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La Difesa corre sul mare. Come saranno le nuove corvette europee

Lo scorso 6 ottobre si è tenuta la prima riunione operativa sul progetto per le nuove corvette europee (Epc). Il programma intreccia i vari meccanismi della Difesa europea (Pesco e fondi Edf) ed è a guida italiana. Via libera alla progettazione di due versioni di corvetta, una per l’esigenza di Italia e Grecia (nel Mediterraneo allargato) e una per Francia e Spagna, che guardano ai territori d’oltremare

Avanti tutta sulle nuove corvette europee, uno dei più rilevanti programmi della nascente Difesa comune. La Marina militare italiana, che guida le discussioni sul tema, ha comunicato oggi la riunione operativa sul progetto, tenuta lo scorso 6 ottobre con i rappresentanti degli altri Paesi coinvolti (Francia, Spagna, Grecia e Portogallo) e delle industrie che lavoreranno sul tema: Fincantieri, Naval Group, la joint venture Naviris e la spagnola Navantia. Presente anche l’Agenzia europea per la Difesa (Eda), individuata quale framework istituzionale per la fase di definizione ed armonizzazione dei requisiti comuni.

Il primo obiettivo è stato raggiunto, spiega la Marina italiana: “la convergenza necessaria per redigere i primi documenti tesi a descrivere il progetto e le sue caratteristiche”. È dunque in via di definizione il “project arrangement”, che avrà valore vincolante stabilendo ruoli e termini entro i quali si svolgerà la cooperazione tra i Paesi partecipanti.

Il progetto rientra all’interno della cooperazione strutturata permanente (Pesco), uno degli strumenti già previsti dai trattati dell’Ue, tra i principali meccanismi su cui si basa la rinnovata ambizione per una Difesa comune. Già da prima, gli Stati maggiori delle Marine di Francia e Italia avevano avviato studi congiunti sulla comune esigenza operativa, per unità deputate a missioni multiruolo e di pattugliamento: una nave smart, innovativa, economicamente accessibile, sostenibile, inter-operativa e flessibile. Il progetto è entrato ufficialmente nella Pesco a ottobre 2019, con la guida italiana e l’adesione immediata della Francia. Successivamente hanno aderito anche Grecia e Spagna, mentre il Portogallo è al momento a bordo in qualità di osservatore.

Visto il rilevante interesse dei Paesi in questione, il progetto per le corvette europee (Epc) è già intrecciato agli altri meccanismi in campo. A novembre dello scorso anno, la prima edizione della revisione coordinata annuale (la Card) ha individuato 55 opportunità di sviluppo cooperativo e sei capacità definite “cruciali”. Tra quest’ultime c’è la “European patrol class surface ship”. Più di recente, a fine giugno, sono stati pubblicati i primi bandi del Fondo Edf, dotato di 7,9 miliardi da qui al 2027. Tra le prime “calls for proposals”, pari a 1,2 miliardi di euro tra progetti di ricerca e programmi di sviluppo capacitivo, ci sono 60 milioni per lo sviluppo di “multirole and modular offshore patrol vessel”.

A livello industriale è il programma a cui punta Naviris, la joint venture tra Fincantieri e Naval Group. Lo scorso febbraio ha siglato sul tema un memorandum con il campione spagnolo, Navantia, rendendo così il possibile raggruppamento industriale perfettamente suscettibile dei finanziamenti europei. L’obiettivo è produrre il primo prototipo dal 2027.

Insieme all’Eda, tutti si sono ritrovati lo scorso 6 ottobre. “La riunione ha avuto esito molto positivo e ha rappresentato il primo ingaggio industriale in merito al progetto Epc, da cui sono emersi molti spunti utili”, ha spiegato il comandante Andrea Quondamatteo, responsabile del progetto per la Marina Militare. “Questa condivisione dei requisiti di alto livello al di fuori dell’ambito governativo è infatti fondamentale per il prosieguo del progetto, anche in considerazione che il 9 dicembre scadrà il termine ultimo della gara europea bandita dall’Edf”.

La strada scelta è per una piattaforma comune su base condivisa, che può essere personalizzata in base alle esigenze degli Stati membri. Il dislocamento complessivo non sarà superiore alle tremila tonnellate. Ciò, spiega la nota della Marina, “consentirà alla nave di operare anche da porti minori”. Di più: “La lunghezza della nave, da munire di motori diesel e/o elettrici, non supererà i 110 metri”. Si sono già delineate due versioni di corvetta: “Italia e Grecia hanno concordato sulla tipologia Full combat multipurpose”, vista l’esigenza “di avere un pattugliatore da impiegare nell’ambito del Mediterraneo allargato, con focus specifico sul Mediterraneo centrale e orientale, per compiti prevalentemente di presenza e sorveglianza, dotato di una varietà di sistemi volti a garantire un’adeguata capacità di autodifesa”. Invece, “Spagna e Francia sono interessate alla Long range multipurpose”, per una nave “con autonomia estesa per poter svolgere attività nei territori d’oltremare”.

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