Di Maio, Giorgetti e Franceschini ma anche Le Drian e Le Maire. E ancora: Rossi (Tim), Cristosomo (Enel), Munari (Bnl) e l’economista De Romanis. Chi è intervenuto e cos’ha detto all’evento sul Trattato del Quirinale organizzato dalle due università in collaborazione con The European House – Ambrosetti
Promuovere il dibattito sulle politiche pubbliche europee e sulla loro condivisione sociale, come dichiarato nel documento “Programma di lavoro italo-francese” allegato al Trattato del Quirinale firmato dal presidente del Consiglio italiano Mario Draghi e dal presidente francese Emmanuel Macron lo scorso 26 novembre alla presenza del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. Questo spirito ha guidato l’evento odierno “Italia e Francia: una alleanza rafforzata con il Trattato del Quirinale” all’interno dei Dialoghi italo-francesi per l’Europa organizzati dalle università Luiss di Roma e Sciences Po di Parigi, in collaborazione con The European House – Ambrosetti, con il patrocinio dell’ambasciata italiana a Parigi e dell’ambasciata francese a Roma.
I RAPPORTI POLITICI SECONDO ROMA…
“La firma del Trattato del Quirinale è un evento di portata storica”, ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un messaggio inviato all’evento e letto dall’ambasciatrice italiana a Parigi Teresa Castaldo. “Abbiamo dato una cornice istituzionale a un rapporto, quello tra Italia e Francia, unico per la sua profondità in termini di integrazione economica, legami tra le società civili, comune adesione alla famiglia europea e atlantica”. Italia e Francia insieme “possono, anzi devono, essere decisive”, ha aggiunto: “lo abbiamo visto nel negoziato sul Recovery Fund, quando insieme agli altri partner abbiamo ottenuto un risultato di portata inedita, respingendo la tentazione degli egoismi nazionali”.
Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, ha spiegato che la Francia avrà “tutto il sostegno del governo italiano” durante il suo semestre di presidenza dell’Unione europea che sta per iniziare. “La nostra casa comune è senza dubbi l’Europa”, ha aggiunto. “Il trattato di cooperazione rafforzata rappresenta un salto di qualità delle nostre relazioni”.
Con la Francia “dobbiamo costruire un percorso che porti la cultura al centro delle nostre economie”, ha dichiarato Dario Franceschini, ministro della Cultura. “Gli investimenti in cultura possono contribuire a uno sviluppo sostenibile”. I due Paesi, ha continuato, “stanno già facendo un percorso comune e iniziative come i Dialoghi italo-francesi rafforzano questa situazione”.
… E SECONDO PARIGI
Christian Masset, ambasciatore francese a Roma, ha letto il messaggio inviato del ministro dell’Economia, delle finanze e del rilancio Bruno Le Maire, secondo cui “il Trattato è il punto di arrivo di mesi di lavoro tra i nostri Paesi, che tessono da secoli la loro tela”. Tramite il Trattato, sostiene il ministro “andremo a rafforzare la nostra cooperazione industriale. Penso a Stellantis, Exilor Luxottica oppure Euronext per i mercati dei capitali. Rafforzeremo la cooperazione economica per i campioni oggi emergenti. All’interno di questo Trattato abbiamo espresso la nostra volontà di rafforzare la nostra Europa. Vedo con favore che G20 e Ocse hanno appoggiato tassa minima sui giganti del digitale. Questa sarà una priorità della presidenza francese Ue”. Infine, “anche nello spazio la cooperazione sarà fondamentale. Il Trattato permette di accelerare la nascita favorendo l’accesso allo spazio”.
Lo stesso diplomatico ha letto anche il messaggio di Jean-Yves Le Drian, ministro degli Esteri. Il Trattato del Quirinale, ha spiegato, ripara un’anomalia perché l’Italia e la Francia “fino a oggi non avevano costruito una carta comune. È cosa fatta”. Questo trattato, ha continuato, “ci permetterà di sviluppare l’indispensabile riflesso franco-italiano e di rafforzare con questo avvicinamento la capacità di innovazione dell’Unione europea nei settori strategici per la sua autonomia”, ha spiegato il capo della diplomazia francese. Poi, come l’omologo Di Maio, ha sottolineato quanto fatto con il Next Generation Eu: “quando la Francia e l’Italia lavorano insieme è l’Europa intera a essere più forte. Questo trattato rafforza l’Unione europea”, ha continuato Le Drian ricordando anche quanto detto dal presidente del Consiglio Mario Draghi: “Dobbiamo far vivere questo testo”.
I RAPPORTI INDUSTRIALI
Tim “è un esempio di interconnessione tra Italia e Francia con il socio francese (Vivendi di Vincent Bolloré, ndr) importante anche se non di controllo ma non siamo qui per parlare di Tim”, ha dichiarato il presidente dell’azienda, Salvatore Rossi. Intervenuto nel corso di una tavola rotonda con il presidente di Enel, Michele Crisostomo, e l’economista Veronica De Romanis, Rossi si è detto fiducioso che il Trattato del Quirinale firmato dai due Paesi reggerà in futuro, oltre le congiunture politiche che ne hanno facilitato la firma. Il presidente di Tim ha declinato domande sull’attualità del gruppo, con l’offerta del fondo statunitense Kkr. Ma ha spiegato: “Un’impresa italiana che nasce piccola solitamente rimane piccola. Si rifiuta di crescere o è impossibilitata a farlo a causa di un ambiente esterno ostile”. Tuttavia, ha ragionato, “l’evoluzione tecnologica richiede spesso la grande dimensione per essere sfruttata appieno”, quindi “è cruciale rendere l’ambiente circostante più favorevole, o almeno non più ostile sul piano giuridico e di disciplina del mercato del lavoro: servono politiche pubbliche in tal senso”.
L’OCCASIONE PNRR
Poi Rossi ha parlato del Pnrr, che giudica “l’occasione storica per dare una sterzata decisa a problemi trentennali, quarantennali, diventati ostacoli, non più tollerabili, alla modernizzazione del Paese e alla crescita della sua economia”. Secondo Crisostomo “non bisogna confondere stabilità politica con stallo istituzionale”: va predisposta “una struttura tecnica che faccia funzionale il Pnrr che è di una complessità incredibile”, ha spiegato. Di fronte alla sfida del Piano, ha aggiunto, “c’è una responsabilità delle imprese che è pari a quella del pubblico”.
Per De Romanis, il Pnrr ha una novità: “Non c’è vincolo esterno ma interno. Lo abbiamo scritto noi cosa volevamo fare, mettendoci delle deadline, e ora dobbiamo farlo. Con responsabilità, oltre alla solidarietà. Dobbiamo cambiare completamente questo Paese per rafforzare, includere”. Poi ha invitato a leggere ultime pagine del Pnrr scritte dal presidente Draghi: “Senza un’assunzione di responsabilità non riusciremo a cambiare gli ultimi 20 anni”.
L’IMPEGNO DI BNL
Andrea Munari, presidente di Bnl, ha annunciato che il gruppo bancario italiano controllato dalla francese Bnp Paribas ha deciso di finanziare una cattedra di Relazioni internazionali italo-francesi dell’Università Luiss Guido Carli, che si aggiunge a quella già finanziata alla Bocconi a dimostrazione dell’attenzione verso l’istruzione. La banca, ha aggiunto Munari, intende anche favorire l’accesso all’istruzione superiore di chi oggi à in difficoltà, “un dramma che parte da lontano”. Pronto il ringraziamento a Munari da parte di Paola Severino, vicepresidente Luiss che ha spiegato che la cattedra italo-francese sarà itinerante, un anno in Italia e uno in Francia.