Skip to main content

Le elezioni e la selezione naturale. Un confronto Italia-Germania

Di Alessandro Fontana
camaldoli

Nei Paesi democratici, le elezioni svolgono un ruolo simile alla selezione naturale. I candidati sono dotati di caratteristiche che vengono selezionate dagli elettori. Il ruolo di arbitro, che in natura è svolto dai diversi ambienti naturali, è ricoperto dall’elettorato delle diverse nazioni. Alessandro Fontana analizza le differenze fra i due Paesi europei

Una delle funzioni della democrazia è quella di dare ai cittadini l’illusione che essi possano scegliere i propri rappresentanti. In Paesi governati da un regime, come ad esempio la Corea del Nord, tale illusione non fa parte del menù. La varietà di scelta a disposizione dell’elettorato varia a seconda dei Paesi: si passa da un minimo di due partiti negli Usa o nel Regno Unito, ad un numero compreso tra i 4-6 in Germania, a un numero caratterizzato da media e varianza più elevate, indovinate dove…

È vero, d’altra parte, che i cittadini hanno l’impressione che votare per un partito o per l’altro sia la stessa cosa. Tanto varrebbe avere un solo partito come in Cina, no? La domanda che ci poniamo è se tale impressione sia fondata o meno. Per rispondere, ricorrerò alla biologia.

La teoria della selezione naturale, proposta da Charles Darwin e Alfred Wallace, sostiene che gli organismi viventi sono dotati di caratteristiche diverse (codificate nel loro Dna) e che gli individui migliori riescono a sopravvivere e a riprodursi in maggior numero rispetto agli altri. In questo modo, nel corso delle generazioni, la Natura seleziona le caratteristiche che rendono gli animali più adatti a vivere in un certo ambiente.

L’esempio classico è rappresentato dalle giraffe. Le giraffe dotate di un collo più lungo della media, essendo in grado di raggiungere le foglie sui rami più alti degli alberi, sopravvivono e si riproducono in numero maggiore rispetto alle altre giraffe. Il processo, ripetuto per un numero molto grande di generazioni, porta la caratteristica “collo lungo” a diffondersi nella popolazione.

Naturalmente, le caratteristiche vincenti dipendono dall’ambiente: il collo lungo funziona nella savana, il grasso sottocutaneo è più utile magari al Polo Nord. Ma, se alcune caratteristiche conferiscono un chiaro vantaggio evolutivo ai loro possessori, per altre la situazione è più sfumata. Un esempio in tal senso è dato dall’anemia falciforme.

Come è noto, i geni sono normalmente presenti in due copie, una ereditata dal padre e una dalla madre. L’anemia falciforme si produce quando un individuo eredita due copie anormali del gene beta-globina (Hbb) che codifica per l’emoglobina. La presenza di una sola copia alterata del gene non provoca la malattia e svolge invece una funzione di protezione verso la malaria. Per questo motivo nell’Africa sub-sahariana, dove la malaria è endemica, tale mutazione genica è molto diffusa. La selezione naturale ha un atteggiamento “tollerante” nei suoi confronti, anche se aumenta il rischio di avere l’anemia falciforme. Viceversa, in altre parti del mondo, dove la malaria non è presente, la mutazione in questione ha una prevalenza molto più bassa.

Nei Paesi democratici, le elezioni svolgono un ruolo simile alla selezione naturale. I candidati sono dotati di caratteristiche (non necessariamente di origine genetica) che vengono selezionate dagli elettori. Il ruolo di arbitro, che in natura è svolto dai diversi ambienti naturali, è ricoperto dall’elettorato delle diverse nazioni.

Prendiamo due nazioni a caso: Italia e Germania. Un esempio del diverso livello di selezione naturale in questi due Paesi è dato dal fenomeno di plagio delle tesi di dottorato. Theo zu Guttenberg è un ex politico tedesco, che tra il 2009 e il 2001 ricoprì importanti incarichi di governo (ministro dello Sviluppo tecnologico, ministro della difesa), finché si scoprì che parti della sua tesi di dottorato erano state copiate da altre fonti senza citazione. Queste rivelazioni portarono alle dimissioni di zu Guttenberg e alla fine della sua carriera politica. Qualcosa di simile sta succedendo anche ai giorni nostri: Annalena Baerbock, leader del partito dei Verdi nonché candidata Kanzler per lo stesso partito (seconda in base ai sondaggi) è accusata di aver copiato parti di un suo libro. Con quali conseguenze, vedremo.

Il plagio costituisce una delle cose peggiori in ambito accademico ed è quindi giusto che sia sanzionato in modo severo. I commenti su queste faccende in Italia, dove per molti il plagio è evidentemente considerato cosa di poco conto, erano del tipo: “Guarda questi tedeschi quante storie fanno per questa bagatella… Qui da noi i politici rubano a destra e a sinistra e sono sempre al loro posto”. Questo costituisce un esempio di selezione naturale differenziata in Italia e in Germania: la caratteristica “onestà” (almeno in senso accademico) è meno tollerata a nord delle Alpi che a sud, in Italia zu Guttenberg sarebbe ancora in politica.

Ecco perché i partiti politici ci sembrano tutti uguali: perché in larga misura lo sono. Il mestiere dei politici è essere eletti. Per farlo, i politici devono avere la capacità di sintonizzarsi sui gusti di base dell’elettorato, e i gusti di base sono molto simili, sia per gli elettori di sinistra, destra, centro. Ecco anche perché non dobbiamo lamentarci con i politici: essi sono lo specchio delle virtù e dei vizi di chi rappresentano: noi, il popolo; wir, das Volk.

×

Iscriviti alla newsletter