C’è un tesoretto (infruttuoso) di risparmio privato. Le imprese dovrebbero poter accedere al finanziamento anche di piccoli investitori tramite piattaforme di raccolta online, con i commercialisti a fare da presidio. La proposta di Andrea Ferrari, presidente Aidc (Associazione italiana Dottori Commercialisti)

Ma dalla pandemia sembra che per fortuna stiamo uscendo. Questo sta provocando vivaddio una ripresa economica, che però porta con sé un ospite sgradito: l’inflazione, che per i capitali rischia di essere quel che per il formaggio conservato in cantina sono i topi. Allora, la domanda è: esiste una via per rendere produttivo per i risparmiatori investire, una via che faccia anche bene all’economia italiana nel suo complesso? A mio giudizio esiste, ma c’è bisogno di uno scatto culturale, e anche legislativo.
Fare questo sarebbe produttivo per entrambi: le imprese potrebbero giovarsi del supporto economico di investitori privati, innovando ed espandendosi, e dunque ponendo le basi per una crescita economica non di breve periodo. Dal canto loro i risparmiatori avrebbero l’occasione di rendere profittevole il risparmio, togliendolo da “sotto il mattone” dove è a rischio. Però, certo, i mercati finanziari possono essere un luogo che induce preoccupazione, specie per i non addetti ai lavori.
Ma a tutela del risparmiatore c’è la figura del commercialista che, presidiando questi nuovi portali, potrebbe attestare la solidità delle imprese che richiedono l’ammissione al sistema, contenendo così il rischio dell’investimento. Un commercialista che diventa advisor come una classica PMI italiana che si trasforma in public company. Nei paesi in cui queste parole non fanno paura il Pil è più robusto. Ne abbiamo parlato al IX Meeting nazionale AIDC con economisti, imprenditori innovativi, esponenti del Parlamento, del Mef, della Consob. Tutti concordavano: è il caso di provarci.