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Ethereum batte Bitcoin, ma il futuro è incerto

Di Lorenzo Santucci

Secondo molti analisti, il sistema bitcoin sarebbe destinato a soccombere di fronte alla capacità multitasking di Ethereum. Però, quella che oggi è la piattaforma leader, rischia di essere raggiunta dalla concorrenza. Le sfide riguardano i nuovi aggiornamenti e la capacità di coesistere con le altre realtà

Se il presente sorride a Ethereum, i dubbi riguardano il futuro. La sua ascesa è dovuta al grande interesse che gli sviluppatori hanno mostrato per la piattaforma di blockchain, specialmente nell’ultimo anno quando l’hanno inondata con i vari DeFi (progetti finanziari decentralizzati) e Non Fungible Token (token digitali unici). Il prezzo della sua valuta eth è aumentata di nove volte mentre i token in giro per il mondo digitale ammontano a 350 miliardi di dollari. Un valore superiore al 40% rispetto a tutti i bitcoin, quasi il doppio rispetto a un anno fa. Proprio secondo molti analisti, il sistema bitcoin sarebbe destinato a soccombere di fronte alla capacità multitasking di Ethereum. Eppure, il leader del web 3.0 deve guardarsi dalla concorrenza.

Come sostenuto dal Financial Times, Ethereum al momento si trova in ritardo su specifici aggiornamenti tecnici. Uno di questi, chiamato Altair, che prevede uno sviluppo della mainnet alla Beacon Chain, è previsto per fine ottobre. Le velocità più rapide dei rivali, però, e la volatilità dei prezzi rischiano di far scendere Ethereum dalla cima in cui adesso gongola. In realtà, un piccolo contraccolpo già si è verificato. Nel momento in cui il numero di token in circolazione ha già raggiunto il picco, ci si attende un rallentamento se non addirittura un ridimensionamento, come accaduto il mese scorso.

L’altro problema in vista riguarda invece il passaggio dal sistema Proof of work (PoW) a quello Proof of stake (PoS). Mentre il primo meccanismo prevede dei problemi matematici molto complessi che i miners devono risolvere per operare in totale sicurezza, il PoS è un metodo alternativo più semplice in base a cui la certezza che l’utente non stia operando illegalmente è garantita dal numero dei token in suo possesso. Questo metodo ha sicuramente dei riscontri positivi in termini ambientali – i blocchi non vengono estratti ma coniati – e di costi, ma è anche vero che è caratterizzato da una serie di inconvenienti su cui Ethereum dovrà cercare di metter mano per risolverli.

Tra questi, quelli monetari. Come scritto, la differenza che rende Ethereum un gradino sopra Bitcoin è la sua versatilità e capacità di adattamento alle nuove situazioni. A dimostrazione di ciò, ci sono gli smart contracts, protocolli informatici che salvaguardano la stipulazione di un accordo. Lo stesso fondatore e lead evangelisti, Vitalik Buterin, ha assicurato che la sua blockchain è pronta per soddisfare tutte le recenti novità per gli utenti. Quello dei “contratti intelligenti” potrebbe essere un vantaggio incolmabile per le altre blockchain, così come il gran numero di sviluppatori che lavorano con la sua tecnologia.

I problemi, tuttavia, arrivano dall’esterno. Sì, perché alla crescita esponenziale di Ethereum ne è conseguita un’altra meno forte, ma comunque significativa, di altre realtà che potrebbero spodestarla. I token di Solana, ad esempio, sono quadruplicati da agosto, da quando è diventata la piattaforma per le nuove collezioni di NFT. Allo stesso tempo, queste nuove piattaforme di blockchain offrono la possibilità ai loro sviluppatori di utilizzare canali virtuali di Ethereum. In qualche modo, quindi, è come se si appoggiassero alla piattaforma. L’esempio lampante è l’utilizzo delle reti di livello 2, ovvero tecnologie nuove e ancora da scoprire ma che ruotano attorno a Ethereum. Questa, quindi, potrebbe ritrovarsi con nuovi competitors ma sempre su un gradino superiore.

Alla luce di ciò, Ethereum deve comunque rimanere al passo. Attualmente si trova alle prese con il difficile passaggio da PoW a PoS. Un’altra via che tenta di percorrere è quella di spezzettare la rete (“sharding”) in 64 registri separati ma collegati, così che non debba essere richiesta l’autenticazione ogni volta e da rendere la transazione più facile e veloce all’utente. Tutte le piattaforme sono alla ricerca della propria strada, anche quella che ad oggi è leader del settore. Con la speranza che si possa arrivare a una convivenza pacifica.

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