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L’approccio One Health rivoluzionerà la sanità. L’incontro Formiche-Boehringer

Si è svolto a Roma l’incontro “Persone, animali e ambiente. One Health: un patto di comunità” ideato e organizzato da Boehringer Ingelheim e Formiche con il patrocinio della Camera di Commercio Italo-Germanica, Farmindustria e B20 Italy. Con gli interventi, tra gli altri, di Bruno Tabacci, Morena Sangiovanni, Sergio Dompé, Paola Testori Coggi

One Health è l’approccio olistico che affronta in interconnessione la salute dell’uomo, quella animale e quella dell’ambiente. Per raccontare questo cambio di paradigma, Boehringer Ingelheim e Formiche hanno organizzato l’incontro “Persone, animali e ambiente. One Health: un patto di comunità”, secondo evento del ciclo E=mc2, che ha il patrocinio della Camera di Commercio Italo-Germanica, Farmindustria e B20 Italy. Il dibattito è stato moderato dal direttore di Formiche.net Giorgio Rutelli.

Il talk è stato introdotto da Morena Sangiovanni, Country Managing Director Italia di Boehringer Ingelheim, che ha ricordato come l’approccio One Health sia al centro dell’azione dell’azienda tedesca: “Ci incontriamo per il secondo evento nel ciclo E=mc2, per parlare di One Health, la strettissima relazione tra salute umana, salute animale e salute dell’ambiente. Per Boehringer è un tema fondamentale e molto vicino alla nostra missione, per il nostro impegno a mettere a disposizione farmaci per uso umano e uso animale, e l’obiettivo ultradecennale di riduzione dell’impatto ambientale delle nostre attività industriali e commerciali. È un vero patto di comunità, abbiamo bisogno di partnership pubblico-private, ma anche di uno sforzo quotidiano e individuale, per agire tutti rispettosamente verso l’ambiente. Come azienda abbiamo contribuito alla stesura  del Policy Paper della Taskforce Health and Life Sciences del B20, guidata da Sergio Dompé, dove, nella raccomandazione 3, troviamo proprio il concetto di One Health per perseguire il progresso a favore delle persone, delle comunità e dell’ambiente”.

Dopo aver ricordato come con 116 miliardi di partnership commerciale Italia e Germania siano un’unica catena di valore, il consigliere delegato della Camera di Commercio italo-germanica Jörg Buck ha invocato un cambio di rotta in termini di transizione ecologica: “Servono indirizzi politici chiari. In Ricerca e sviluppo, la Germania investe il 3%, l’Italia 1,2%. Occorre fare di più. Oggi si parla di bio-rivoluzione, l’Italia e l’Ue possono essere apripista. Le imprese italo tedesche sono pronte a questa sfida”.

Per Nikola Katrin Lafrenz, consigliera per gli Affari sociali, il Lavoro, la Sanità, presso l’ambasciata della Repubblica Federale di Germania, “la pandemia è stata un campanello d‘allarme. Ma ha messo in luce le innovazioni che possono derivare dalle catastrofi. La Boehringer Ingelheim è un partner ideale, vero e proprio motore per la formula One Health”.

Sergio Dompè, Chair della Task Force B20 Health & Life Sciences, ha invece evidenziato che “è importante l’approccio olistico. L’ambiente è la nostra casa. Ne va della tua salute, se la casa è pulita o sporca. La salute dell’ambiente è la nostra. La sfida è cercare di avere l’accesso all’innovazione che farà la differenza.”

Il Presidente Dompé ha posto l’accento su tre messaggi chiave per affrontare il futuro: il new normal deve diventare la collaborazione tra Governi, agenzie regolatorie e aziende, questo anche il messaggio che il B20 ha dato al Presidente Draghi; l’accesso all’innovazione farà la differenza e quindi un ecosistema complessivo che veda la  collaborazione pubblico –  privato sulle grandi priorità della salute, comprendendo anche le agenzie regolatorie, affinché si possa passare da  una sanità quantitativa a una sanità qualitativa.

Infine, “tutto ciò ha bisogno di un presupposto fondamentale: la collaborazione pubblico -privato per creare i presupposti per la sostenibilità”. Dompè ha concluso con un ringraziamento: “Siamo grati al presidente Draghi, per la prima volta il nostro Paese è preso ad esempio dalla Commissione europea. Il green pass darà al nostro Paese maggiori garanzie per sconfiggere la pandemia”.

A fare eco alle parole di Dompé è stato poi il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Bruno Tabacci, che ha ribadito come “La salute deve essere pensata come globale, riguarda tutti gli esseri viventi sulla Terra. La scienza è stata in grado in un tempo molto rapido di dare una risposta alla pandemia. Ma ora l’incognita è la vaccinazione globale. Se ci sono 4 miliardi di persone non coperte dalla vaccinazione, saremo tutti a rischio. Non possiamo pensare che la transizione la facciano alcuni e non altri, la si fa tutti. Un patto di comunità presuppone che tutto il mondo si riconosca in questo messaggio”.

Nella seconda parte del panel ha preso la parola per primo il Cancelliere della Pontificia Accademia per la Vita monsignor Renzo Pegoraro, che ha portato sul tavolo la questione etica legata a One Health ricordando l’importanza di una bussola morale che guidi le politiche sanitarie mondiali e la necessità di una nuova governance che risolva l’eccessiva frammentazione tra enti locali, governi e organizzazioni sovranazionali. Paola Testori Coggi, Chair T20 Task Force Global Health and Covid-19, ha invece evidenziato come le politiche della salute, oltre a dare lustro all’Italia sulla scena internazionale, promuovano un settore industriale strategico: “E’ con l’esperienza della Sars che ci venne l’idea di avere la joint procurement per comprare i vaccini a livello europeo, fondamentale per efficienza ed economicità. Manca una piattaforma gestita da scienziati che serva a condividere i dati senza controllo politico”.

Arianna Bolla, Presidente dell’Associazione nazionale imprese salute animale, ha poi rilevato come il ruolo del settore veterinario sia determinante in questo contesto, auspicandone una sempre maggiore presenza ai tavoli della sanità. A concludere il dibattito è stato Andrea Urbani, DG Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute, che ha spiegato come l’Italia sia all’avanguardia nel monitoraggio dell’impatto delle politiche sanitarie ma che per essere ancora più efficienti nel combattere le malattie serve uno sforzo in più sulla condivisione dei dati.


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