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Tutto il mondo è una famiglia. L’approccio indiano al G20

Di Vas Shenoy

Focus sulla partecipazione dell’India, che entra nella troika del G20 nel dicembre 2022 e avrà la presidenza nel 2023, a firma di Vas Shenoy

Una foto insieme ai vari leader mondiali nella fontana di Trevi, con il tradizionale lancio di una moneta e l’augurio di tornare al più presto a Roma: così è terminata la prima visita del primo ministro indiano Narendra Modi in Italia. La visita, formalmente per gli incontri dei capi di Stato e di governo del G20, è servita anche per rafforzare i rapporti indiani con l’Italia e la Santa Sede. L’importanza che Modi ha dato a questa visita è dimostrata dalla composizione della delegazione indiana.

Il primo ministro ha portato con sé il ministro degli Affari Esteri S. Jaishankar, quello di Commercio e Industria nonché sherpa G20 Piyush Goyal, quella delle Finanze Nirmala Sitharaman, il consigliere di sicurezza nazionale Ajit Doval (che gestisce il dossier Afghanistan) e il capo della diplomazia indiana Harsh Vardhan Shringla.

Sono stati tanti gli incontri bilaterali durante questo G20 e, con l’assenza dei presidenti cinese Xi Jinping e russo Vladimir Putin, i riflettori erano puntati su Modi, che ancora una volta non ha deluso il suo pubblico. La charm offensive indiana ha saldato i rapporti con i leader europei Ursula von der Leyen e Charles Michael durante un incontro che sarebbe dovuto durare 30 minuti, ma che si è prolungato per più di un’ora e mezza. Sono stati fatti molti progressi sulla connettività Unione europea-India e sull’Indo-Pacifico, riferiscono alcune fonti.

L’INCONTRO CON DRAGHI

Durante il bilaterale con il presidente del Consiglio Mario Draghi sono stati discussi tanti temi importanti, soprattutto la questione dell’Afghanistan, per la quale i due leader si erano già avvicinati alcuni mesi prima. Modi ha sempre apprezzato l’iniziativa di Draghi di rendere la questione Afghanistan un tema d’emergenza da discutere durante il G20.  I leader hanno dialogato su come poter migliorare i rapporti tra India e Italia, concentrandosi sul campo delle energie rinnovabili, sullo sviluppo di investimenti reciproci, sulla gestione rifiuti, sull’ambito tessile e tanto altro ancora. Uno dei temi riservati e più importanti è stato la prova della presidenza italiana di ricevere da Modi una data sull’azzeramento delle emissioni in India. Sarebbe stata una grandissima vittoria per la presidenza italiana, in quanto l’India oggi rappresenta la voce dei Paesi in via di sviluppo. Ma purtroppo, secondo alcune fonti, non è stato possibile per Draghi dare delle garanzie sugli investimenti necessari per arrivare a zero emissioni da altri Paesi donatori, un costo che è stimato intorno ai 100 miliardi di dollari per i prossimi anni.

Oltre il bilaterale con il presidente Draghi, finito con tantissima positività e tanta collaborazione, Modi ha ricevuto le congratulazioni da parte di quasi tutti i capi Stato per aver raggiunto un miliardo di vaccinazioni, impresa che fino a pochi mesi fa sembrava impossibile. L’India ha anche riconfermato il suo titolo di “farmacia del mondo”, con la garanzia che produrrà 5 miliardi di dosi entro il prossimo anno avendo già iniziato da novembre a esportare dosi di vaccini nei Paesi in via di sviluppi sotto il programma Covax dell’Organizzazione mondiale della sanità.

Durante i vari panel del G20, Modi ha anche toccato le tematiche dell’importanza di una catena di approvvigionamento resiliente e dell’importanza della visione indiana “un pianeta, una visione”, già dimostrata dalla vaccine maitri, diplomazia medicinale indiana che è stata in grado di assistere più di 150 Paesi durante questa pandemia e che crede fermamente nella necessità di una risposta globale coordinata per le pandemie del futuro.

Sulla questione dello sviluppo sostenibile e della sicurezza alimentare, l’India ha sottolineato che le politiche devono proteggere gli interessi dei piccoli agricoltori emarginati e preservare le culture alimentari locali che a loro volta contribuiranno in modo significativo alla sicurezza alimentare: un punto congiunto con la presidenza Italiana, ha detto lo sherpa Goyal alla stampa.

E ha affermato che in merito al cambiamento climatico e ambientale, l’India di Modi ha parlato con toni forti della necessità di fattori abilitanti critici per galvanizzare l’azione globale per il clima che includano finanziamenti per il clima commisurati, a lungo termine e agevolati, l’accesso a tecnologie sostenibili e abbordabili, l’impegno ad adottare stili di vita sostenibili, il consumo responsabile e i modelli di produzione e di importanza del raggiungimento degli obiettivi SDG-12, in particolare da parte dei Paesi sviluppati. Sul tema di genere e protezione per le donne, Goyal ha affermato che l’India ha fortemente sostenuto l’inclusione del linguaggio contro la violenza di genere e il nuovo quadro politico del G20 sugli “accordi di lavoro a distanza”.

Il primo ministro indiano si è rincuorato con l’adozione della minima tassa globale adottata dal G20, per prevenire l’evasione fiscale, specialmente da parte delle multinazionali (che prendendo vantaggio sleale di accordi bilaterali di tassazione, hanno evitato di pagare le tasse nelle giurisdizioni). È una battaglia iniziata da Modi già nel 2014 durante il G20 di Brisbane, Australia, che solo oggi con questo G20 ha visto i suoi risultati. La voce dell’India è stata forte e ha rappresentato non solo i Paesi in via di sviluppo, ma anche i più vulnerabili.

La filosofia di vasudhaiva kutumbakam, cioè tutto il mondo è una famiglia, adottata da Modi come strategia per i rapporti globali, è stata visibile non solo nei suoi rapporti con i vari leader ma anche con i vari punti e le posizioni prese dalla delegazione indiana. L’interazione amichevole con Joe Biden e il caloroso incontro con Emmanuel Macron, in cui è stato discusso il ruolo che la Francia gioca nell’Indo-pacifico, ha anche mostrato il volto pacificatore di Modi che è riuscito a mediare i rapporti tra Stati Uniti, Francia e Australia rovinatisi dopo lo scandalo Aukus.

LA VISITA ALLA SANTA SEDE

Forse uno degli avvenimenti più importanti della visita è stato l’incontro “personale e ufficioso” tra papa Francesco e Modi alla Santa Sede. La riunione sarebbe dovuta durare 20 minuti, ma si è prolungata per più di un’ora ed è stata descritta come calorosa e cordiale dalla diplomazia indiana. Il leader della più grande democrazia mondiale ha conversato personalmente con il pontefice, ed è stato il terzo capo di Stato a essere ricevuto durante il G20. L’incontro è terminato con l’invito da parte di Modi al pontefice per visitare il prima possibile l’India, il secondo Paese cattolico in Asia. Il papa accettando l’invito l’ha definito come “il dono più grande che avrebbe potuto ricevere”.

(Foto: Twitter, @NarendraModi)

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