Nella assoluta necessità dei reciproci “distinguo” che impongono a ciascun partner di governo di muoversi per godere di una propria visibilità, hanno tenuto banco di recente polemiche che poco hanno a che vedere con la vera politica
A parte quest’anno il dramma dell’Afghanistan, la politica italiana d’agosto si accontenta solitamente di temi minori sollevando polemiche che spesso evaporano già ai primi di settembre.
Nella assoluta necessità dei reciproci “distinguo” che impongono a ciascun partner di governo di muoversi per godere di una propria visibilità, hanno per esempio tenuto banco di recente le polemiche su un personaggio sconosciuto ai più, Arnaldo Mussolini, fratello del Duce, già insegnante e amministratore de Il Popolo d’Italia.
Arnaldo morì di infarto a soli 46 anni nel 1931, si occupò a lungo di giornalismo ma anche di scienze agrarie e forestali e – proprio per questa sua attenzione al mondo agricolo – qui e là per l’Italia gli dedicarono nel ventennio iniziative “verdi” che all’epoca certo non si chiamavano “green”.
Ecco il perché della intitolazione a suo tempo a Latina di un parco al centro della città che il sottosegretario leghista Durigon vorrebbe adesso fosse re-intitolato a suo nome, suscitando le ire del M5S e della sinistra.
Pochi sanno che a Sormano (Como), piccolo paese della Valsassina di 642 abitanti, è intanto scoppiata un’altra grana che è forse al limite del ridicolo.
Sta di fatto che un incendio ha bruciato una pineta comunale sui monti del Paese e dalla cenere delle sterpaglie è saltato fuori un cippo che intitolava la pineta stessa proprio ad Arnaldo Mussolini e della cui esistenza i più neppure avevano ricordo.
Apriti cielo: il sindaco di Sormano, Giuseppe Sormani detto “il comunista” (lista civica, autodefinitosi di sinistra ed antifascista, il nome per il Paese deve essere una garanzia) e che il sindaco lo fa da dieci anni vorrebbe adesso ripulire e mantenere la lapide che non dà fastidio a nessuno considerandola una “memoria storica” e magari un potenziale richiamo turistico.
Ma – poteva mancare? – è saltata fuori l’Anpi di Como che è insorta: “Nome da cancellare immediatamente – ha tuonato il suo presidente provinciale Antonio Proietto – bisogna togliere qualsiasi riferimento ai criminali fascisti e basta, senza possibilità di equivoci e poco cambia se l’intitolazione è ad Arnaldo e non a Benito Mussolini. Per noi devono essere eliminate a prescindere tutte queste intitolazioni. Stiamo avviando piuttosto una battaglia per dedicare luoghi, piazze e parchi a persone che hanno lottato per la libertà contro il fascismo, questo è importante. Nessuno a Sormano si ricordava di quella dedica, ma ora che è stata riscoperta bisogna eliminarla e basta, senza lasciare spazio a equivoci”.
A Sormano si vota a ottobre, monta la polemica che scalda i cuori, anche se quando l’antifascismo scende a questi livelli forse a qualcuno viene da pensare che ai tempi del Duce i boschi li piantavano, adesso al massimo si bruciano.
Ps. Segnalo all’Anpi della mia città che sulle mappe catastali risulta che tutto il versante nord del Monterosso (un monte di 700 metri appena dietro Verbania) sia stato rimboschito nel bieco ventennio con quello che è tuttora denominato in catasto e nelle carte comunali “Bosco del Littorio”. E adesso, come la mettiamo?!