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Il premier sloveno Janez Jansa è Uomo dell’anno per l’Economic Forum

Gli interventi di Confindustria e di Luigi Iovino. Centrale la partnership Italia-Polonia e le sfide della cybersicurezza

Il XXX Economic Forum di Karpacz – di cui Formiche è media partner – si è concluso con il premio Uomo dell’anno 2020 dell’Europa centrale e orientale al Primo Ministro della Slovenia, Janez Jansa. “Oggi, persone come Janez Janza ci mostrano e ci ricordano il significato della Rivoluzione “Solidarność”, ha affermato il Presidente del Consiglio di Programma del Forum Economico, Zygmunt Berdychowski. Il premio è stato assegnato dal Primo Ministro della Repubblica di Polonia, Mateusz Morawiecki.

Durante la cerimonia, dopo la plenaria a cui ha partecipato il Commissario UE all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, è stato assegnato da Jan Malicki, direttore del Centro per gli studi sull’Europa orientale dell’Università di Varsavia, il Premio Speciale al popolo dell’Ucraina, ritirato dal Primo Ministro ucraino, Denys Shmygal.
Molti e qualificati anche gli interventi degli italiani che si sono susseguiti nei vari panel organizzati prima della sessione finale.

Fra questi, il Segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati, Luigi Iovino, è intervenuto sulla questione della cybersicurezza: “Negli ultimi 3 anni sono aumentati gli attacchi informatici alle nostre infrastrutture strategiche. Nelle scorse settimane in Parlamento abbiamo approvato un provvedimento che istituisce l’Agenzia per la cybersecurity nazionale, voluta fortemente dall’Autorità Delegata Franco Gabrielli. Dobbiamo continuare a operare, in collaborazione con gli Stati membri, per garantire percorsi professionali adeguati agli standard di enti pubblici e di aziende private. La sicurezza cibernetica, con l’avanzamento delle nuove tecnologie e una fase avanzata di digitalizzazione diventa, oggi più che mai, imprescindibile”, ha concluso il deputato.

Il presidente di Confindustria Polonia Simone Granella è invece intervenuto in merito alle delocalizzazioni:“Investire in Polonia è stato un modo di poter avere una leva competitiva per continuare ad operare sui mercati per potersi rilanciare”. “Le aziende italiane che operano in Polonia hanno fatto profondi processi di internazionalizzazione – ha spiegato – quindi non stiamo parlando di mero spostamento delle produzioni”.

Nello stesso panel, Fabrizio Zucca, ha aggiunto: “La Polonia è uno dei paesi in cui le aziende italiane hanno investito di più negli ultimi anni ma anche uno dei principali paesi di destinazione degli investimenti in Est Europa. Strategia e Sviluppo consultants ha avuto modo di assistere imprese e l’impatto è sempre stato positivo su entrambi i paesi (di origine e di destinazione), se effettuato in un’ottica di creazione di valore nel lungo termine”.

Vincenzo Bassi, Presidente della FAFCE – Federation of Catholic Family Associations in Europe – è intervenuto nel panel sulle sfide della società civile in Europa oggi. Egli ha evidenziato come “il primo soggetto di ogni comunità è la famiglia e senza di essa non può esservi società civile. Dalle famiglie e dalle reti di famiglie possiamo ripartire insieme, per combattere la solitudine e l’individualismo, più grandi malattie dei nostri tempi”. Nicola Speranza, moderatore del panel nella sua veste di Segretario generale della FAFCE, ha richiamato l’attenzione sul “principale cambiamento di questi tempi, di cui si parla troppo poco e che consiste nella sfida demografica”.

Sul futuro dell’Europa, il direttore generale del Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Francesco Tufarelli: “Occorre un approccio unitario e una presa di coscienza comune per una politica migratoria europea efficace. Questo è il momento ideale per affrontare alcuni problemi che da tempo attendono una soluzione – ha continuato il dirigente – primo fra tutti la necessità di una politica europea coordinata in tema di immigrazione. E’ inoltre necessario rafforzare lo spazio democratico europeo e promuovere un miglior funzionamento della Ue. Tali obiettivi – ha aggiunto – si potranno raggiungere migliorando la trasparenza e la partecipazione dei cittadini; rafforzando l’istituto dell’iniziativa dei cittadini europei; rafforzando la rappresentanza europea attraverso un potenziamento delle funzioni del Parlamento Europeo”.

Di questi temi ha parlato anche la sociologa presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma Isabella Corvino: “L’isolamento e la paura hanno creato un’immagine del nemico e l’ha identificato con la figura del migrante: i paesi occidentali si trovano in una naturale posizione di necessità rispetto ai lavoratori stranieri, mentre i paesi di origine di queste persone si trovano in una strutturale posizione di bisogno di rimesse”.

Alla 30esima edizione del forum economico si è parlato di solidarietà europea in tempi di crisi, in un panel al quale hanno partecipato, tra gli altri, l’ex Primo Ministro social-democratico Polacco Leszek Miller e l’italiano Emanuele Errichiello, responsabile dell’Osservatorio UE del Centro Studi Internazionali – CSI. Durante il panel, Errichiello ha osservato quanto, vista l’attuale polarizzazione politica tra i vari stati membri, la solidarietà europea durante le varie crisi, COVID ultima su tutte, non sia il risultato di un processo di solidarietà europea quanto di una “solidarietà funzionale” frutto di una sintesi degli interessi in gioco.

“Dopo la crisi dei debiti sovrani” – ha affermato Errichiello – “gli stati membri hanno compreso la necessità di percorrere una strada differente, che contrastasse lo shock anticiclicamente ed in maniera rapida e coordinata, cosa che era nell’interesse di tutti gli stati membri, per evitare che eventuali crisi di insolvenza in singoli stati potessero ripercuotersi su tutta l’Unione”.

Nel panel dedicato alle prospettive del contrasto alla corruzione in Europa, moderato da Valerio Mancini, direttore del centro ricerche della Rome Business School, il Chair del G20 anti corruption working group, Giovanni Tartaglia Polcini, ha illustrato gli obiettivi della presidenza italiana nel 2021. L’esperto ha sottolineato la necessità di superare un approccio meramente percettivo della misurazione della corruzione: “L’inversione di una narrativa dannosa e la disseminazione dei valori della legalità condivisa rappresentano una bella pagina e dimostrano che il multilateralismo in questo settore è efficiente ed armonizza effettivamente le forme di contrasto ad un fenomeno delittuoso diffuso sul piano globale, che frena lo sviluppo sostenibile e mette ancora in serio pericolo la rule of law e la tutela dei diritti fondamentali in larghe parti del pianeta”.

Enrico Moretti Polegato, Presidente di Diadora, ha partecipato al panel intitolato Europe in Search of Leadership. “Il post-COVID deve essere un’occasione per l’Europa di tornare a essere un laboratorio di innovazione economica che generi una crescita sostenibile che tenga conto delle nuove sfide tecnologiche, ambientali e sociali che caratterizzano un mondo sempre più complesso e polarizzato. Questo richiede una leadership responsabile dotata di una visione che le permetta di elaborare e di attuare strategie di sviluppo e dell’empatia necessaria alla comprensione dei bisogni non solo del mercato ma anche del contesto sociale nel quale operano. L’inclusività è un strumento fondamentale per evitare le diseguaglianze e per garantire una stabilità sociale che impedisca la tentazione di derive autoritarie.”

L’analista di Limes Luca Steinmann, oltre ad aver moderato la plenaria, è intervenuto sul Nagorno Karabakh: “A quasi un anno dalla fine della guerra dei 44 giorni i territori del Nagorno Karabakh conquistati dall’Azerbaijan sono un cantiere a cielo aperto, con massicci investimenti di compagnie principalmente turche, israeliane, italiane e pakistane. Ciò segnala le ragioni più profonde che portarono allo scoppio della guerra. L’Azerbaijan ha infatti la necessità di attrarre l’high-tech di altri paesi sul proprio territorio per trasformarsi da  mero produttore di idrocarburi quale è ora in una hub tecnologica. Per Baku la conquista di gran parte del Nagorno Karabakh non è servita solo a rispondere alle richieste degli sfollati degli anni Novanta o a consolidare il consenso interno di Aliev ma anche a favorire gli investimenti da paesi all’avanguardia nel settore dell’high-tech”. Fra gli altri giornalisti italiani intervenuti, anche Dario Fabbri di Limes e Tanja Đorđević e Andrews Spannaus, dell’Associazione Stampa Estera.


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