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One Health alla Fondazione De Gasperi, è una occasione per il Pnrr

Durante la presentazione del position paper, esperti e stakeholder discutono delle possibilità di mettere insieme salute e filiere industriali nel rispetto della dignità della persona, all’evento co-organizzato da Philip Morris Italia

“One Health”, un approccio olistico alla Salute che tenga insieme privato e pubblico, sostenibilità e ambiente, citato dalle organizzazioni internazionali come buona pratica e menzionato anche nel Pnrr, è stato protagonista dell’evento della Fondazione De Gasperi di presentazione del position paper “One Health in all policies – Il ruolo delle filiere. Innovazione e partnership per la salute e il futuro economico e sociale del Paese”.

All’incontro, realizzato in collaborazione con Philip Morris Italia, hanno partecipato vari rappresentanti di settore e decisori politici, con l’atteso Sottosegretario alla Salute Andrea Costa, impossibilitato per impegni istituzionali a unirsi come da programma.

I relatori sono stati concordi “sull’importanza di promuovere un dialogo tra le parti che rappresentano il sistema Italia a livello nazionale ed europeo, coinvolgendo tutte le forze politiche, senza posizioni pregiudiziali che impediscano il confronto, con l’obiettivo di sviluppare una nuova alleanza pubblico-privato capace di favorire modelli e partenariati che valorizzino le specificità dei singoli settori e comparti”.

Il ruolo delle filiere industriali e il contributo del Pubblico, anche attraverso il Pnrr, sono stati il punto focale per promuovere policy sostenibili, capaci anche, attraverso l’innovazione, di favorire la transizione e l’evoluzione di paradigmi sociali ed economici.

Filippo Cristoferi, in rappresentanza della Fondazione, ha in apertura ricordato come l’approccio One Health coincida con quella “ecologia integrale”, recentemente richiamata da Papa Francesco, che è nel dna della Fondazione e del pensiero di De Gasperi, profondamente umanista e teso a conciliare lo sviluppo economico con la dignità della persona umana, in una sintesi virtuosa tra Stato e mercato. Cristoferi ha altresì rimarcato il ruolo del privato e del privato sociale, in particolare, e la necessità di lavorare con le istituzioni affinché si formino le figure di cui il mercato ha bisogno.

Gli ha fatto eco l’europarlamentare Pietro Fiocchi, che ha ricordato i costi della “mancata Sanità”, sottolineando come “gli investimenti in Salute sono sempre un risparmio”. Il deputato ha ricordato il lavoro che sta facendo nell’ambito della Commisione BECA. Nel febbraio del 2021, la Commissione europea ha infatti presentato il piano europeo contro il cancro, Europe’s Beating Cancer Plan, dando mandato alla Commissione di stilare un proprio rapporto. Il piano si basa su quattro pilastri: prevenzione, diagnosi, trattamento e qualità della vita dei malati di cancro.

Tali pilastri hanno consentito a Fiocchi di parlare di telemedicina e home care, settori dove è fondamentale il ruolo dell’innovazione. Fiocchi, del gruppo Ecr – Conservatori e Riformisti Europei – e Shadow Rapporteur del Beca Committee, ha riflettuto sulla importanza dello screening. Serve, ha proseguito Fiocchi, un “cambio di paradigma sul sistema di cure home care che ha un impatto sul sistema industriale”, indicando come sia necessario superare certi limiti dovuti alla privacy, al fine di costituire un database europeo unico.

Il parlamentare ha inoltre ribadito l’importanza dell’uso delle tecnologie nella gestione dei pazienti, osservando che “in Stati europei si fa la cura pesante di chemioterapia e poi si manda a casa il paziente abbandonato a se stesso, invece è fondamentale continuare la cura anche a casa con la riabilitazione, la nutrizione, il supporto psicologico e tutto quello che serve perché si è se visto che questo porta comunque a un miglioramento sensibile sia della percentuale di morti per cancro ma soprattutto di qualità di vita che è fondamentale per il paziente”.

Tale posizione è stata ribadita anche da Angela Ianaro, Commissione Affari Sociali per il gruppo M5s, che ha sottolineato l’importanza di creare una cura-cerniera fra domicilio e ospedale, invocando una vera e propria rivoluzione culturale per questo settore.
Del medesimo tenore le valutazioni dell’altro relatore, Pasquale Chiarelli, DG dell’Azienda Ospedaliera di Terni, che affermato: “Va bene la digitalizzazione, ma che rimanga un mezzo e non un fine. Bisognerebbe parlare di persone malate e non malati, come dice papa Francesco”. Anche la deputata del M5s ha infine ribadito l’importanza del Pnrr, come emerso anche dal position paper della Fondazione. Nella Missione 6, infatti, si sostiene di definire entro la metà del 2022 “un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico, in linea con l’approccio ‘One Health’”.

Tutti i relatori hanno proposto una serie di azioni finalizzate a creare un sistema integrato, incentrato sulle necessità di assistenza e cura della persona, flessibile al cambiamento della domanda di salute da parte dei cittadini, nel quale processi clinici, prevenzione, stili di vita, scelte alimentari e sostenibilità ambientale siano tra loro connessi. Un approccio per favorire collaborazione tra ambiti diversi e per affrontare in modo sistemico i bisogni delle persone sulla base della relazione tra la loro salute e l’ambiente. Nella consapevolezza, come ha notato il padrone di casa Cristofori, che gli investimenti in salute sono una carta che i policy maker si possono giocare se vogliono garantire benessere, occupazione, equità e coesione sociale.


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