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Al via Zapad-2021. Così Mosca sposta le truppe (tante) in Bielorussia

Con 200mila unità e centinaia di mezzi militari ha preso il via l’esercitazione Zapad-2021. Per Mosca la natura delle manovre è “difensiva”, ma sul territorio russo e bielorusso viene simulato a tutti gli effetti un conflitto con i Paesi Nato. A Kaliningrad, a 13 chilometri dal confine con la Polonia, si esercitano le unità di terra della flotta del Baltico. E a osservare le attività distribuite su quattordici aree (Mar baltico compreso) ci sono anche funzionari dalla Cina…

È iniziato il maggior impegno addestrativo dell’anno per le forze armate di Russia. È Zapad-2021, nuova edizione dell’esercitazione congiunta con la Bielorussia che si tiene ogni quattro anni. Questa volta arriva dopo numerose manovre nel distretto occidentale russo, comprese quelle che ad aprile hanno portato all’imponente concentrazione di forze al confine ucraino. Le attività, in campo da oggi fino al prossimo giovedì, coinvolgono circa 200mila militari, 760 veicoli terrestri, 80 tra aerei ed elicotteri e una quindicina di unità navali. “Zapad” significa “occidente”, e indica l’area in cui si concentreranno le manovre (compresa l’exclave di Kaliningrad) nonché la direzione strategica verso cui si dirige la postura testata. Con questo tipo di esercitazione la Russia verifica difatti la capacità di azione in caso di conflitto in Europa orientale, inscenando un eventuale aggressione da parte dei Paesi Nato e la successiva stabilizzazione del conflitto. Per questo, larga parte delle forze coinvolte agiscono simulando di essere “l’avversario”.

Non a caso, sin dall’annuncio sui numeri dell’edizione 2021 da parte della Difesa russa, a inizio agosto, diversi Paesi dell’Europa orientale hanno manifestato qualche preoccupazione. Su tutti le Repubbliche baltiche, confinanti con diverse zone su cui si dispiegheranno le attività. Il ministro della Difesa russa Sergei Shoigu ha ribadito che le manovre hanno natura “difensiva” e sono finalizzate a “garantire la sicurezza dei nostri confini occidentali”. Ma l’esercitazione arriva a pochi mesi dal consistente addensamento di forze al confine con l’Ucraina, ritenuto dagli esperti un test, sia della capacità di proiezione verso ovest, sia della volontà europea (e Nato) di coinvolgimento nelle questioni che riguardano l’est Europa. A fine aprile è stato lo stesso Vladimir Putin ad annunciare il ritiro delle forze (per l’Ue erano 100mila unità), ma diversi assetti sarebbero rimasti nell’area proprio in previsione di Zapad-2021.

Tra l’altro, è la stessa Difesa di Mosca a spiegare che “il numero massimo di personale delle unità militari coinvolte nell’esercitazione” all’interno del territorio russo “non supererà i 6.400 militari”. Significa, stanti i numeri sul sito del dicastero, che i restanti (all’incirca 194mila) saranno in Bielorussia. Il sito specializzato americano WarOnTheRocks ricorda che “la Russia ha in passato utilizzato questo tipo di esercitazioni per provare i piani militari contro specifici vicini (la guerra in Georgia nel 2008) e per mascherare i grandi movimenti di truppe nell’occupazione della Crimea nel 2014”. Tra l’altro, anche dopo il 16 settembre, quando termineranno le attività, ci saranno ulteriori movimentazioni di forze nell’area tra Bielorussia e Russia. “Il ritorno degli organi di comando e controllo e delle truppe ai loro punti di schieramento permanenti dopo la partecipazione all’esercitazione è previsto fino a metà ottobre”, spiega la Difesa russa.

Per Zapad-21 sono state identificate quattordici aree addestrative, di cui nove in Russia e cinque in Bielorussia. A Nižnij Novgorod (circa 400 chilometri a est di Mosca) è stato basato il “sistema di intelligence multi-livello”. Lì sarà gestito il flusso informativo che arriverà dai diversi velivoli a pilotaggio remoto impegnati in attività di ricognizione aerea “continua”, identificazione e designazioni dei bersagli, a supporto del sistema di comando e controllo che sfrutterà il sistema satellitare Glonass.

Nell’exclave di Kaliningrad, tra Polonia e Lituania (due membri della Nato), nell’area di Pravdinsk (a circa 13 chilometri dal confine polacco) sono impegnate le unità di terra della flotta baltica, pronte a “respingere l’offensiva del finto nemico”. Utilizzeranno “tutti i tipi di armamento in dotazione con il supporto dell’aviazione e dell’artiglieria”. I velivoli impegnati durante l’esercitazione saranno un’ottantina, compresi i caccia Su-35, Su-30, Mig-31 e Su-34, esemplari spesso visibili sui cieli del nord Europa in prossimità delle aree di competenza Nato. Decolleranno in solitaria e in gruppo per “colpire i raggruppamenti di terra delle truppe del nemico immaginario” e “respingere il suo massiccio attacco missilistico e aereo”.

Oltre al personale militare russo e bielorusso, partecipano alle esercitazioni anche i militari di Armenia, India, Kazakhstan, Kirghizistan e Mongolia. Il quartier generale comprende inoltre ufficiali provenienti da Uzbekistan, Pakistan e Sri Lanka. Tra gli osservatori invitati a seguire l’esercitazione c’è anche la Cina, le cui forze armate sono state impegnate ad agosto fianco a fianco con i russi nelle manovre di Sibu/Interaction 2021, dove “sibu” è la traslitterazione in caratteri latini del termine cinese per indicare “occidente” (per i russi c’è “zapad”). Le attività, concentrate nella parte ovest della Cina, hanno coinvolto 10mila unità e oltre 400 sistemi d’arma, con l’obiettivo di testare capacità di “anti-terrorismo”, anche se, tanto Pechino quanto Mosca, indicano con il termine “terrorismo” quasi tutti gli obiettivi che affrontano militarmente (vale per la Russia in Siria o Libia, come per la Cina nello Xinjiang o a Hong Kong).

La collaborazione militare tra Mosca e Pechino non è cosa nuova. Eppure, rispetto al passato, la Sibu/Interaction 2021 ha fatto segnare un salto di qualità, con tanto di comando congiunto composto da un apposito “joint leadership body”. Altrettanto congiunta è stata la gestione di tutta una serie di applicazioni di comando e controllo, che ha richiesto la condivisione di sistemi avanzati di guerra elettronica, assetti che poggiano su capacità satellitari e radaristica che di rado le forze armate sono propense a condividere, se non con stretti alleati. Per Zapad-2021 con la Bielorussia tali aspetti sono marginali. La compenetrazione di capacità e attività militari è rilevante sin dalla dissoluzione dell’Unione sovietica.

(Foto: ministero della Difesa russo)



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