Skip to main content

L’Opec non teme la variante Delta. Biden spinge per pompare più greggio

L’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio ha mantenuto invariate le previsioni sulla domanda di greggio per questo anno e per il 2022. Rimasta la programmazione di 5,95 milioni di barili al giorno. Per la Casa Bianca però è insufficiente e potrebbe far schizzare i prezzi dei carburanti, compromettendo la ripresa economica globale

Nessun cambiamento nelle stime previste per la produzione petrolifera. L’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec) ha mantenuto invariate le previsioni sulla domanda di greggio per questo anno e per il 2022, nonostante i timori per l’andamento della crisi sanitaria e la diffusione della variante delta. L’Opec ha quindi mantenuto la previsione di un aumento della domanda per circa 5,95 milioni di barili al giorno nel 2021.

Nel suo report mensile, diffuso oggi, l’Opec spiega che “l’economia globale continua a riprendersi […] Tuttavia, rimangono numerose le sfide che potrebbero smorzare questo slancio. In particolare, gli sviluppi del Covid-19 avranno bisogno di un attento monitoraggio”.

“Il percorso della pandemia avrà un impatto sul ritmo a breve termine della ripresa  – aggiunge il report -, con il potenziale emergere di nuove varianti che presentano un rischio particolare”.

L’anno prossimo, l’Opec spera in un aumento nei consumi di carburante di 3,28 milioni di barili al giorno. La visione dell’Opec non concorda con la previsione dell’Agenzia internazionale per l’energia, che invece ha ridotto le sue stime.

Il rapporto dei Paesi produttori di petrolio ha mostrato che la produzione è aumentata a luglio di 640.000 barili al giorno a 26,66 milioni di barili al giorno, poiché l’Arabia Saudita ha annullato il taglio volontario dell’offerta.

Molto curiosa la straordinaria incursione del governo degli Stati Uniti nella politica energetica l’Opec. Come si legge sul Financial Times, la Casa Bianca aveva cercato di esercitare pressione sull’organizzazione, per spingere verso un aumento della produzione, prima della diffusione del rapporto.

Con questo incremento, gli Usa speravano di contenere l’aumento dei prezzi della benzina, che l’amministrazione di Joe Biden considera una minaccia per la ripresa economica internazionale.

Jake Sullivan, consigliere di Sicurezza Nazionale, ha criticato la decisione dell’Opec perché considera i livelli di produzione di greggi insufficienti per la richiesta globale. “È un momento fondamentale per la ripresa, non sono sufficienti – ha detto in un comunicato -. L’Opec deve prendere misure per l’importanza che hanno i mercati competitivi nel fissare i prezzi. Se non si controllano i costi della benzina elevati, si può danneggiare il recupero globale in corso. L’Opec deve fare di più per sostenere questa ripresa”.



×

Iscriviti alla newsletter