Il tema della digitalizzazione rappresenta un’esigenza di tutta la penisola italiana. Sono evidenti i dati legati al digital divide nei confronti non solo tra i nostri colleghi europei (DESI 2021, l’Italia si colloca al 20/o posto fra i 27 Stati membri dell’Ue, dal 25/o dell’edizione precedente.), ma anche fra il divario tra nord e sud del Paese, e tra aree metropolitane e aree interne. Tale dato è frutto di diversi fattori, tra cui la limitata diffusione di competenze digitali e il calo degli investimenti in digitalizzazione e innovazione soprattutto per le piccole e medie imprese che rappresentano l’asse portante della nostra economia.
L’Italia quindi, attraverso il PNRR, desidera rafforzare gli asset strategici legati alla transizione digitale riducendo i divari strutturali di competitività, produttività e digitalizzazione. Una transizione che vede innanzitutto una riorganizzazione con particolare al rafforzamento infrastrutturale della banda ultralarga in fibra ottica in tutta la penisola e in particolar modo nelle aree rurali. Su questo fronte la pandemia Covid_19 ha accelerato di molto il processo di digitalizzazione dei processi produttivi e l’erogazione dei servizi al cittadino: dalla didattica a distanza allo smart working.
Il PNRR ha dedicato sul tema digitalizzazione un importante capitolo di spesa (Missione 1) che rappresenta oltre il 20% del capitolo di spesa totale del PNRR. Una somma importante che coniugata all’oltre 37% dedicato alla transizione verde desidera porre le basi per la costruzione di una nuova filiera imprenditoriale che possa essere accompagnata da un apparato statale veloce e competitivo.
Ci si aspetta quindi anche la necessità di instaurare un nuovo patto sociale tra i territori in cui le marginalità sociali, le aree interne e periferie siano integrate in un piano strategico di interlocuzione capace di rigenerare una nuova linfa di fiducia e competitività in cui il ruolo della digitalizzazione possa essere uno strumento per garantire e aiutare le aziende e i professionisti che desiderano rimanere sul proprio territorio, in primis nell’accessibilità della rete.
Una risposta alle esigenze delle imprese e del tessuto produttivo locale che rientra nella logica di favorire politiche attive che contrastino la desertificazione dei territori e che valorizzino il ruolo delle periferie come centri di eccellenza attraverso partenariati pubblici e privati per la costruzione di luoghi e percorsi capaci di dare pari dignità ed opportunità ad ogni suo abitante.
Su questo di grande rilievo il ruolo portato avanti da Angi – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, punto di riferimento dell’innovazione in Italia e tra le realtà più rappresentative dell’ecosistema paese, la quale ha evidenziato l’importanza di impostare la digitalizzazione come trait d’union per un importante missione tutta italiana dedicata alla coesione sociale e allo sviluppo delle smart city.