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Aspetta e dispera. La strategia zero-Covid della Cina

Le autorità hanno dichiarato la modalità di emergenza in 11 province per l’aumento dei contagi. Ad oggi Pechino non pensa ad un’altra strada perché non è pronta a convivere con il virus. Regole, cancellazione e la meta (lontana) della campagna vaccinale

 

Come il Regno Unito, anche la Cina è alle prese con la gestione di una nuova ondata di contagi Covid-19. Wu Liangyou, funzionario della Commissione Nazionale della Sanità cinese, ha confermato che l’aumento dei casi è causato dalla variante Delta, per cui le autorità hanno deciso di dichiarare la “modalità di emergenza” in 11 province del Paese.

Mi Feng, portavoce della Commissione, ha dichiarato che l’aumento dei casi si è registrato dal 17 ottobre. I pazienti sono stati in contatto con persone che hanno viaggiato tra le regioni, per cui si prevede una crescita ulteriore nei prossimi giorni.

Secondo l’agenzia Bloomberg, alcune città delle province di Gansu, inclusa la capitale, Lanzhou, e Mongolia Interna, hanno fermato i servizi di autobus e taxi a causa del virus.

“La Cina ha informato di nuove infezioni locali confermate per Covid-19 – si legge su Bloomberg -, incluse sette in Mongolia Interna, sei in Ningxia, quattro a Pechino, una a Hebei, una a Hunan e una a Shaanxi”. Sono stati confermati anche altri casi asintomatici a Hunan e Yunnan”. Chi si trova in una delle località in “modalità emergenza” ha il divieto di visitare o rientrare nella capitale cinese.

La ripresa dei contagi Covid-19 è stata la causa principale della cancellazione della maratona programmata per il 31 ottobre a Pechino, secondo il quotidiano Beijing Daily. È stata cancellata anche la maratona di Wuhan, programmata per domenica.

Inoltre, le autorità hanno anche chiuso il Tempio dei Lama, tra i siti turistici più noti di Pechino. La misura entrerà in vigore da domani temporaneamente “per  prevenire e controllare più efficacemente la pandemia”.

Nonostante la situazione, la Cina non intende abbandonare la strategia di zero Covid. Recentemente, Gao Fu, direttore del Centro di Controllo e Prevenzione di Malattie del Paese asiatico, ha spiegato che le autorità hanno deciso di “attendere e vedere” prima di seguire una strada diversa.

Gao ha confermato questa posizione in un incontro sulla sanità pubblica nell’Associazione di Nazioni del Sudest Asiatico, spiegando che la Cina “non è pronta per diventare una società che convive con il virus”.  Tuttavia, il funzionario ha lasciato aperta la possibilità di un cambiamento in futuro: “Tutto è in uno stato dinamico e siamo si penserà ad un’altra strategia se è necessario, tutto è possibile”.

Altri Paesi come la Nuova Zelanda, Australia e Vietnam, hanno deciso di abbandonare la strategia “zero Covid”, in seguito all’aumento di casi per la variante delta e l’andamento positivo della loro campagna vaccinale.

La Cina, invece, è ancora molto indietro sugli obiettivi che si era fissata sui vaccini. La Commissione Nazionale della Sanità sostiene che circa il 74,2% della popolazione è stata completamente vaccinata contro il Covid-19. Ma i dati raccolti evidenziano la perdita di immunità dopo pochi mesi per chi è stato inoculato con i vaccini cinesi Sinovac e Sinopharm. Per questo, sono stati già vaccinati con rinforzi gli adulti che hanno ricevuto l’ultima dose sei mesi fa.

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