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Contratti secretati della Pa. Cosa fa la sezione della Corte dei conti audita dal Copasir

Una novità nel programma di convocazioni del comitato sull’intelligence. Ecco chi guida la sezione e i dettagli dell’ultima relazione

Oggi (martedì 14 settembre, ndr) è prevista al Copasir l’audizione di Luciano Calamaro, il presidente della sezione di controllo della Corte dei conti sui contratti secretati. Si tratta di una novità: infatti, cambiata la norma, ora la relazione della Corte dei Conti viene presentata al Comitato oggi presieduto dal senatore Adolfo Urso di Fratelli d’Italia. A differenza delle precedenti relazioni, l’ultima trasmessa al Comitato, può entrare nello specifico della materia, evidenziando alcune criticità essendo i lavori del Copasir secretati ai sensi della legge 124 del 2007.

CHE COSA FA LA SEZIONE?

Come si può leggere sul sito della Corte dei Conti, questa sezione esercita il controllo preventivo sulla legittimità, regolarità dei contratti al cui oggetto, atti o modalità di esecuzione è attribuita una classifica di segretezza o la cui esecuzione deve essere accompagnata da speciali misure di sicurezza, in conformità a disposizioni legislative, regolamentari o amministrative. Sui medesimi contratti esercita altresì il controllo sulla regolarità, correttezza ed efficacia della gestione. Svolge il controllo preventivo di cui all’articolo 42, comma 3-bis, del regolamento di cui al decreto del presidente del Consiglio dei ministri 6 novembre 2015, n. 5, ossia quello che riguarda le “Disposizioni per la tutela amministrativa del segreto di Stato e delle informazioni classificate e a diffusione esclusiva”.

L’ULTIMA RELAZIONE

La più recente relazione presentata al Parlamento dalla sezione di controllo della Corte dei conti sui contratti secretati è quella aggiornata al 31 dicembre 2019 e comunicata alle Camere il 20 ottobre 2020. Nel biennio 2018-2019 sono stati in totale 156 gli atti secretati: di cui 72 ex novo e 74 “Variazioni a contratti già in essere alla data del 01/01/2018”. Come evidente, 72 più 74 non fa 156: “ballano”, infatti, dieci atti del ministero della Difesa, che risulta essere l’amministrazione che ne ha sottoposti di più, 96 (relativi a 69 commesse), oltre il 60% del totale. Al secondo posto c’è il ministero degli Esteri, che ne ha presentati “soltanto” 17, ossia meno di un decimo.

AL MINISTERO DELLA DIFESA

Direzione informatica, telematica e tecnologie avanzata (Teledife) è quella del ministero della Difesa che ha presentato il maggior numero di atti nel biennio: ben 69, relativi a 49 commesse. Riguarda a Teledife la relazione recita: “Nel 2018 si riscontra un valore degli impegni assunti maggiore rispetto alle uscite effettive realizzate; accade il contrario nell’esercizio finanziario 2019 con un valore di pagamenti superiore al valore degli impegni assunti nello stesso anno. Nell’intero biennio, il complesso dei pagamenti (€ 86.699.190,59) confrontato con gli impegni totali (€ 97.525.073,09) determina una percentuale di attuazione finanziaria pari a circa l’89 per cento”.

AL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

“La documentazione è pervenuta direttamente dai Provveditorati alle opere pubbliche; essa è risultata in molti casi insufficiente, sia per la frammentarietà dei dati, sia per l’incompletezza degli stessi”, recita la relazione nella sezione che riguarda il Mit. “Gli aspetti risultati particolarmente carenti riguardano la valutazione della correttezza procedimentale, la struttura finanziaria, il grado di attuazione delle procedure e, dunque, dell’efficienza e regolarità della gestione di esse. Incomplete sono risultate anche le relazioni esplicative richieste a corredo della compilazione dei questionari”. E ancora: “Con riguardo alla struttura finanziaria dei provvedimenti esaminati, occorre ribadire che, a causa dell’incompletezza delle informazioni, la ricostruzione dell’evoluzione della struttura stessa è risultata assai difficoltosa, impedendo, di fatto, una piena valutazione sui contratti sottoposti al controllo.”

LA SICUREZZA NAZIONALE

Nelle conclusioni della relazione c’è un passaggio relativo alla sicurezza nazionale e il procurement. Si legge: “Una rilevante questione affrontata principalmente in sede di controllo preventivo ha riguardato i profili di raccordo tra le esigenze di sicurezza nazionale ed il ricorso alle procedure di affidamento negoziate, profili rilevanti ai fini del vaglio di legittimità in relazione alle modalità di applicazione della deroga prevista in materia dal citato art. 162. È da precisare, in proposito, che la caratteristica di riservatezza delle attività, necessario presupposto della deroga predetta, deve essere esplicitata e motivata, non risultando sufficiente il richiamo generico alle peculiarità dell’atto”.

 

*** AGGIORNAMENTO ***

“Al termine del confronto si è evidenziata la necessità di interventi volti a migliorare la normativa e le procedure per garantire una maggiore efficacia nell’attività di controllo che in ultima istanza fa capo al Parlamento”, ha dichiarato in una nota il presidente Urso. “A tal proposito il Comitato ha affidato al senatore [Francesco] Castiello e all’onorevole [Elio] Vito il mandato di svolgere una relazione sulla base delle informazioni acquisite e di ulteriori elementi che potranno emergere in audizioni già programmate”.

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