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Condanne e stretta fiscale. Le ultime stangate di Pechino

Il responsabile del Tesoro di Hong Kong ha annunciato il ritiro delle detrazioni fiscali per le organizzazioni che violano la legge di sicurezza nazionale e nascondono interessi stranieri in nome della carità. E intanto nuove condanne per i giovani dissidenti…

Nuova strategia di repressione in Cina. Le autorità di Hong Kong hanno annunciato il ritiro delle detrazioni fiscali alle Ong che hanno violato la legge di sicurezza nazionale imposta dal regime cinese.

Christopher Hui, responsabile del Tesoro di Hong Kong, ha dichiarato alla tv RTHK che “ovviamente, bisogna alimentare l’interesse pubblico attraverso le organizzazioni no profit, ma dobbiamo anche evitare che chi ha motivi nascosti possa minacciare la sicurezza in nome di essa”. “Se qualsiasi organizzazione partecipa o utilizza risorse per sostenere o alimentare attività contrarie agli interessi della sicurezza nazionale – ha aggiunto -, non avremo dubbi a ritirare la sua condizione di organizzazione no profit e le detrazioni fiscali”.

Pechino ha modificato così la Guida Fiscale per le Istituzioni di Carità di Carattere Pubblico, includendo nella normativa la legge di sicurezza nazionale approvata a luglio del 2020.

Da quel momento 114 persone sono state arrestate per questa legge, tra cui 64 sono state accusate di reati come “ribellione contro lo Stato”, “terrorismo” e “alleanze con forze straniere”. Secondo il sito South China Morning Post, gli ultimi arrestati sono membri dell’Alleanza di Hong Kong in sostegno ai Movimenti Patriottici Democratici di Cina.

E sul fronte della dissidenza di Hong Kong prosegue la strategia tradizionale degli arresti. Nove attivisti e legislatori sono stati condannati oggi a 10 mesi di carcere per avere partecipato a manifestazioni vietate nel 2020 a Piazza Tienanmen.

I condannati fanno parte di un gruppo di 12 accusati, che si sono dichiarati colpevoli lo scorso mese. Tutti sono accusati di incitare alla cittadinanza ad aderire alle proteste non autorizzate.

Tra i condannati ci sono Albert Ho e Figo Chan, ex leader del movimento (sciolto) Fronte Civile di Diritti Umani, che già scontava un’altra condanna in carcere. Altri, come Jimmy Lai, fondatore del giornale (chiuso) Apple Daily, e il politico e leader dell’Alianza di Hong Konh, Lee Cheuk-yan, si sono dichiarati colpevoli e andranno a processo a novembre.

Invece il giovane attivista pro-democrazia, Joshua Wong, e altre tre persone, erano già stati condannati tra 4 e 10 mesi di prigione.

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