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Don’t look up, perché vale la pena guardare in alto

Non è un film vero e neppure un film di fantascienza: è un film satirico, grottesco, a tratti un po’ sconclusionato che non ha necessariamente a che vedere con la pandemia, ma richiama alcune questioni ad essa legate

“Don’t look up” dal 24 dicembre disponibile su Netflix è l’ultimo film dello sceneggiatore e regista statunitense Adam McKay regista, fra l’altro, della serie televisiva “Succession” e dei film “Vice – L’uomo nell’ombra”, “La grande scommessa” e “Anchorman 2 – Fotti la notizia”. Un film costato 75 milioni di dollari con un cast stellare candidato a ricevere molte candidature all’Oscar con Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence, Chris Evans, Rob Morgan, Meryl Streep, Cate Blanchett, Jonah Hill, Himesh Patel, Timothée Chalamet, Ariana Grande, Kid Cudi, Matthew Perry, Tomer Sisley.

Negli ultimi giorni il dibattito è accesissimo sui social e sul web fra fautori e detrattori del lungometraggio. Sicuramente “Don’t look up” ha il pregio di sollevare diverse problematiche della società contemporanea in modo scanzonato e leggero e di farvi riflettere lo spettatore. La questione ambientale, la classe politica inadeguata e incapace di dare credito a verità scientifiche evidenti, i media superficiali, i cittadini manipolati da un hashtag e da video lanciati sui social network: questi sono alcuni dei temi di maggiore rilievo affrontati. Mirabile l’interpretazione di DiCaprio degna di un Oscar come miglior attore protagonista. Veniamo alla trama.

Il prof. Mindy, Leonardo DiCaprio, è un astronomo del Michigan, un po’ nerd e trasandato, e Kate, Jennifer Lawrence, è la sua dottoranda. Quando Kate scopre che c’è una chilometrica cometa in rotta di collisione sulla Terra, scatta l’allarme catastrofe. Ci sono sei mesi e 15 giorni per evitare la fine. La presidente degli Stati Uniti d’America, una meravigliosa Meryl Streep, con il figlio, Jonah Hill, capo di gabinetto ed il loro consigliere, un finanziatore guru tecno visionario alla Steve Jobs, Mark Rylance, non sembrano inizialmente interessati alla imminente catastrofe. Allora Lawrence va ad urlare in piazza e nei talk show questa sconvolgente notizia denunciando l’immobilismo del governo mentre il prof. Di Caprio viene sedotto dalla giornalista tv Brie, chic e rimodellata dalla chirurgia, l’attrice Cate Blanchett.

Poi il governo prende sul serio la cosa e allora la missione contro la cometa diventa un’operazione ansiogena da reality show con tutto il mondo a seguire la controffensiva spaziale, tutti a “guardare in alto” e ad aspettare la fine del mondo che puntualmente arriva trovando la dottoranda innamorata di Timothee Chalamet e DiCaprio abbracciato alla moglie dopo le delusioni d’amore. Non è un film vero e neppure un film di fantascienza: è un film satirico, grottesco, a tratti un po’ sconclusionato che non ha necessariamente a che vedere con la pandemia, ma richiama alcune questioni ad essa legate (i negazionisti, i no vax, ecc.). Sicuramente vale la pena “guardare in alto”.



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