In pochi anni ci si potrà spostare dall’aeroporto di Fiumicino al centro di Roma in appena venti minuti grazie a VoloCity, il taxi volante targato Volocopter. Un prototipo è stato svelato oggi presso lo scalo romano, dove Aeroporti di Roma ha presentato la partnership con l’azienda tedesca, Atlantia ed Enac
La mobilità urbana del futuro è atterrata a Roma, e più precisamente all’aeroporto di Fiumicino. Ha le fattezze di un taxi volante con 18 rotori e batterie al litio, chiamato VoloCity, in grado nel giro di tre anni di collegare il centro della Capitale in circa venti minuti. All’inizio avrà il pilota a bordo, ma in prospettiva sarà a guida autonoma. Un prototipo del velivolo è stato svelato oggi allo scalo Leonardo Da Vinci, dove Aeroporti di Roma, con il patrocinio dell’Enac, ha riunito il settore del trasporto aereo per parlare del futuro della mobilità urbana e presentare la partnership con Volocopter e Atlantia.
L’EVENTO
A fare gli onori di casa il presidente Claudio De Vincenti insieme a Carlo Bertazzo, ceo di Atlantia. Tra i partecipati la vice ministra delle Infrastrutture Teresa Bellanova, Paolo Orneli, assessore allo Sviluppo economico della Regione Lazio, e gli onorevoli Enza Bruno Bossio e Luca Carabetta, membri dell’Intergruppo parlamentare per l’innovazione. “Stiamo lavorando per fare di Roma una delle prime capitali europee a mettere in atto i servizi della mobilità urbana del futuro”, ha detto De Vincenti. “Su questo progetto – ha aggiunto l’ad Marco Troncone – innovazione e sostenibilità si connettono davvero”.
IL VALORE DEL SETTORE
La mobilità urbana avanzata rappresenta uno dei campi più interessanti dello sviluppo del trasporto aereo, trainata dall’innovazione tecnologica e dalle esigenze di sostenibilità. Il potenziale del settore è in forte crescita, con un valore di mercato per l’Europa stimabile in oltre quattro miliardi di euro al 2030. Dal suborbitale ai taxi volanti, il ministero delle Infrastrutture lavora su “una pluralità connessa di aspetti”, ha detto la vice ministra Bellanova. L’obiettivo, ha spiegato, è “rendere disponibile al Paese un modello di mobilità aerea urbana in grado di offrire servizi evoluti ai cittadini e dare risposte ai sistemi territoriali, nel quadro della transizione digitale ed ecologica”.
IL PROGETTO
Aeroporti di Roma, in collaborazione con Atlantia, è stata tra i primi a credere in Volocopter, l’azienda tedesca (circa 500 dipendenti in Germania) che ha realizzato VoloCity e che si colloca tra i costruttori più avanzati nella realizzazione dei velivoli e-Vtol, cioè assetti a decollo e atterraggio verticali spinti da motori elettrici. Velocità di crociera 90 chilometri orari, carico fino a 200 chilogrammi, il velivolo potrà trasportare al massimo due passeggeri per percorrere una distanza fino a 65 chilometri. “Il viaggio sarà molto semplice: si potrà riservare un posto a bordo col telefonino, e poi recarsi al vertiporto, salire su VoloCity e arrivare in venti minuti al centro della città”, ha detto Christian Bauer, ceo di Volocopter. A dieci anni dal volo del primo prototipo, ha aggiunto il manager, Volocopter sta lavorando per ottenere dall’Easa (l’ente certificatore europeo) la certificazione al trasporto passeggeri “nel giro di due anni”.
LA SFIDA GIUBILARE
Da parte sua Aeroporti di Roma sta già progettando i vertiporti, in modo da facilitare l’avvio operativo dei primi servizi di connettività su Roma con una timeline che appare sfidante. AdR, ha spiegato Troncone, vuole “permettere a Roma di essere tra le prime città in Europa ad attivare questo genere di collegamenti, già nel 2024, prima dell’inizio del Giubileo”. Per questo “stiamo lavorando in sinergia con tutti gli stakeholder di riferimento e i partner industriali”, aggiungeva il manager.
URBAN BLUE
Solo pochi giorni fa è stato lanciato ufficialmente Urban Blue, progetto di mobilità sostenibile che prevede la costituzione di una società partecipata da AdR, Aeroporto di Venezia, Aeroports de la Cote d’Azur e Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna per lo sviluppo delle infrastrutture di mobilità aerea urbana a livello internazionale. La società conterà sulla partnership industriale attivata nel 2020 con Volocopter e, in una prima fase, realizzerà studi di fattibilità tecnico-economici e masterplan, in coordinamento con tutti gli attori del nuovo ecosistema, propedeutici alla fase autorizzativa e alla successiva realizzazione e gestione dei vertiporti.
L’APPROCCIO SISTEMICO
Parola d’ordine “sinergia”, concetto richiamato da molti degli speaker al convegno odierno. “Ogni tecnologia ha una storia, non nasce da un colpo di bacchetta magica – ha spiegato Enza Bruno Bossio – ma per passare dalla sperimentazione alla caduta a terra ha bisogno di tutto l’ecosistema, compreso quello istituzionale”. Dall’onorevole Carabetta una rassicurazione: “Mai come sull’innovazione tecnologica si registra tanta trasversalità tra tutte le forze politiche”.
NUOVI SISTEMI DI GESTIONE DEL TRAFFICO
Dunque, “il campo di gioco su cui dobbiamo giocare è quello sistemico, con tempistiche molto sfidati e l’esigenza di parlare in termini complessivi di infrastrutture, compreso lo spazio aereo”, ha rimarcato Maurizio Paggetti, coo di Enav. Per la società nazionale di assistenza al volo (già avanti nel campo dei droni) si tratta di sviluppare “un efficace, efficiente e sicuro Urban air traffic management”, una “evoluzione di modello di gestione del traffico aereo che l’Italia è in grado di affrontare”.
LA SFIDA DELLA REGOLAMENTAZIONE
E poi c’è la sfida della regolamentazione, per un’integrazione sicura ed efficace dei nuovi velivoli nello spazio aereo esistente e nell’impulso complessivo all’intermodalità. Si tratta di “adattare l’innovazione tecnologica e le regole – ha spiegato il presidente dell’Enac Pierluigi Di Palma –il business arriva e si sviluppa se lo fa nel perimetro della sicurezza”. E quest’ultima si garantisce “mettendo dei paletti prima”. Anche su questo i tempi sono sfidanti, ma aiuterà l’approccio sistemico adottato sin dalle fasi iniziali.