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La cena tra Macron e Draghi non è stata come le altre. Parola di Darnis (Iai)

“Dobbiamo tornare indietro agli anni Ottanta, con Bettino Craxi e François Mitterrand, per ritrovare un simile clima”, spiega il consigliere scientifico dello Iai

Più che i temi, complessi come l’Afghanistan e a volte divisivi come può essere la Libia, ciò che rimarrà della cena tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e il presidente francese Emmanuel Macron al ristorante pluristellato Le Petit Nice di Marsiglia è il clima tra i due leader. Lo sottolinea a Formiche.net, commentando il faccia a faccia, Jean-Pierre Darnis, professore associato all’Università della Costa Azzurra a Nizza e consigliere scientifico dell’Istituto affari internazionali di Roma.

Macron ha regalato a Draghi, a favore di telecamere, sorrisi e abbracci ripetuti. Con un gesto del braccio gli ha mostrato fiero lo spettacolo del mare dalla Corniche di Marsiglia. “Di cosa parleremo? Parleremo del futuro”, ha risposto ai cronisti con un sorriso prima della cena.

Che da protocollo, iniziata alle 20.30, sarebbe dovuta terminare alle 22 circa. Ma Draghi e Macron, che si conoscono da tempo, si sono alzati da tavola dopo la mezzanotte, dopo il caffè e un cognac. Attorno al tavolo, solo loro, niente staff né diplomatici, per una chiacchierata ”a tutto tondo”, come aveva anticipato il presidente del Consiglio.

“Non capita spesso”, ragiona Darnis. “Per Parigi è ormai abitudine con il cancelliere tedesco. Ma con il presidente del Consiglio italiano… Probabilmente dobbiamo tornare indietro agli anni Ottanta, con Bettino Craxi e François Mitterrand, per ritrovare un simile clima”.

“C’è un aspetto elettorale nella presenza di Macron a Marsiglia, vicino ai tradizionali feudi elettorali della sfidante di destra Marine Le Pen”, spiega Darnis ricordando che ad aprile il presidente francese dovrà affrontare le urne. Ma come ha spiegato lui stesso, la discussione attorno a quel tavolo ruota tutta attorno alla loro visione del futuro dell’Europa.

Draghi e Macron guardano al post Angela Merkel in Germania: manca sempre meno, il 26 settembre i tedeschi voteranno e per la prima volta in 16 anni non troveranno il nome della cancelliera sulla scheda elettorale. Ma guardano anche al 2022, quando la Francia sarà presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea. Un’occasione che Parigi vuole sfruttare per cambiare volto al Vecchio continente rilanciando gli sforzi verso una maggiore autonomia strategica. Il tutto con la sponda di Roma, con cui entro fine anno dovrebbe firmare il cosiddetto Trattato del Quirinale per rafforzare i rapporti bilaterali.

In questo senso, “è auspicabile che il clima della cena possa permettere agli staff e ai diplomatici di Italia e Francia di confrontarsi con frequenza, forti anche da un dialogo positivo tra i leader”, conclude Darnis. Senza, cioè, dover pensare a gestire tensioni come quelle che ci furono quando Giuseppe Conte era a Palazzo Chigi.

 

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