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Non chiamatele quote rosa. L’inclusione in azienda e le strategie di Corna Pellegrini

Di Valentina Buggio

Per la ceo di Allianz Partners, è giusto incentivare processi che permettano di dare spazio alle donne per occupazione e crescita in azienda garantendo parità salariale e pari opportunità di formazione con una logica meritocratica. Il segreto è creare un ambiente in cui ci sia rispetto di tutte le diversità

CEO di Allianz Partners Italia dal 2011. Da sempre impegnata nella valorizzazione delle donne, dal 2018 è Presidente del Comitato scientifico del Winning Women Institute, dal 2019 è Vice Presidente del Forum della Meritocrazia con cui ha lanciato il Premio Valeria Solesin, dal 2020 Presidente di AICEO. Ha scritto un libro: “FORZA RAGAZZE, AL LAVORO! La parola ai giovani per un mondo equo, inclusivo e meritocratico”. Paola Corna Pellegrini ha unito l’impegno in azienda con quello per l’inclusione e la parità di genere.

Inizi con una laurea in matematica, come mai questa scelta?

Per una passione nata durante i miei studi al liceo classico. Ero alla ricerca di una facoltà che mi permettesse di acquisire competenze da poter poi applicare nel mondo del lavoro, capii che non era sufficiente e così scelsi un master in business administration alla business school del C.U.O.A. in Veneto che mi ha permesso di iniziare la mia carriera nel marketing. Gli studi di matematica mi hanno comunque trasmesso capacità logiche e analitiche che mi hanno supportato durante tutta la mia carriera.

Ne hai tratto insegnamenti?

Il più grande è stato l’accettazione della sconfitta e il divenire resiliente alle sfide della vita. Al liceo i risultati erano proporzionali all’impegno, cosa che non accadde al primo anno di università .Dal secondo iniziai a migliorare, fino a laurearmi con ottimi voti.

Nel mondo del lavoro hai cambiato diversi settori…

Si, è stata una carriera eclettica. Grazie al master sono entrata subito in Henkel ,una delle grandi scuole del marketing , divisione cosmetics. Poi coraggio e curiosità mi hanno portata dalla cosmetica alla farmaceutica fino all’assicurativo. Il mio percorso è stato vario non solo per i cambi di settore ma anche per il passaggio da mercati di beni tangibili a quelli intangibili.

Coraggio e curiosità, due concetti importanti per te…

Fondamentali. Credo siano caratteristiche molto femminili, anche se ho riscontrato che le donne spesso hanno paura di non essere all’altezza e per questo motivo si limitano e tendono ad accettare le situazioni lavorative che hanno.

Team rosa o bilanciati, qual è il tuo pensiero?

Secondo me un team vincente è quello bilanciato, perché offre complementarietà. Ho cercato di applicarlo negli anni. Quando ero in Novartis, avevo un team principalmente femminile e cercai risorse maschili. Fu molto difficile perché allora il marketing nel settore dei farmaci da banco non era ancora all’avanguardia e così molti non avevano il coraggio di abbandonare altre realtà.

Sei Presidente del comitato scientifico di Winning Women Institute che rilascia una certificazione in merito. Cos’è e secondo te serve?

Winning Women Institute è un’associazione impegnata sul tema della parità di genere e rilascia la prima certificazione di gender equality italiana, dopo un attento processo di audit, che attesta la virtuosità di una azienda.  Allianz Partners è tra le 15 aziende, ad oggi, certificate. Credo che serva, un pò come le quote di genere introdotte con la legge Golfo-Mosca (non mi piace chiamarle quote rosa poiché si tratta di bilanciamento di genere e valorizzazione del merito e non di quote imposte per le donne) perché la situazione oggi è di evidente disparità. E’ giusto incentivare processi che permettano di dare spazio alle donne per occupazione e crescita in azienda garantendo parità salariale e pari opportunità di formazione con una logica meritocratica, anche nelle PMI che in Italia rappresentano l’80%.  Le aziende con un buon equilibrio di genere performano meglio: la diversità è un valore e ha un effetto moltiplicatore in termini di risultati.

Credi che questo gap attraverso il Pnrr si potrà ridurre?

Sicuramente, sia la ministra Elena Bonetti che il premier Mario Draghi hanno grande sensibilità sull’inclusione. Con “Inclusione Donna”, un’unione di diverse associazioni di cui faccio parte e che dà spazio alla voce delle donne, chiediamo a questo governo che ogni azione passi attraverso un’analisi a priori dell’impatto di genere. Dobbiamo preoccuparci tutti, perché Global Gender Gap Report del World Economic Forum, che come ogni anno traccia la mappa del divario di genere nel mondo, stima che ci vorranno in media 135,6 anni per raggiungere la parità su una serie di indicatori in tutto il mondo.

Si parla spesso della mancanza di solidarietà femminile sul luogo di lavoro invece la prima persona che ha creduto in te è stata una donna, giusto?

Si, ho avuto due grandi capi che hanno determinato la mia rapida crescita aziendale. La prima è stata Angela Paciello, l’allora direttore marketing in Henkel cosmetics quando io ero brand manager: lei mi promosse al ruolo di dirigente a soli 28 anni. Roberto Bertani invece, che era l’ Amministratore delegato di Novartis Consumer Health Italia, anni dopo mi assunse e mi fece divenire General manager.

Quest’ultima esperienza com’è stata ?

All’inizio ero molto preoccupata perché erano tutti più grandi e più esperti di me invece , cosa di cui vado fiera, sono riuscita a creare una squadra molto forte soprannominata la “happy family”: portavamo grandi risultati e andavamo molto d’accordo.

Hai replicato questo modello?

Si, anche in Allianz Partners è stata la mia ricetta. Quando entrai nel 2011 , un momento non facile per i vari cambi ai vertici, esordii con: “vorrei mettervi in condizione di divertirvi mentre lavorate”.  Credo che ci siamo riusciti. Le soddisfazioni sono arrivate in termini di profitto e di valore umano.

Allianz Partners promuove iniziative tendenti all’inclusione?

Si, al nostro interno esiste un percorso dedicato alla Diversity&Inclusion. Invece, come iniziativa esterna, siamo orgogliosi di supportare da ormai 3 anni “Obiettivo3”, un progetto di Alex Zanardi, che mira a reclutare e sostenere persone disabili che vogliono intraprendere un’attività sportiva. La diversità è un valore e lo sport un’occasione per facilitare l’inclusione, la realizzazione e lo sviluppo personale.

Su quali prodotti avete puntato con l’avvento del covid-19? Esiste qualcosa di nuovo?

In primis siamo intervenuti sul comparto travel. Seguendo trend che le motivazioni note legate all’emergenza hanno visto nel 2020 molti italiani fare vacanze nel nostro Paese, abbiamo creato “Per l’Italia”: un prodotto che comprende non solo l’assistenza medica in viaggio ma anche un modulo legato alla mobilità, che copre la persona indipendentemente dal mezzo usato.

Gli italiani si assicurano molto?

Rispetto alla media europea no ma causa covid-19 abbiamo registrato un incremento motivato dall’ansia per la pandemia. Oggi tutti i nostri pacchetti coprono questo rischio e offrono un consulto medico online chiamato “digital health assistant”. Le coperture  assicurative soprattutto sul lungo raggio, a volte sottovalutate, ci proteggono da rischi molto più grandi.

FOCUS SU DI TE: ognuno ha dei punti deboli e delle paure che talvolta si possono anche trasformare in punti di forza…quali sono i tuoi, Paola?

Uno dei punti di forza ma che se non controllato può diventare un mio punto debole, è il mio essere una perfezionista. Se tenuto quindi sotto controllo penso sia un aspetto positivo e che motiva a fare sempre meglio

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