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La rigenerazione urbana per le smart city del futuro

Il futuro delle città tra innovazione e intelligenza artificiale. Servizi e digitale per la cittadinanza all’insegna della sostenibilità e del benessere per una società sempre più smart

Il tema della rigenerazione urbana in un’ottica di smart city, diviso tra building design e intelligenza artificiale, rappresenta una nuova concezione di habitat e quindi di lavoro e di creazione del valore.

Ripensare infatti alle città e al modello di convivenza civile è sempre stata una necessità che popoli e governanti hanno posto come priorità per il benessere della collettività: dal concetto di città, di urbanizzazione, di allargamento delle frontiere, di smart city e ancora di società intelligente. Un concentrato di valori che dalla polis greca fino a noi ha sottolineato l’importanza di creare le condizioni atte a tutelare e a promuovere l’uomo e la sua salute.

Un humus culturale fiorente che ha dato origine al concetto di habitat, trasformando il concetto di sopravvivenza a benessere e che oggi noi traduciamo e decliniamo in termini di servizi e vivibilità. Nella società dei servizi, infatti, il concetto di luogo e di spazio rappresentano variabili che molte volte sembrano essere superflue allo sviluppo dell’uomo e della sua formazione.

Su questo fronte diversi operatori, tra cui spicca l’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, ha deciso di ripensare il modello di sviluppo della persona ripartendo dalla particella primaria dello sviluppo della società intesa come comunità, ossia i territori intesi non solo come entità geografiche, ma come realtà complesse in cui economia, lavoro ed urban design devono trovare nuove formule per la creazione del concetto di “vita” declinata nel lavoro, nella socialità, nella produzione del valore.

Una sostenibilità che non si limita a riconoscere e a riformulare i limiti oggettivi dell’ingegno umano nei confronti del sistema societario e del suo sviluppo a scapito di materiali finiti o di altre specie, ma la riqualificazione di un capitalismo di stampo sociale, equo in cui ricchezze e servizi possano essere algoritmo del benessere dell’individuo nei confronti del suo habitat.

Da qui quindi la volontà di ripensare al concetto di città intesa non come luogo di aggregazione passiva, ma come soggetto intelligente e consapevole in cui uomini e servizi possano trovare la sintesi nella quotidianità del lavoro, della famiglia e dello sviluppo personale.

Il passato come il presente ha ridisegnato la comunità ripartendo proprio dall’idea di territorio percepita come entità esistenziale in cui l’essere umano opera: l’ufficio e l’abitazione in primis. L’obiettivo, quindi, consta nel tentare di ricostruire un modello socioeconomico capace di coniugare una nuova visione attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale: un paradigma inedito in cui la visione pubblica e privata trovano sinergia e modello nei luoghi della produzione del capitale umano ed economico.

Da qui quindi l’operatività di riscontrare modelli passivi e ripensarli in soggetti attivi ed intelligenti in cui la sostenibilità intesa solo di natura ambientale possa essere anche allargata e matrice di efficienza e produttività per le unità ad essa collegate.

Un modello abitativo e di mobilità funzionale che desidera riconsiderare quindi la città nell’insieme più intimo della sua essenza: ripartire non dalle fondamenta di un edificio o la sua ristrutturazione intesa come incipit di modernità, ma come modello attivo ed intelligente di socialità collettiva collegato ad una rete di servizi capaci di creare valore tra le persone.

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