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Riconoscere Sputnik e i vaccini cinesi? L’Ue lascia la patata bollente a Speranza

Scaricabarile della Commissione europea sugli Stati membri per il riconoscimento dei vaccini ai fini dell’ottenimento del green pass. Il retroscena de “La Stampa” e le opzioni per il governo Draghi

Il “riconoscimento” della vaccinazione con Sputnik, il vaccino russo in rolling review all’Ema da marzo, ai fini dell’ottenimento del Green Pass “può essere decisa a livello nazionale”, ha spiegato la Commissione europea. “Di base è una decisione nazionale”, anche se naturalmente qualsiasi provvedimento assunto in merito deve essere “senza discriminazioni” nei confronti delle persone provenienti da altri Stati membri, ha sottolineato il portavoce dell’esecutivo comunitario Christian Wigand durante il briefing con la stampa a Bruxelles.

Della “sanatoria per Sputnik” si è occupata La Stampa, che riporta le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza: “Stiamo provando in Commissione [europea] a far approvare un documento che preveda il mutuo riconoscimento dei vaccini anche non comunitari ai fini della libera circolazione delle persone e del rilascio della certificazione verde”. Il quotidiano torinese diretto da Massimo Giannini prosegue osservando come il ministro sembri “puntare le sue fiches sull’Europa per sbrogliare la matassa tutta italiana del vaccino russo Sputnik e dei cinesi Sinovac e Sinopharm, non autorizzati dall’Ema e per questo non validi ai fini del rilascio del Green Pass”. Si tratta, continua il giornale, di “un problema per decine se non qualche centinaio di migliaia di lavoratori stranieri, soprattutto colf, badanti, braccianti, autotrasportatori, operai edili e marittimi, costretti dal 15 ottobre a lavorare in uno stato di illegalità o a tamponarsi ogni 48 ore, con relativa spesa di 15 euro per ciascun test”. Basti pensare che, ha spiegato la Coldiretti, “quasi un lavoratore agricolo straniero su due proviene da Paesi in cui è stato autorizzato il vaccino Sputnik”.

Guai, avverte La Stampa, a confondere “per un’apertura quello che sembra più uno scaricabarile”. Cioè le parole del portavoce della Commissione europea, che sembra dire all’Italia di vedersela da sé.

Infatti, se il blocco dell’Est e la Finlandia premono per il riconoscimento, i Paesi occidentali sembrano non aver fretta di risolvere un problema che interessa soltanto l’Italia, unico Paese in cui vige l’obbligo di Green Pass per lavorare.

“La soluzione che piace a Speranza”, prosegue La Stampa, “sarebbe quella di modificare il regolamento europeo sul Green Pass di prossima uscita, consentendo di registrare sulla piattaforma Ue che rilascia la certificazione verde anche i vaccini extra europei”. E se l’Europa dovesse fare orecchie da mercante? “C’è già pronta un’alternativa”, conclude il giornale: “Procedere autonomamente per decreto legge sulla falsa riga di quello che ha prorogato al 31 dicembre la libera circolazione dei sanmarinesi vaccinati con Sputnik”.



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