A parte le restrizioni ai mercenari russi della Wagner e il colloquio con il ministro del Qatar, poche novità dal Consiglio Affari Esteri odierno. Ecco le parole di Borrell su Russia e Turchia
L’ipotesi boicottaggio delle Olimpiadi invernali di Pechino 2022 seguendo gli Stati Uniti? No, “non era in agenda”. Le tensioni tra Cina e Lituania? No, non c’è stato tempo. Sanzioni contro la Russia per la mobilitazione militare al confine con l’Ucraina? Non ancora, ma ne discuteremo con gli Stati Uniti e il Regno Unito. Quello odierno è stato un Consiglio Affari esteri senza grandi prese di posizione, a parte le sanzioni contro la compagnia di mercenari russa Wagner per le attività in Mali. “Manderemo un chiaro segnale che qualsiasi aggressione contro l’Ucraina avrà un costo elevato per la Russia”, si è limitato a dire prima dell’inizio dei lavori Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera e di sicurezza.
I ministri degli Esteri dell’unione europea hanno avuto un pranzo di lavoro con l’omologo del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al Thani. “Una buona discussione sul partenariato bilaterale e sulla transizione energetica e verde”, ha spiegato Borrell.”Lo ringrazio per il supporto del Qatar nell’assicurare un passaggio sicuro dall’Afghanistan, facilitando i colloqui dell’Unione europea con il governo ad interim nominato dai talebani. Non vedo l’ora di continuare a collaborare strettamente”, ha aggiunto Borrell.
In conferenza stampa il capo della diplomazia europea si è soffermato sulla situazione a Cipro, in particolare a Varosha. “Abbiamo discusso dell’impatto delle azioni unilaterali prese dalla Turchia e dai turchi ciprioti a Varosha che vanno contro le risoluzioni di sicurezza delle Nazioni Unite. Tutti i Paesi membri hanno espresso la loro solidarietà a Cipro e sostengono il processo delle Nazioni Unite e il rappresentante speciale del segretario generale”, ha detto. “Abbiamo presentato un option paper, un documento di opzioni, dove abbiamo concordato di fare una valutazione delle opzioni sul tavolo, che includeranno anche la creazione di un regime speciale di sanzioni focalizzato su persone ed entità direttamente coinvolte nell’apertura di parte di Varosha dopo lo scorso luglio”, ha aggiunto. “È essenziale che la Turchia si impegni ancora in modo serio nel processo delle Nazioni Unite e si astenga da azioni che possano peggiorare la situazione sul terreno”.
Niente di fatto anche sull’Etiopia che pur è “uno dei temi di cui più abbiamo discusso quest’anno” e “una delle mie maggiori frustrazioni”, come ha detto Borrell. “Non siamo stati in grado di reagire propriamente alla violazione di diritti umani su larga scala, agli omicidi, agli stupri di massa, all’uso della violenza sessuale come arma di guerra, ai campi di concentramento”, ha spiegato. “Non siamo stati capaci di fermare questo e non siamo stati capaci neanche di prendere misure a causa della mancanza di unanimità al Consiglio”, ha aggiunto.