Il 20 agosto del 2020 perdeva conoscenza perché messo a contatto con un agente nervino. La repressione delle autorità russe contro Navalny e il suo entourage e la strategia dell’opposizione per le prossime elezioni legislative in Russia
Oggi, ad un anno esatto dall’avvelenamento del dissidente russo Alexei Navalny, è previsto un incontro al Cremlino tra il presidente russo Vladimir Putin e la cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha chiesto più volte il rilascio dell’oppositore. Tra i temi dell’agenda ci sono anche la situazione in Afghanistan, in Bielorussia e la questione del gasdotto Nord Stream 2. L’ultimo incontro tra Merkel e Putin risale a gennaio del 2020.
Per l’Unione europea, la vicenda dell’avvelenamento di Navalny non può restare irrisolta. Il portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna, Josep Borrell, ha scritto un comunicato in cui sostiene che “i responsabili devono essere assicurati alla giustizia. Mosca deve indagare sul tentativo di omicidio in piena trasparenza e senza ulteriori ritardi, e di cooperare con l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, per garantire un’indagine internazionale imparziale”. Inoltre, ha ricordato che l’arresto dell’oppositore è “motivato politicamente”, per cui è necessario il “rilascio immediato e incondizionato”.
Secondo Mosca, le critiche della comunità internazionale sul caso Navalny fanno parte di “una provocazione pianificata” contro l’obiettivo di screditare e danneggiare gli interessi del Paese.
Come riferito da Europa Press, il ministero degli Affari esteri russo ha ribadito la mancanza di materiale verificabile da parte della Germania sull’avvelenamento di Navalny. Per Mosca si tratta di una “aggressiva campagna di propaganda con le risorse di informazione occidentali collegate ad alcune fonti russe, con una tesi centrale infondata sull’avvelenamento del blogger da parte di servizi speciali russi”. Il ministero russo ha anche attaccato l’atteggiamento “indecoroso” dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche.
Dal carcere, Navalny ha lanciato un appello ai leader dell’Occidente di impegnarsi in una lotta decisa alla corruzione, considerata da lui l’origine della crisi mondiale. L’appello del dissidente è stato pubblicato da diverse testate internazionali tra cui Le Monde, il Guardian e la Frankfurter Allgemeine Zeitung.
“La corruzione non è più un problema interno ai Paesi autoritari come la Russia – ha scritto Navalny – ma è una delle principali cause di crisi mondiale con cui anche l’Occidente si confronta”.
Per Amnesty International, l’anniversario dell’avvelenamento e tentato omicidio di Navalny “rappresenta un anno di vergognosa ingiustizia”. L’organizzazione per i diritti umani ricorda che la scorsa settimana, le autorità russe hanno aggiungo un’altra “assurda accusa” contro il dissidente, mentre le richieste di rilascio sono state brutalmente represse.
Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, sostiene che l’attacco contro Navalny avrebbe dovuto essere oggetto di un’inchiesta urgente da parte delle autorità russe: “Invece, il governo russo ha deciso di arrestare Navalny con accuse false – in condizioni che hanno potuto provocarli la morte – e ha intrapreso una campagna di repressione contro i suoi simpatizzanti”.
“Come misura più urgente – ha aggiunto -, chiediamo alle autorità russe il rilascio di Navalny in forma immediata e incondizionata, perché è un prigioniero solo per avere esercitato il suo diritto di libertà di espressione. La comunità internazionale deve fare quanto può per garantire che i responsabili dell’avvelenamento rispondano alla giustizia, finendo l’arresto illegittimo e fermare la campagna di repressione”.
Intanto, in Russia aumentano le tensioni a un mese dalle elezioni legislative del 17, 18 e 19 settembre. Come si legge sul Times, il voto per i membri della Duma è stato scaglionato in tre giorni a causa della pandemia, e non saranno presenti gli osservatori dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.
Diversi candidati dell’opposizione, tra cui il partito Golos, sono stati inabilitati, considerati “agenti stranieri che attentato contro la stabilità nazionale”. Navalny ha esortato i russi a sabotare il partito di Putin, Russia Unita.
Secondo gli ultimi sondaggi, il partito di Putin è sotto il 30%. Il dissidente ha invitato su Instagram a seguire la campagna “Voto intelligente”, che consiste in votare uno tra i critici di Putin, sia liberale, comunista o nazionalista. Una strategia che ha avuto successo nelle elezioni locali a Mosca, San Pietroburgo e alcune città della Siberia: “Funziona. Il popolo odia Russia Unita. Chi è contro otterrà circa il 65%-75% dei voti totali. Ma senza il voto intelligente, quel 75% si perderà in diversi candidati oppositori. E Russia Unita prenderà il primo posto e vincerà”.
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