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Prima l’origine del Covid, ora le Olimpiadi. Tensioni Australia-Cina

Il governo australiano studia la possibilità di non inviare alcun funzionario all’evento sportivo, come tra l’altro probabilmente faranno gli Stati Uniti. Mentre da Londra “non sono stati prenotati biglietti”…

 

Dopo gli Stati Uniti, anche il governo dell’Australia valuta l’ipotesi di un boicottaggio “non ufficiale” ai Giochi olimpici d’inverno 2022 a Pechino. Il quotidiano Sydney Morning Herald sostiene che l’esecutivo studia l’opzione di non inviare alcun rappresentante del governo all’evento sportivo, per fare pressione sulla questione della presunta violazione dei diritti umani in Cina e il caso della tennista cinese Peng Shuai.

Molti parlamentari della coalizione liberal-nazionale hanno chiesto al governo di Scott Morrison di adottare il “boicottaggio diplomatico”, come lo stanno facendo Stati Uniti, Regno Unito e Canada, secondo la pubblicazione. L’articolo del Sydney Morning Herald spiega che l’opzione del governo australiano è di un boicottaggio “non ufficiale”, in cui la carriera degli atleti non soffra per la scelta politica.

Il quotidiano ha aggiunto che l’Australia è in attesa della decisione ufficiale degli Stati Uniti per seguire la stessa linea, in coordinamento con i Paesi alleati. La richiesta dei politici australiani sarebbe aumentata dopo gli ultimi fatti della tennista Peng.

Ricard Colbeck, ministro dello Sport australiano, ha dichiarato che la Cina deve rispondere con trasparenza e responsabilità sul caso Peng e che il governo dell’Australia non ha ancora deciso cosa farà rispetto ai Giochi olimpici d’inverno. Canberra esercita pressione su Pechino anche perché sia aperta un’indagine indipendente sull’origine del Covid-19, identificato per la prima volta nella città cinese di  Wuhan, per l’arresto dello scrittore cinese-australiano e le riserve sullo sviluppo della tecnologia 5G di Huawei.

Anche da Londra prendono tempo, come si legge sul sito del quotidiano Evening Standard. Il governo di Boris Johnson deve ancora decidere sul boicottaggio diplomatico. Il leader della Camera dei Comuni, Jacob Rees-Mogg, ha dichiarato che “non sono stati prenotati biglietti” dell’evento per i ministri britannici.

“Il governo è stato molto chiaro sulle violazioni dei diritti umani contro gli uiguri e su ciò che sta accadendo a Hong Kong e sul fallimento del governo comunista cinese nel seguire la dichiarazione congiunta concordato negli anni ’80 – ha dichiarato Rees-Mogg -. […] Tuttavia, il governo del Regno Unito ha da tempo una politica secondo cui i boicottaggi sportivi non funzionano e spetta al Comitato olimpico internazionale decidere se gli atleti andranno”. “Per quanto riguarda il fatto che i ministri del governo desiderino recarsi nella Repubblica popolare cinese, ad oggi non sono stati prenotati biglietti”, ha concluso.

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