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Elezioni in Venezuela, la vittoria (di pirro) di Maduro e la minaccia all’Ue

L’opposizione venezuelana si è presentata divisa alle regionali e municipali. Il partito socialista ha vinto in 20 Stati (su 23), con circa il 60% di astensione. Il regime ha chiesto alla rappresentanza europea di evitare commenti

Il Partito Socialista Unito del Venezuela (Psuv), guidato da Nicolas Maduro, ha vinto 20 Stati su 23 nelle elezioni regionali di ieri. I primi dati diffusi dal Consiglio nazionale elettorale venezuelano confermano la vittoria dei candidati dell’opposizione soltanto in tre regioni: Cojedes, Nueva Esparta e Zulia. Non sono stati annunciati ancora i risultati di 334 comuni e centinaia di consigli locali.

Grande vincitore, invece, l’astensione. Ai seggi elettorali si è presentato soltanto il 41,80% degli elettori venezuelani. Non hanno votato circa 4 milioni di cittadini residenti all’estero, che hanno un peso significativo per l’opposizione.

La giornata elettorale, purtroppo, non è stata pacifica. L’inviato speciale della Bbc a Caracas sostiene che ci sono stati scontri in alcuni seggi elettorali, lasciando un bilancio di due morti e una ventina di feriti.

Queste elezioni regionali e municipali sono il primo processo elettorale, negli ultimi quattro anni, in cui partecipa l’opposizione. Nelle altre elezioni, i partiti di opposizione avevano deciso di boicottare il voto per mancanza di garanzie e condizioni democratiche.

Questa volta, dopo 16 anni, le elezioni venezuelane sono state seguite da osservatori internazionali, tra cui l’Unione europea e le Nazioni Unite.

Tuttavia, come era previsto, le missioni non hanno libertà di azione. Ieri Maduro ha chiesto all’Unione europea di rispettare la legalità nazionale e di evitare pronunciamenti sui risultati elettorali. Per domani, è previsto un primo report della delegazione europea che ha seguito le elezioni.

“Chiunque venga a votare il 21 novembre con la sua partecipazione, e che si presenti per registrarsi, avalla il Consiglio nazionale elettorale eletto dall’attuale Assemblea nazionale e presieduto da Jorge Rodriguez – ha dichiarato Maduro -. Se intendi portare verdetti, violare la sovranità, esibire il tuo complesso di superiorità e interferire negli affari interni del Venezuela, avrai la forte risposta politica, istituzionale e diplomatica che il Venezuela sa dare, a suo tempo”.

Daniel Pardo, inviato speciale a Caracas della Bbc, sostiene che “le elezioni hanno messo a dura prova gli errori dell’opposizione. Perché si erano disabituati allo scontro elettorale dopo 4 anni di non partecipazione al confronto, hanno annunciato la partecipazione troppo vicino al voto e sono arrivati divisi”.

Per Vilca Fernandez, ex prigioniero politico del regime di Maduro e leader dell’opposizione, “in Venezuela ha vinto la maturità politica e sociale della maggioranza dei venezuelani. I grandi sconfitti sono Nicolas Maduro e l’opposizione che ha partecipato divisa, con ogni frazione cercando il proprio interesse”. “Hanno parlato di votare per riprendere gli spazi, dividendo i voti in tre e quattro candidati per ogni incarico, favorendo così il narco-regime”, ha spiegato il giovane dissidente. Fernandez è convinto che non ha vinto l’astensione, ma “ha perso la visione e la mancanza di direzione politica e di lotta nel Paese”.

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