Le candidature sono aperte fino a fine agosto. Nel 2022 ci sarà poi un altro bando.

IL RIFERIMENTO STRATEGICO

Ciò conferma la rinnovata attenzione della Difesa britannica all’innovazione, ormai centrale nel confronto internazionale. Il riferimento strategico è il “Defence Paper” firmato a marzo dal ministro Ben Wallace, un documento che discende direttamente dalla “Integrated Review – Global Britain in a Competitive Age”, presentata una settimana prima da Boris Johnson. Per supportare le ambizioni strategiche da grande potenza e reggere il confronto con gli avversari (Russia in testa), il Defence Paper dedica grande attenzione alle tecnologie dirompenti. A fronte della prevista riduzione del personale (tagli annunciati da 10mila unità), la Difesa aumenterà gli investimenti in innovazione. Nel presentare il documento Wallace parlava di incrementare “robot, droni e armamenti cyber di ultima generazione, guardando al futuro”.

IL FOCUS SULL’INNOVAZIONE

Il piano nel complesso prevede un aumento del budget per la Difesa da 24 miliardi di sterline aggiuntivi in quattro anni, su un bilancio che nel 2020 contava circa 40 miliardi. Si darà priorità a “sviluppo e integrazione di nuove tecnologie”, in aree che comprendono “lo spazio, le armi ad energia diretta e i missili ipersonici”. Sono 6 i miliardi di sterline (in quattro anni) per ricerca e sviluppo, di cui 1,1 specificatamente per scienza e tecnologia (sostanzialmente per il Dstl). D’altra parte, spiegava Johnson lanciando la Global Britain, “dobbiamo preservare il nostro stato di superpotenza scientifica e tecnologica”.

I PROGETTI

A dare sostanza all’ambizione ci sono i più recenti progetti lanciati dal Dstl. Pochi giorni fa il laboratorio ha assegnato un contratto da 1,5 milioni di sterline a Horimba Mira, società che si occupa di automazione in campo automobilistico, per adattare il veicolo Viking (un multi-ruolo 6×6 a guida autonoma) all’individuazione di minacce chimiche, biologiche e radiologiche. Lo scorso anno il Dstl ha acquistato tre di questi veicoli, già dotati di intelligenza artificiale per muoversi in piena autonomia. Rientrano nel programma “Theseus”, teso a identificare soluzioni per logistica avanzata in scenari operativi.

LE COMUNICAZIONI SATELLITARI…

Vale invece 9,5 milioni di sterline il contratto assegnato a In-Space Missions per realizzare il satellite Titania, al lancio nel 2023 per testare “la prossima generazione di tecnologie per le comunicazioni”. Il progetto vuole verificare le opportunità generate dalle “Fsoc”, comunicazioni ottiche in spazio libero che, rispetto alle classiche radio-comunicazioni, ricorrono alle frequenze ottiche o dell’infrarosso, aumentando la quantità di dati che possono essere trasmessi e riducendo i rischi di intercettazione. Titania, che prende il nome dalla regina delle fate del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, comunicherà con Puck, non il folletto, ma una stazione ottica terrestre.

…E IL COMANDO SPAZIALE

L’attenzione per lo Spazio pervade tutta la Difesa del Regno Unito. Il 30 luglio, il ministro per il procurement militare Jeremy Quin ha ufficialmente lanciato il nuovo UK Space Command. Ha sede presso la base aerea di High Wicombe, una cinquantina di chilometri a nord-ovest di Londra, ed è guidato l’Air vice marshal Paul Godfrey. Si configura come comando “joint”, con personale in arrivo da tutte le Forze armate. Lavora su tre aree: operazioni spaziali; addestramento e crescita del personale; capacità e programmi di sviluppo. Insieme al Dstl e allo Strategic Command è inoltre chiamato a lavorare per “assicurare l’integrazione multi-dominio tra i vari ambienti”, evoluzione ormai incontrovertibile per gli affari militari.

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