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Sì al green pass obbligatorio in azienda e PA, ma serve chiarezza. L’appello di Mantovani

Il green pass obbligatorio può essere un lasciapassare che garantisce continuità e sicurezza all’attività lavorativa, ma deve essere applicato in modo ben definito. L’appello al governo Draghi del presidente di CIDA e Manageritalia – rappresentanze sindacali degli oltre 300.000 dirigenti italiani – per non aggravare le responsabilità dei manager

Il governo Draghi ha reso obbligatorio il green pass per accedere al posto di lavoro, sia per i dipendenti pubblici e per quelli privati, si tratta di un passo necessario per garantire la ripartenza ma che, nelle modalità d’attuazione, desta qualche preoccupazione nei manager italiani. In particolare nei direttori del personale e delle risorse umane che saranno chiamati ad adeguare alla nuova normativa e monitorare l’accesso in azienda sotto la propria responsabilità.

Siamo favorevoli all’obbligo di green pass sul posto del lavoro, uno strumento necessario per scongiurare altre false partenze o improvvisi blocchi alla produzione o all’erogazione di servizi che il sistema Italia non può più permettersi, soprattutto ora che bisogna riconciare a correre e per garantire la buona spesa e il ritorno dei fondi europei del Next Generation Eu. Un impegno di pianificazione strategica rendicontazione ed efficienza della spesa cui sono chiamati in prima persona, oltre ai componenti del governo, i dirigenti del settore pubblico e di quello privato, proprio perché si tratta di una sfida che solo in squadra si può vincere.

Il green pass obbligatorio allora può essere un lasciapassare che garantisce continuità e sicurezza all’attività lavorativa, ma deve essere applicato in modo ben definito: chiediamo un quadro normativo chiaro per poter effettuare i necessari controlli in azienda, mentre oggi è abbastanza dubbio che lo si possa fare in tranquillità senza violare altre norme che vanno dalla tutela della privacy al necessario rispetto per la salute e la dignità dei lavoratori.

Tra i direttori delle risorse umane c’è chi sta prendendo la posizione espressa anche dal professor Pietro Ichino, e che, cioè, già oggi sia possibile chiedere il certificato vaccinale come elemento di accesso al luogo di lavoro, ma la maggior parte è in attesa di chiarimenti che ancora non ci sono. Non tutti i casi sono uguali ma un direttore del personale, laddove necessario, deve poter essere in grado di controllare il green pass. Questa chiarezza ancora purtroppo non c’è. Chiara è invece a nostra è una posizione: il green pass è uno strumento necessario per garantire la salute ed evitare altre chiusure ma va fatta luce sulle responsabilità di chi lo deve applicare, che non può essere abbandonato a sé stesso.

Il green pass, insomma, deve essere uno strumento che aiuta la crescita sociale ed economica post-pandemia, non deve trasformarsi in un elemento di ulteriore divisione, e la sua applicazione non può ricadere esclusivamente sulla responsabilità dei dirigenti. Ciò per evitare che la ripartenza e l’arrivo del Recovery Fund si risolva in un’altra occasione persa. Il Sistema Italia non può permetterselo.


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