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La pubblica amministrazione digitale? La legge è ferma a 20 anni fa

Durante la lezione “La pubblica amministrazione onlife”, Francesco Di Costanzo, presidente dell’Associazione PA Social e della Fondazione Italia Digitale ha discusso con il professor Michele Zizza della Cattedra di Culture Digitali e Social Media dell’Università della Tuscia dell’obiettivo di preparare i dipendenti pubblici al futuro

Circa 60 studenti, metà in aula e metà in streaming per ascoltare la lezione – evento di Francesco Di Costanzo, presidente dell’Associazione PA Social e della Fondazione Italia Digitale ospite della Cattedra di Culture Digitali e Social Media del Professor Michele Zizza. “La Pubblica Amministrazione Onlife” – Tre ore di approfondimento per analizzare i benchmark nella PA dal 2000 ai giorni nostri.

A introdurre l’evento è stato il Direttore del Dipartimento di Scienze Umanistiche, della Comunicazione e del Turismo Professor Giovanni Fiorentino che ha sottolineato l’importanza di una divulgazione al digitale necessaria per garantire un miglior servizio ai cittadini. Di Costanzo ha percorso le fasi diacroniche che hanno portato alla digitalizzazione dell’establishment e ai tanti obiettivi ancora da raggiungere. Obiettivi necessari anche in relazione alla consapevolezza che i cittadini, secondo un riscontro statistico, si fidano della rete e reputano l’ecosistema digitale un luogo sicuro in cui è fondamentale informarsi e interagire.

“L’invito alla multidisciplinarietà per potersi preparare alle sfide presenti e future e l’importanza di analizzare i vulnus e le buone pratiche della PA per costruire il proprio percorso formativo” – questo il messaggio di Di Costanzo che, in un secondo momento, ha spiegato il perché della Fondazione Italia Digitale e quali i settori di applicazione delle policy che nasceranno. A definire l’approccio teoretico è stato Zizza che ha declinato il dibattito nella terza fase degli internet studies e alla necessità di ufficializzare la quarta fase in relazione alla scientificità degli argomenti trattati anche nel percorso PA Social.

Particolare attenzione è stata rivolta allo smart working e alla comparazione con i modelli esteri che hanno cambiato il paradigma del lavoro dopo l’emergenza Covid. Altro aspetto trattato è stato quello delle esigenze ordinarie che vedono il cittadino alle prese con una PA che ha forte lentezza ad aggiornarsi e di quanto sia necessario, appunto, assorbire giovani professionisti che contribuiscano al cambiamento.

Ma perché ciò avvenga è necessario che la legge riconosca e tuteli le giovani professioni e garantisca posti riservati a coloro che hanno affrontato studi accademici dedicati. “Il prossimo 15 ottobre torneranno gli Stati Generali della nuova comunicazione pubblica. Noi ci siamo, la riforma della legge di settore ancora no, nonostante tantissime buone pratiche in tutta Italia” – ha ribadito Di Costanzo.

Un chiaro messaggio per accelerare sull’aggiornamento dello strumento legislativo vecchio, oramai, di oltre 20 anni. 20 anni in cui tutto è cambiato e i cittadini vivono, appunto, onlife. C’è il serio rischio di non rendere competitivo il nostro paese nel contesto comunitario e internazionale e di non accompagnare, nel modo giusto, il cittadino in questa rivoluzione in corso. Tante le domande e gli spunti e la forte volontà, da parte dei discenti, di voler contribuire alla transizione digitale nella PA.

Un dibattito che è andato oltre le ore previste e ha aperto a nuovi argomenti come quello della media education nella PA, un punto fondamentale affinché anche l’operatore di sportello acquisisca le competenze necessarie a risolvere un problema di identità digitale o di Green Pass.


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