La digitalizzazione fa risparmiare soldi e CO2, in direzione della sostenibilità e dell’economia circolare aiutando le imprese verso la transizione digitale. Ecco come
Il recente aumento delle bollette ha riportato all’attenzione pubblica il tema del risparmio energetico ed economico, nella cornice di una nuova economia carbon neutral. Nonostante allo scoppio della bolla, la polemica si fosse concentrata sull’impatto delle misure di mitigazioni climatica in bolletta, come il calcolo del Commissario Timmermans delle componenti che incidono sui rincari ha invece rivelato, non è la transizione ambientale a far lievitare i costi. Sono proprio i ritardi a passare ad una nuova economia il motivo dei rincari, infatti, con le famiglie che si basano ancora su energie inquinanti e sempre più costose. Anche sul fronte del binomio sostenibilità e risparmi, la chiave di volta può dunque essere il digitale.
La digitalizzazione dei sistemi energetici sta infatti trasformando l’efficienza energetica e giocherà sempre più un ruolo fondamentale nella transizione verso l’azzeramento delle emissioni di CO2.
Secondo il report Net Zero dell’Agenzia Mondiale dell’Energia, i miglioramenti annuali dell’intensità energetica dovranno triplicare nel prossimo decennio per fornire 13 gigatonnellate (Gt) di riduzioni di CO2 entro il 2030.
“La digitalizzazione sta aprendo delle opportunità senza precedenti per efficienza e rinnovabili”, dichiara a Formiche.net Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, “rende infatti possibile gestire impianti che producono energia pulita, sistemi efficienti per il riscaldamento e il raffrescamento, la connessione della mobilità elettrica e creare sistemi a emissioni zero”.
Anche le nuove tecnologie, necessarie per sostenere nuove forme di lavoro come lo smart working, possono rappresentare un acceleratore per la transizione: favorendo più efficienza, minori costi, meno inquinamento, miglior conciliazione fra tempi della vita e del lavoro.
“Il cambiamento di questi mesi nello smart working non si deve fermare”, sprona Zanchini. “Abbiamo imparato che molte riunioni e molti spostamenti possono essere realizzati in forme meno impattanti per le città e per la vita di ognuno di noi”.
È d’accordo la direttrice generale di Anitec-Assinform Eleonora Faina: “Abbiamo visto che si possono svolgere mansioni in remoto, migliorando la gestione del tempo, riducendo spostamenti inutili nel traffico e soprattutto abbiamo imparato a utilizzare piattaforme di collaborazione, sistemi di archiviazione e gestione dei contenuti in cloud che consentono più flessibilità e adattabilità dei processi lavorativi”.
Il cloud computing è dunque una rivoluzione che ci può aiutare sia per ridurre i costi che abbattere le emissioni: dal caro bollette al climate change.
Le aziende che utilizzano il cloud riducono dell’88% la quantità di carbonio rilasciato nell’aria, utilizzano il 77% in meno di server e l’84% in meno di energia. “Tra i fattori abilitanti della trasformazione digitale in chiave sostenibile, il cloud computing è sicuramente tra i più significativi e promettenti; al contempo e le nuove tecnologie offrono solide risposte alla necessità di ridurre drasticamente l’energia utilizzata dai data center”, nota ancora Eleonora Faina.
Secondo lo studio “Cloud Computing – The IT Solution for the 21st Century” del Carbon Disclosure Project, solo le aziende americane potrebbero risparmiare 12,3 miliardi di dollari e fino a 85,7 milioni di tonnellate di CO2 attraverso il cloud verde.
Il risparmio energetico non riguarda solo il cloud, ma anche app ottimizzate. Ad esempio, l’americana General Services Administration (GSA), portando i suoi 17.000 utenti su Google Apps, ha ridotto di circa il 90% il consumo energetico dei server e dell’85% le emissioni di carbonio. Circa 285.000 dollari di risparmio dei costi energetici, una riduzione del 93%. Le aziende che adottano Gmail risparmiano il 98% di energie rispetto ai tradizionali sistemi di email ospitati su server “fattin house” e il risparmio che si può ottenere migrando su Google Apps arriva fino all’85%.
“Efficienza energetica, sostenibilità ambientale e digitalizzazione di Pa e imprese sono obiettivi chiave del Pnrr e per essere raggiunti dobbiamo mettere al centro l’innovazione”, insiste la Dg di Anitec-Assinform. “Dobbiamo farle viaggiare insieme, immaginando soluzioni che sfruttino la tecnologia per mitigare le esternalità negative derivanti dai nostri consumi privati e industriali, ma anche investendo per rendere le sempre più diffuse soluzioni cloud compatibili con le politiche di sostenibilità indicate a livello europeo e globale”.
L’azienda di Mountain View ha aiutato realtà come Whirlpool, Etsy, HSBC, Unilever e Salesforce a sviluppare nuove soluzioni per affrontare la sfida del cambiamento climatico e beneficiare del cloud più pulito del settore. Fra i progetti di Google per la sostenibilità troviamo anche nuovi strumenti per aiutare le aziende a scegliere aree più pulite come sede delle proprie risorse Google Cloud.
Durante questa settimana, in occasione di Google Cloud Next ‘21, l’azienda ha presentato nuove soluzioni che le aziende potranno scegliere per essere più sostenibili, ulteriori risorse che Google Cloud mette a disposizione delle imprese per supportarle nel loro processo di digitalizzazione e contribuire alla ripresa economica del Paese.
“Il cloud verde è la vera e propria quadratura del cerchio. Le nostre ricerche dimostrano che le aziende sono pronte, ma vogliono formazione e un aiuto per passare a queste nuove tecnologie. Per questo, ogni politica pubblica a favore è fondamentale, anche se posta in essere da privati. Basta che sostenga questa trasformazione, che deve avvenire attraverso una virtuosa collaborazione fra tutti”, nota infine Valerio Mancini, direttore del Centro di ricerca della Rome Business School.