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Ora il Parlamento non demolisca il Ddl Concorrenza. Scrive Giuricin

Il Ddl Concorrenza poteva essere sicuramente più coraggioso, ma le liberalizzazioni non sono mai facili e incontrano le resistenze più disparate. È dunque ora necessario fare attenzione al processo parlamentare, affinché i benefici possano arrivare a diversi settori dell’economia. Il commento di Andrea Giuricin, economista dell’Istituto Bruno Leoni

Il Ddl Concorrenza arriva dopo diversi anni dall’ultimo presentato. Il governo Draghi lo aveva annunciato da tempo e si sa, l’Italia non è proprio uno dei Paesi più propensi ad aprire alle liberalizzazioni. Il processo è alquanto complesso perché le resistenze delle diverse categorie sono molto forti: dai notai fino ai tassisti, esiste un’ovvia difesa degli interessi di categoria.

Tuttavia è essenziale ricordare che i processi di liberalizzazione hanno il merito di rendere più competitiva l’economia italiana, che da troppi anni è stagnante. La maggiore produttività che può derivare da processi competitivi porta anche benefici enormi al consumatore, come è stata l’evidenza dell’alta velocità italiana, oggi esempio in tutto il mondo. Il governo nel Ddl concorrenza ha escluso alcuni settori, come le concessioni balneari o i notai, mentre sembra andare nella giusta direzione per quanto riguarda i servizi pubblici locali.

È chiaro che il diavolo sarà nel dettaglio del processo parlamentare e nei successivi decreti attuativi. Inoltre, è chiaro che il processo di liberalizzazione non deve essere fatto perché ce lo chiede l’Europa, ma perché è utile al nostro Paese. È altrettanto vero che per l’attuazione del Pnrr, una delle riforme richieste è quella della concorrenza, ma l’Italia deve liberalizzare perché deve recuperare il terreno della competitività persa ormai da oltre 20 anni.

Pochi giorni fa è arrivata una liberalizzazione dei bus a media e lunga percorrenza e anche questo è stato un buon segnale al sistema economico italiano. Il Ddl Concorrenza poteva essere sicuramente più coraggioso, ma il processo di apertura non è mai facile ed incontra le resistenze più disparate. È dunque ora necessario fare attenzione al processo parlamentare, affinché i benefici della concorrenza possano arrivare in diversi settori dell’economia, come nel trasporto pubblico locale ad esempio. La strada sarà complessa, ma la necessità per il nostro Paese di andare in questa direzione è assoluta.


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