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Cose turche. Un analista accusato da Ankara di spionaggio per l’Italia

Metin Gürcan, ex capitano delle forze armate, oggi analista e politico all’opposizione del “sultano”, accusato di “spionaggio politico e militare”. Ecco i dettagli degli incontri con i diplomatici italiani e spagnoli

C’è una spy story che rischia di incrinare i rapporti tra Italia e Turchia dopo quel “dittatore” riservato all’indomani del “sofa gate” da Mario Draghi a Recep Tayyip Erdogan ad aprile e la pace durante una lunga telefonata di settembre, raggiunta anche grazie al lavoro di Luigi Mattiolo, consigliere diplomatico del presidente del Consiglio e dal 2015 al 2018 ambasciatore italiano ad Ankara.

La spy story riguarda l’analista militare turco Metin Gürcan, arrestato la scorsa settimana dalla polizia nella sua abitazione a Istanbul. È accusato dai magistrati locali di “spionaggio politico e militare” per alcune analisi strategiche fornite a diplomatici italiani e spagnoli ad Ankara. Lo riferiscono media locali, citando la testimonianza ai giudici di Gürcan, che avrebbe confermato di aver redatto studi per ambasciate straniere in cambio di denaro ma sempre sulla base di informazioni note al pubblico, senza quindi rivelare segreti militari. L’analista, ex capitano delle forze armate turche, è tra i fondatori del partito Deva, di opposizione al presidente Erdogan.

Ma, come ha raccontato Mariano Giustino, corrispondente di Radio Radicale dalla Turchia, l’analista, pedinato dai servizi turchi dal 2020, ha spiegato di non aver condiviso documenti ufficiali ma soltanto “presentato le mie analisi con fonti aperte”.

Avrebbe incontrato “R.”, diplomatico dell’ambasciata di Spagna, in un hotel della capitale il 30 novembre del 2020. “Gli ha presentato i grafici e le analisi che ho preparato da fonti aperte a suo beneficio, tra cui non solo la Turchia, ma anche gli sviluppi in Iraq, Iran, Siria, Afghanistan, Libia, occasionalmente Grecia e Ucraina”, ha spiegato l’analista che ben conosce il diplomatico. In cambio, avrebbe ricevuto 400 dollari al mese.

Invece, il 6 gennaio 2021 avrebbe incontrato per mezz’ora un ufficiale dell’ambasciata italiana, “A.”, nel parcheggio di un centro commerciale di Ankara facendolo salire sulla sua automobile. Un altro incontro il 21 gennaio, questa volta su un veicolo dell’ambasciata italiana per presentargli dei documenti. Terzo incontro il 4 febbraio, sempre nell’auto dell’ambasciata italiana, sempre nello stesso centro commerciale. Il funzionario italiano “ha detto che gli piaceva il programma sulla Siria. Ha scambiato informazioni su Mediterraneo orientale, Libia, Italia, relazioni con la Grecia, situazione dei rifugiati, Afghanistan”, ha spiegato Gürcan dichiarando di aver ricevuto 500 euro di royalty dopo l’incontro.

“Fino allo scorso anno non parlavo di politica interna con A. e R”, ha aggiunto. “Ho dovuto condividere le mie opinioni a causa della mia carriera politica iniziata nel marzo 2020”. Rimane da capire quale fosse la preoccupazione di Ankara: lo spionaggio o la carriera politica all’opposizione di Erdogan.

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