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La Nato si ritrova a Riga. L’agenda e le sfide di Lukashenko e Putin

Un’agenda densa attende i ministri degli Esteri della Nato, tra cui Luigi Di Maio, a Riga dove domani Jens Stoltenberg aprirà una riunione concentrata sulle sfide al fianco meridionale dell’Alleanza. L’attenzione è sull’uso della pressione migratoria da parte del regime di Lukashenko e sul potenziamento militare perseguito dalla Russia di Vladimir Putin. Ci sarà spazio anche per l’Afghanistan e per la collaborazione con l’Ue

La guerra ibrida di Lukashenko sul fronte migratorio, la crescente pressione russa ad est e la collaborazione con l’Unione europea. Questi i temi della ministeriale Esteri della Nato, in programma a Riga, in Lettonia, domani e dopodomani, anticipata dal viaggio nel Paese (e in Lituania) del segretario generale Jens Stoltenberg. Ieri c’era anche Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, come segno di solidarietà agli alleati Nato e ai membri Ue nella regione baltica, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la cooperazione tra le due organizzazioni.

IN LITUANIA E LETTONIA

Stoltenberg ha incontrato il presidente lituano, Gitanas Nausėda, e il primo ministro Ingrida Šimonytė sugli sviluppi per affrontare la questione del rafforzamento militare russo al confine della Lituania, sottolineando che “nessun alleato della Nato è solo”. Gli alleati hanno infatti espresso solidarietà con il Paese baltico, fornendo aiuto pratico, anche grazie ad un team di esperti Nato da poco lì dispiegato per condividere informazioni utili e esperienze nel contrasto a minacce ibride. In Lettonia, si sono tenuti colloqui con il primo ministro Krišjānis Kariņš. In questa occasione Stoltenberg ci ha tenuto a ricordare che “la Nato è fortemente impegnata nella sicurezza della Lettonia; anche attraverso la presenza del nostro battaglione multinazionale a Ādaži, dove dieci alleati servono insieme alle forze lettoni, per scoraggiare le aggressioni e preservare la pace”. Oggi il segretario generale è stato impegnato nel visitare il battaglione Nato ad Adaži, guidato dal Canada, uno dei quattro battlegroup multinazionali della Nato schierati nella regione baltica e in Polonia.

NATO E RUSSIA

Venerdì scorso, come di consueto, Stoltenberg ha anticipato i temi e le priorità che verranno affrontati nella riunione dei ministri degli Esteri Nato, a partire dal potenziamento delle forze russe sul fianco est dell’Alleanza. La Russia deve “mostrare trasparenza, ridurre le tensioni e smorzare la situazione; l’approccio della Nato alla Russia rimane invariato; manteniamo la nostra difesa e deterrenza forte, pur rimanendo aperti al dialogo”, ha dichiarato Stoltenberg. La situazione nella regione verrà discussa anche con i vicini partner dell’Alleanza atlantica: Georgia e Ucraina. Dunque, in merito alle attività militari russe ai confini ucraini, il segretario generale invita la Federazione russa ad essere “trasparente, a ridurre le tensioni e ad abbassare la guardia” poiché “la Nato è pronta a difendere tutti gli alleati, e continueremo a fornire al nostro partner Ucraina un sostegno politico e pratico”. Permangono d’altra parte le tensioni, come dimostra anche la recente accusa del ministro della Difesa russo sui voli dei bombardieri Usa a venti chilometri dai confini russi. Accusa accompagnata dalla conferma del piano di modernizzazione delle forze (nucleari e convenzionali) da parte di Mosca, corredato dall’avvicinamento a quello che considera “partner strategico”, ovvero la Cina, con una sempre crescente collaborazione in campo militare.

I TEMI DELLA MINISTERIALE

Ad attendere Luigi Di Maio e colleghi c’è anche la situazione al confine tra Polonia e Bielorussia, con l’azione del regime di Lukashenko sul fronte migratorio. Per contrastare la campagna ibrida che preme ai confini est dell’Unione europea, il segretario generale dell’Alleanza ha evidenziato come la cooperazione tra Nato e Ue sia essenziale. “Questa crisi colpisce sia la Nato che l’Unione europea; la Lituania è un membro di entrambe le organizzazioni, quindi è importante per la presidente von der Leyen e me essere qui insieme”. L’agenda della ministeriale prevede che verrà inoltre discusso anche il ruolo della Nato nel regime controllo degli armamenti, nel disarmo e nella non proliferazione. “Dalla Guerra fredda, la Nato ha ridotto il numero di armi nucleari in Europa di oltre il 90%; tutti gli alleati sostengono l’obiettivo di un mondo senza armi nucleari, e la Nato è determinata a mantenere il suo ruolo guida nel controllo delle armi”, ha sottolineato Stoltenberg.

Si tornerà poi a parlare di Afghanistan, a pochi giorni dall’annuncio della missione italiana Aquila Omnia Bis per far uscire dal Paese altre centinaia di ex collaboratori della Difesa nazionali.  Il focus della Nato è soprattutto sulla ricerca di lezioni utili per la gestione delle future operazioni di crisis-management. Oltre a ciò, gli occhi sono puntati inoltre sugli sviluppi nei Balcani occidentali, rivolgendo particolare attenzione al ruolo della Nato come promotore della sicurezza e stabilità nella regione.

VERSO IL NUOVO CONCETTO STRATEGICO

Tutto ciò rientra negli incontri che porteranno a giugno del prossimo anno, quando andrà in scena il summit di Madrid, all’adozione del nuovo Concetto strategico della Nato. “Deve tenere conto delle nuove realtà, comprese le azioni aggressive della Russia, una Cina più assertiva, tecnologie emergenti e dirompenti, e l’impatto del cambiamento climatico sulla sicurezza”, ha spiegato Stoltenberg. A dieci anni dal Concetto strategico adottato a Lisbona, ha aggiunto, “guiderà il nostro continuo adattamento in un mondo più competitivo”. Occhi puntati anche sulla collaborazione con l’Ue, a poche settimane dalla presentazione della prima bozza di Strategic Compass. Entro la fine dell’anno è attesa una nuova dichiarazione congiunta. Stoltenberg e von der Leyen ieri hanno discusso su come poter “intensificare il nostro lavoro comune, perché siamo più forti e più sicuri quando lavoriamo insieme”.



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