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Chi è Irene Fellin, al vertice della Nato per donne, pace e sicurezza

L’italiana Irene Fellin nominata rappresentante speciale del segretario generale della Nato per le politiche su donne, pace e sicurezza. Mira a un’integrazione a 360 gradi della prospettiva di genere nelle politiche e azioni dell’Alleanza Atlantica. Ecco il profilo, i progetti e gli obiettivi

L’Italia guiderà l’impegno della Nato sul tema “donne, pace e sicurezza”: È stata resa nota oggi la nomina di Irene Fellin come nuova rappresentante speciale del segretario generale della Nato per “women, peace and security” (Wps). Si occuperà di politiche riguardanti l’omonima agenda onusiana presso l’Alleanza Atlantica, succedendo all’inglese Clare Hutchinson che ricopriva il ruolo dal 2018.

IL PROFILO

Irene Fellin vanta una fulgida carriera nell’ambito in questione, avendo svolto il ruolo di consulente internazionale per le agenzie onusiane e altre istituzioni nazionali per più di 15 anni. Ha infatti lavorato come senior gender adviser con Women in international security (Wiis), nonché all’Istituto affari internazionali (Iai) e presso il quartiere generale della Nato a Bruxelles. Il suo impegno è stato determinante nella creazione e nel coordinamento del “Mediterranean women mediators network (Mwmn)”, progetto promosso dal ministero degli Esteri italiano. Scopo del network è promuovere l’effettiva partecipazione delle donne nella mediazione dei conflitti nell’area mediterranea, aumentando il numero di donne coinvolte nelle trattative di pace, facilitandone ad esempio la nomina a mediatrici di alto livello sia a livello locale che internazionale.

La volontà di includere più donne nella risoluzione dei conflitti risponde anche a una richiesta di efficienza; il “Global Study” ha rilevato infatti che i processi di pace che includevano le donne in qualità di testimoni, firmatarie, mediatrici e/o negoziatrici hanno dimostrato un aumento del 20% della probabilità di un accordo di pace che duri almeno due anni. Durante la sua carriera, Fellin ha dedicato grande spazio a questa tematica, lavorando anche a programmi di formazione ad hoc, e portando avanti una mediazione inclusiva in termini gender dei processi di pace. È inoltre forte sostenitrice della leadership femminile, e senza la sua determinazione non sarebbe nata la realtà locale di Wiis-Italy (capitolo nazionale dell’associazione internazionale Wiis global), di cui è fondatrice e presidente. L’associazione è dedicata appunto a promuovere la leadership e lo sviluppo professionale delle donne nel campo della pace e sicurezza internazionale.

COS’È L’AGENDA “DONNE, PACE E SICUREZZA”?

Il tema dei diritti delle donne ha subìto un significativo impulso nel corso degli anni Novanta del secolo scorso, grazie al grande impegno profuso dagli organismi sui diritti dell’uomo, dalla società civile e dalle stesse Nazioni Unite. La Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (Cedaw) e la quarta conferenza mondiale di Pechino sulle donne hanno svolto il ruolo di apripista per l’adozione all’unanimità della celebre risoluzione n.1325 del 2000 da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Unscr 1325). È proprio con questa risoluzione che è nata l’agenda Wps incentrata sulle cosiddette “tre p”: prevenzione, protezione, partecipazione. In un unico organico documento si affrontavano due tematiche importanti, da un lato veniva riconosciuto l’impatto specifico dei conflitti sulle donne e la necessità di una loro tutela, dall’altra vi era una valorizzazione della partecipazione femminile nei processi di pace e nella prevenzione e risoluzione dei conflitti stessi. Da allora si sono succedute ben nove Risoluzioni sul tema, che vanno a costituire il corpus giuridico dell’agenda.

Con una dichiarazione del 2004 del segretario generale delle Nazioni Unite è stato lanciato un appello ad implementare le tematiche dell’agenda, sviluppando dei piani d’azione nazionali (Nap) in materia. Ad oggi sono 92 i Paesi del mondo ad aver adottato dei piani nazionali (di cui però soltanto il 35% registra dei budget allocati in modo specifico). Nel sistema multilaterale la predisposizione di piani d’azione su “donne, pace e sicurezza” ha coinvolto anche gli attori regionali, tant’è che ad oggi si contano 11 piani d’azione regionali (Rap), tra cui quelli in seno all’Unione europea e alla Nato.

PRIORITÀ DURANTE L’INCARICO

Fra le priorità che Fellin dovrà perseguire durante l’incarico Nato vi è la volontà di facilitare l’attuazione del piano d’azione dell’Alleanza su Wps per il periodo 2021-2025, facendo particolare riferimento al partenariato Eapc (Euro-Atlantic partnership council) su donne pace e sicurezza, formalmente approvato dai ministri della Difesa il 22 ottobre del 2021. Il nuovo piano d’azione sostiene gli impegni assunti dagli alleati Nato –ribaditi e riaffermati anche al vertice di Bruxelles del 2021– per implementare ulteriormente la parità di genere. Si vogliono integrare le prospettive di genere in tutto ciò che viene fatto dalla Nato stessa. Esse saranno implementate attraverso le strutture politiche civili e militari, in tutte le azioni: dalle politiche alla pianificazione, dal training all’educazione, dalle missioni alle operazioni.



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