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Vi spiego la potenza del processo Rittenhouse. Scrive Martino

Questa volta, il sistema giudiziario statunitense ha rigettato la nozione che si possa condannare sulla base di nient’altro che la razza, la classe sociale oppure ancora le opinioni politiche dell’imputato. L’analisi di Lucio Martino, membro del Guarini Institute for Public Affairs della John Cabot University

Il processo Rittenhouse ha messo in luce l’essenza profonda del sistema giudiziario americano: in presenza di un ragionevole dubbio l’intero procedimento deve sfociare in un’assoluzione. Come altre volte in passato, la giuria non è stata incaricata di valutare se l’imputato fosse innocente oppure colpevole, ma di stabilire se ci fosse un ragionevole dubbio sulla sua colpevolezza prima di mandarlo in prigione per tutta la vita.

Gli Stati Uniti sono uno dei pochi Paesi in cui semplici cittadini hanno la possibilità di prendere queste decisioni. La maggior parte degli ordinamenti giudiziari non prevede alcun tipo di giuria popolare. E questa è una cosa della quale gli Americani sono orgogliosi. E gli Americani accettano di partecipare ai processi in veste di giurati perché consapevoli di quanto sangue è stato versato per conquistare questo diritto.

Il principio del ragionevole dubbio, e la convinzione che un imputato è innocente fino a prova contraria, è uno degli elementi più illuminati della Costituzione americana, con buona pace di quanti, oggi come ieri hanno non poche difficoltà ad accettarlo. Non a caso, Alexis De Tocqueville identifica proprio nel sistema della giuria popolare la più importante istituzioni politiche per l’autogoverno democratico.

I padri fondatori credevano che il diritto di essere giudicati da una giuria di pari fosse così importante da meritare l’inclusione nella Costituzione, la più alta legge del paese, perché per scienza e conoscenza sapevano bene quanto fosse necessario proteggersi da accuse penali infondate, mosse al solo scopo di eliminare nemici e rivali, e da giudici troppo sensibili alla voce delle autorità superiori.

Soprattutto, non volevano che giudici e avvocati prendessero ogni decisione in quanto non rappresentativi del popolo. Di conseguenza, l’articolo III della Costituzione, e l’insieme costituito dal V, VI e XIV emendamento stabiliscono il diritto di essere giudicati da parte di una giuria composta da cittadini dello Stato e del distretto in cui è avvenuto il fatto.

Alla fine, tutti e dodici i giurati hanno stabilito che era ragionevole dubitare che Rittenhouse fosse davvero intenzionato a uccidere e che quindi ha aperto il fuoco solo per legittima difesa. Così facendo hanno dimostrato la loro indipendenza dal potere, dalla politica, dai media e da ogni pregiudizio. Questa volta, il sistema giudiziario statunitense ha rigettato la nozione che si possa condannare sulla base di nient’altro che la razza, la classe sociale oppure ancora le opinioni politiche dell’imputato. Visti i tempi è un messaggio potente, scritto by the People for the People.


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