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Il tesoretto di Maduro ai 5 Stelle e Podemos? Le indagini in corso

Riaperto il fascicolo sul presunto riciclaggio e finanziamento illecito del regime venezuelano al partito fondato da Casaleggio. Mentre in Spagna le autorità giudiziarie sono in trattativa con l’ex capo dell’intelligence Carvajal per accedere alla lista di beneficiari e di chi distribuiva le “mazzette” del Venezuela in Europa e non solo…

Flusso di cassa dal Venezuela in Europa. Il piano di finanziamento con fini ideologici del regime di Nicolas Maduro, di cui ha parlato a Formiche.net la deputata venezuelana Mariela Magallanes, è sul tavolo delle autorità giudiziarie in Italia e in Spagna.

Riciclaggio e finanziamento illecito al partito Movimento 5 Stelle sarebbero i reati per cui la Procura di Milano indaga dalla primavera del 2020. Come si legge su La Stampa oggi, è stato riaperto il fascicolo per verificare se nel 2010 i pentastellati abbiano ricevuto circa 3,5 milioni di euro dal governo socialista venezuelano.

La vicenda è tornata sotto gli occhi delle autorità dopo l’interrogatorio a Hugo “El Pollo” Carvajal, l’ex capo dell’intelligence del presidente Hugo Chavez, arrestato in Spagna e in via di estradizione negli Stati Uniti.

Lunedì sarebbe già arrivato alle autorità spagnole un ordine di investigazione europea firmato dai pm italiani. “Un atto che svela le accuse ipotizzate in Italia: riciclaggio e finanziamento illecito al partito – si legge su La Stampa -. Anche perché non è detto, e da quel che si sa El Pollo non lo avrebbe escluso, che dopo il 2010 (per cui parte delle accuse sarebbero già prescritte) non ci siano stati altri presunti finanziamenti illeciti sull’asse Venezuela-5 Stelle”.

Prima di Carvajal, il finanziamento venezuelano al M5S è stato denunciato dal quotidiano spagnolo Abc, che l’anno scorso ha pubblicato un documento inedito dei servizi segreti venezuelani in cui si evidenza l’autorizzazione di una valigetta diplomatica con 3,5 milioni di euro indirizzata a Gianroberto Casaleggio, il “promotore di un movimento di sinistra rivoluzionario e anticapitalista nella Repubblica Italiana”.

Il giornalista, denunciato per diffamazione da Davide Casaleggio, è stato interrogato qualche settimana fa e, sebbene non abbia rivelato il nome della fonte, ha consegnato prove e testimonianze, tra cui lo stesso Carvajal.

Nel tentativo di evitare l’estradizione in America, l’ex capo dei 007 venezuelani ha detto di essere pronto a fare i nomi di chi distribuiva le mazzette per conto del regime di Maduro e a chi erano dirette. Una lista segreta che potrebbe includere i partiti, tra cui il M5S in Italia. Ma anche il finanziamento al partito spagnolo Podemos e l’invio di circa 21 milioni di dollari, sempre in valigette diplomatiche, all’alleato governo di Argentina e altri milioni al governo dell’Ecuador.

“La partita resta aperta, apertissima, metà sul piano politico e metà sul piano giudiziario – scrive Il Giornale -. I giudici spagnoli si attaccano a un cavillo, un vizio di forma provvidenziale, che blocca – almeno per ora – il procedimento e nei prossimi giorni l’interrogatorio riprenderà”.

In cambio delle informazioni sui beneficiari e le transazioni economiche del regime venezuelano, Carvajal vorrebbe protezione e una sorte di immunità per scongiurare l’arresto in un carcere degli Stati Uniti.

Carvajal è stato arrestato a settembre a Madrid grazie al contributo di due raider venezuelani che frequentemente gli consegnavano cibo nel suo nascondino e sono stati ricompensati dal Dipartimento del Tesoro americano con cinque milioni di dollari ognuno.

Carvajal era scomparso dopo che un tribunale spagnolo nel novembre 2019 aveva approvato una richiesta di estradizione verso gli Stati Uniti, come ricorda Formiche.net. “El Pollo” era stato degradato dall’amministrazione del presidente Nicolas Maduro perché aveva preso posizione a favore di Juan Guaido a febbraio come presidente ad interim del Venezuela. Era fuggito via mare nella Repubblica dominicana prima di raggiungere la Spagna.

Ad aprile del 2019 era stato arrestato, sempre a Madrid, dopo essere entrato nel Paese con un passaporto falso. Ma l’Udienza Nazionale respinse la prima richiesta di estradizione degli Usa perché era “motivata politicamente”, e fu liberato. E a novembre, approvata l’estradizione, Carvajal era introvabile.

Da anni, Carvajal era ricercato dal Dipartimento del Tesoro degli Usa, che sospetta legami tra lui e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia in affari di narcotraffico. In un atto d’accusa del 2011, gli Stati Uniti sostenevano che Carvajal avesse coordinato il trasporto di oltre 5,6 tonnellate di cocaina destinate al mercato dal Venezuela attraverso il Messico. Carvajal, ex capo della Direzione di controspionaggio militare del Venezuela per più di otto anni – nei governi di Chavez e di Maduro – rischia una condanna a 10 anni.

Per scoprire più dettagli sui “tentacoli” del regime venezuelano in Europa si attende anche la prossima udienza di Alex Saab, l’imprenditore colombiano, presunto prestanome di Nicolas Maduro, estradato a Miami e con legami e diverse proprietà in Italia (qui l’articolo di Formiche.net sulla moglie, Camilla Fabri).



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