Skip to main content

Ha ispirato l’agente 007 ma non l’ha mai sopportato. 00Podcast parla di Popov

Sono disponibili due nuove puntate di 00Podcast, una produzione Formiche.net in collaborazione con Intesa SanPaolo. Ecco chi sono le spie al centro dei racconti

Da poche ore sono disponibili sul sito di Intesa Sanpaolo e su tutte le principali piattaforme due nuove puntate di “00Podcast”, un podcast di Formiche.net, realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo, un viaggio “sotto copertura” nel mondo dello spionaggio internazionale scritto e realizzato da Gabriele Carrer.

IL PODCAST

Alcuni hanno pagato con la vita. Altri l’hanno voluta, dovuta o potuta cambiare. E c’è anche chi non è mai uscito allo scoperto. Ma che cosa spinge un agente segreto ad arruolarsi o a essere reclutato? A questa domanda spesso ci possono essere almeno quattro risposte, riassumibili in un acronimo inglese, Mice, . Cioè money (denaro), ideologia, coercizione o compromise (essere compromessi) ed ego. Essere vulnerabile a uno di questi fattori, ha spiegato Stanislav Levchenko, ex ufficiale del Kgb passato dalla parte degli Stati Uniti nel 1979, ti rende una preda facile.

GLI OSPITI

Una puntata, una spia le cui gesta sono passate alla storia. In questo viaggio Carrer viene affiancato da ex agenti segreti, esperti e docenti per cogliere l’attualità di ognuno dei protagonisti.

LE PRIME DUE PUNTATE…

La prima puntata si apre con un raro discorso di qualche anno fa dell’allora “C”, cioè il capo dei servizi segreti britannici (Sis), Sir Alex Younger, che spiega perché James Bond oggi non sarebbe accettato tra le spie di Sua Maestà. Che cosa rende l’intelligence inglese un punto di riferimento? A questa domanda rispondono la storia di Paul Henry Dukes, spia britannica nella Russia imperiale reclutata personalmente del primo direttore del Sis, e la testimonianza di Alfredo Mantici, ex capo del Dipartimento analisi strategica del Sisde, oggi presidente di Humint Consulting e detective per il reality di Amazon prime “Celebrity Hunted – Caccia all’uomo”. “Gli unici che hanno imparato” la lezione inglese, spiega Mantici, “sono gli israeliani: durante i disordini degli anni Trenta e prima della guerra d’indipendenza si sono fronteggiati con gli inglesi, li hanno studiati, e [oggi] i servizi israeliani sono modellati su quelli dei loro antichi nemici”.

E così si arriva alla seconda puntata di “00Podcast”, il cui protagonista è un agente di Israele prima della nascita dello Stato ebraico: Jamil Cohen, con un cognome che da Eli (“The Spy” su Netflix) a Yossi (l’ex direttore), ha fatto la storia del Mossad. Nell’episodio il semiologo Ugo Volli spiega che per capire la storia delle prime spie di Israele “bisogna partire dal fatto che il popolo ebraico, a partire almeno dal X secolo, è stato diviso in due grandi tronconi: quello occidentale (ashkenazita) e quello orientale (mizrahi)”. Il sogno di costruire lo Stato “è comune a entrambi”, racconta il professore, “ma per ragioni storico-politiche diventa qualcosa di concreto a partire dall’Europa e quindi dal mondo ashkenazita alla fine dell’Ottocento”. I mizrahi vengono cacciati dagli altri Paesi e in qualche modo sono marginalizzati in Israele. Ma sono loro che conoscono meglio il territorio e i nemici di Israele, aggiunge.

… E LE ALTRE DUE

Elegante dongiovanni, aristocratico e poliglotta, attore consumato, giocatore d’azzardo senza paura, appassionato di auto veloci: Dusko Popov, la spia doppiogiochista che ha ingannato i nazisti sullo sbarco in Normandia, che ha ispirato Ian Fleming per il personaggio di James Bond e a cui né lo scrittore né tantomeno il suo agente 007 sono mai piaciuti troppo, è il protagonista della terza puntata di 00Podcast. Protagonista della Seconda guerra mondiale e della Guerra fredda è Kim Philby, la spia più intelligence dell’Impero britannico. Quando scomparse per ricomparire in Unione europea come colonnello del Kgb, la società inglese rimase sconvolta: un interno sistema crolla. La vita di illusione e delusione di Philby è al centro della quarta puntata, con ospite Paolo Bertinetti, professore di Letteratura inglese all’Università di Torino.


×

Iscriviti alla newsletter