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I due giorni della Nato a Formiche

Le riviste Airpress e Formiche hanno ospitato per due giorni la Nato con gli eventi digitali del progetto “Stronger together”, realizzato in partnership con la Nato public diplomacy division, che hanno visto la partecipazione del vice-segretario Geoana, del direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale Baldoni e del deputy assistant secretary general Appathurai. In vista del nuovo concetto strategico dell’Alleanza si sono affrontati i temi principali nell’agenda Nato, il futuro dell’Alleanza e il cyber-spazio. Tutti i dettagli…

Due giorni interamente dedicati all’Alleanza Atlantica, al suo futuro strategico e alle sue capacità tecnologiche. In collaborazione con la Nato Public diplomacy division, le riviste Airpress e Formiche hanno organizzato i due incontri del ciclo di webinar realizzato nella cornice della partnership “Stronger together”, “Più forti insieme”. A queste due intense giornate con la Nato hanno partecipato, da Bruxelles, James Appathurai, deputy assistant secretary general della Nato per le sfide emergenti, che ha dialogato con il direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Roberto Baldoni, e il vice segretario generale della Nato, Mircea Geoană, che ha affrontato un dibattito insieme a diversi parlamentari, ricercatori ed esperti del settore di Difesa e sicurezza, dal presidente della commissione Esteri della Camera, Piero Fassino, ai membri della commissione Difesa della Camera Roberto Paolo Ferrari e Matteo Perego di Cremnago, al presidente del Nato defense college Foundation, Alessandro Minuto Rizzo, al direttore di Aspenia, Marta Dassù, al generale Stefano Cont, da poco rientrato dal ruolo di addetto alla Difesa presso l’ambasciata italiana a Washington, e ad Alessandro Marrone, responsabile del programma Difesa dell’Istituto affari internazionali (Iai). Entrambi gli eventi hanno visto la moderazione del direttore delle riviste Formiche e Airpress, Flavia Giacobbe.

LA NATO VERSO IL 2030

Partiti giovedì 16 dicembre con “La Nato verso il 2030. A dialogo con Mircea Geoană”, live talk il vice segretario generale della Nato sul complesso processo di riflessione strategica che sta attraversando l’Alleanza, avviato lo scorso giugno con la presentazione dell’iniziativa NATO2030 da parte del segretario generale Jens Stoltenberg. Tale processo di concluderà a giugno 2022, al prossimo summit di Madrid dove verrà adottato il nuovo Concetto strategico (Strategic concept) dell’Alleanza atlantica, a più di vent’anni dall’ultima riflessione strategica a 360 gradi svolta dalla Nato nel 2010. Grazie al coinvolgimento degli ospiti, il vice segretario Geoană ha risposto alle domande riguardanti l’adattamento dell’Alleanza alle nuove sfide poste dall’attuale scenario geopolitico e alle nuove tecnologie che si sviluppano sempre più velocemente.

“Lo Strategic Concept è un documento eccezionalmente importante, lo prendiamo molto seriamente e vogliamo assicurarci che rifletta il mondo com’è, ma è anche un’anticipazione del mondo che verrà, perché questi documenti non sono solo una fotografia del mondo oggi, ma anche un’anticipazione del mondo di domani”, ha aperto la discussione Geoană. Prendendo dall’ultimo Concetto strategico i concetti ancora validi, come i tre “core tasks” e la dimensione politica e militare della Nato, si inseriranno le trasformazioni della sicurezza per sviluppare un’anticipazione di ciò che verrà, un processo definito “immenso” dallo stesso Geoană. I processi di riflessione e revisione strategica stanno attraversando non solo l’Alleanza, ma anche l’Unione europea, con la prossima adozione dello Strategic compass. “Naturalmente questi due processi rimangono separati, a dovrebbero essere convergenti perché l’Ue e la Nato anche se sono composti in modo differente devono affrontare molte delle stesse sfide, in termini di valori e dossier condivisi”, ha affermato il vice segretario.

LE SFIDE TRADIZIONALI E LE NUOVE SFIDE

“Oggi stiamo assistendo a delle dinamiche che pensavamo si fossero allontanate per sempre dall’Europa”, ha affermato Geoană in riferimento alla crisi ucraina e al rafforzamento militare russo, parlando di “una minaccia, un’aggressione militare e una pressione massiccia su uno Stato sovrano indipendente in Europa”. Deterrenza e difesa, le tematiche tradizionali dell’Alleanza, non devono dunque essere abbandonate. Ricordando che la Nato è “un’alleanza di valori e sua missione sacra è di difendere e proteggere un miliardo di cittadini in trenta nazioni alleate contro ogni minaccia che arrivi da qualsiasi direzione”, come sottolineato dal vice segretario generale della Nato. Sfide “tradizionali” che vanno affrontate, dunque, mentre ci si concentra sulle nuove minacce. Infatti “oggi non possiamo ignorare il fatto che il cyber, l’ibrido, le nuove tecnologie, i cambiamenti climatici, o le competizioni spaziali non stiano impattando in maniera trasversale anche gli ambiti più tradizionali di deterrenza e difesa”. In risposta alle nuove sfide tecnologiche la Nato è stata la prima organizzazione ad adottare lo “Artificial intelligence policy framework and big data exploitation framework”, ovvero un quadro politico sull’intelligenza artificiale e lo sfruttamento dei big data, per riflettere su un uso responsabile dell’intelligenza artificiale.

IL RUOLO DELL’ITALIA 

“L’Italia è un alleato estremamente rispettato ed un buon esempio per gli altri Paesi”. Così Geoană ha esordito la sua panoramica sul ruolo dell’Italia nella Nato. Tra i maggiori contributori nelle operazioni e nelle missioni dell’Alleanza, l’Italia ospita inoltre diverse strutture Nato, come ha evidenziato anche il vide-segretario, tra cui la base di Sigonella a Napoli e il Nato defence college. A ciò “si aggiunge il fatto che l’Italia pone anche le premesse affinché la Nato faccia di più per il fianco sud per quella che viene chiamata la Strategic direction south”, ha sottolineato Geoană. Il fianco sud, per la permanente minaccia costituita dal terrorismo e la fragilità e instabilità di alcuni Paesi, rappresenta una zona da non trascurare, soprattutto per il ruolo-chiave che giocherà il continente africano nelle sfide globali del futuro. Per questi motivi “l’ostinazione e l’articolata policy che Roma ha presso la Nato e nell’Ue per il sud sia qualcosa che noi apprezziamo molto e sosteniamo la leadership dell’Italia in tutte queste direzioni”, ha concluso il vice segretario.

IL DIBATTITO

Sono stati molti i temi toccati durante l’evento dagli ospiti che sono intervenuti, dal ruolo italiano alla crisi ucraina e il ruolo della Russia (qui un focus). “L’Italia è un contribuente importante della Nato e talaltro assumeremo il comando della Nato mission in Iraq nel 2022 e credo sia la missione più rilevante dopo il ritiro dall’Afghanistan per la Nato anche in termini di risorse investite”. Questa la considerazione dell’on. Perego di Cremnago, sottolineando inoltre la necessità per l’Alleanza di “non lasciare il terreno a quell’asse che si sta sempre più consolidando Cina-Russia-Iran e Turchia per certi versi che abbiamo visto a partire dal conflitto in Siria”. Concludendo con un appello a un Occidente tra Nato e Ue che torni al ruolo di stabilizzatore dei conflitti.

“Non c’è dubbio che la crisi ucraina sia un grosso test per la Nato oggi e per i rapporti Europa-Usa” ha esordito la dottoressa Dassù rivolgendosi al vice segretario generale. Ha proseguito poi l’onorevole Fassino chiedendo quale debba essere la strategia che l’Occidente deve adottare nei confronti della Russia. Mentre l’on. Ferrari ha esposto una riflessione in merito alla necessità di adeguare con più frequenza il concetto strategico della Nato che deve rispondere a delle sfide che oggi procedono a gran velocità come le tecnologie disruptive e per assicurare resilienza ai propri alleati. L’amb. Rizzo in modo provocatorio ha invece sottolineato come secondo lui si debba “stare attenti al non proclamare la propria competenza su troppe cose”. Concludendo poi con gli interventi di Marrone sulla stabilizzazione del Mediterraneo allargato e il ruolo della Nato nel fianco sud e di Cont sull’unità di intenti tra i Paesi dell’Alleanza atlantica.

IL CYBER-SPAZIO DELLA NATO

Il secondo evento di venerdì 17 dicembre è stato “Il cyber-spazio della Nato. Scenari futuri del quinto dominio” che ha invece visto il confronto tra James Appathurai e Roberto Baldoni nel parlare della dimensione cyber, da cui dipende ormai gran parte della nostra vita. In un confronto internazionale che è già cibernetico, come risponde l’Alleanza alle sfide informatiche? E quale è il contributo dell’Italia? Hanno cercato di darne risposta i due ospiti. La scelta del quinto dominio come focus della discussione dipende dalla sua pervasività in tutti gli ambiti sociali e strategici. La pandemia di Covid-19 ha reso ancora più evidente quanto il cyber sia presente nelle nostre vite, dalla spinta generale alla digitalizzazione all’aumento del ricorso allo smart working e la didattica a distanza. Inoltre, la cronaca degli ultimi mesi è piena di attacchi hacker, intromissioni, malware, ransomware e quant’altro, con effetti spesso molto fisici. Insomma, il confronto nel cyber-spazio è già una realtà quotidiana, con prospettive future ancora probabilmente sconosciute, che coinvolgono sia gli aspetti militari, sia quelli civili, sia il settore pubblico, sia quello privato.

RISTRUTTURAZIONI NEL MONDO CYBER

Tra i diversi temi del cyber-spazio affrontati durante l’evento le ristrutturazioni in atto nel dominio cibernetico. Sul fronte dell’Alleanza sono cinque i nuovi elementi della cyber policy della Nato evidenziati da Appathurai: lo spazio cibernetico è oggetto di contestazioni continue; l’impatto delle attività cibernetiche con intenti malevoli, le quali possono essere considerate un attacco armato secondo quanto disciplinato dall’Articolo 5 del trattato del nord Atlantico; la natura dello spazio cibernetico richiede un approccio proattivo globale che sia politico, militare e tecnico e si deve agire in questo senso insieme e in modo coerente; la resilienza, nella capacità di individuare, prevenire, attuare e rispondere alle vulnerabilità e alle intrusioni; in ultimo, la Nato nella policy ha assunto la posizione di voler essere una piattaforma più ampia per consultazioni politiche, dal momento che ora gli standard del cyber-spazio sono decisi al di fuori dell’Alleanza. Mentre, sul fronte nazionale, Baldoni in questo frangente si è concentrato anche sulla nuova istituzione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale che dirige. In Italia ci troviamo nella posizione di “cercare di sviluppare un approccio proattivo e comprensivo al cyber-spazio”. È questa una delle sfide più importanti per l’Italia in questo contesto, e la neo-costituita Agenzia potrà raggruppare insieme “competenze nel campo della resilienza che erano state disperse all’interno di più di quaranta autorità”. Un importante sforzo di centralizzazione delle competenze nel campo digitale agendo così in modo positivo sulla resilienza, irrobustendo e rafforzando sia i sistemi sia le persone.

IL PROGETTO

Il progetto “Stronger together” aveva l’obiettivo di promuovere una migliore comprensione pubblica delle politiche della Nato in Italia, affrontando argomenti strategicamente rilevanti e promuovendo intorno ad essi un dibattito, secondo quanto delineato dall’iniziativa “Nato 2030”. Il primo seminario nella cornice del progetto è stato quello dal titolo “Lo Spazio della Nato, scenari futuri del quarto dominio” tenutosi il 16 luglio. Il live talk ha coinvolto Bruno Tabacci, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega alle politiche spaziali, e Patrick Turner, assistant secretary general della Nato per Defence policy and planning.

 

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