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Giochi olimpici 2022. Chi seguirà gli Usa sul boicottaggio diplomatico a Pechino

Nuova Zelanda, Australia, Giappone. Aumenta la lista dei Paesi che valutano la scelta di non inviare delegazioni ufficiali all’evento sportivo per fare pressione sul governo cinese e la presunta violazione dei diritti umani. La “scusa” della pandemia e altre misure…

La Casa Bianca ha confermato che non invierà alcuna delegazione in rappresentanza del governo degli Stati Uniti ai Giochi olimpici invernali previsti a Pechino a febbraio del 2022. È ufficializzato in questo modo il “boicottaggio diplomatico”, nel tentativo di fare pressione sulla Cina per le violazioni dei diritti umani.

Secondo l‘emittente americana Cnn, con questa mossa gli Usa invieranno un messaggio a livello internazionale alla Cina, senza impedire la partecipazione all’evento degli atleti americani.

Come ricorda l’agenzia Bloomberg, il cosiddetto “boicottaggio diplomatico” significa che gli atleti sono liberi di competere, anche se i funzionari del governo restano a casa. Si tratta di misure su vasta scala viste durante la Guerra Fredda e in altri momenti della storia olimpica.

Intanto, Nancy Pelosi, ha dichiarato che la Camera voterà questa settimana una legislazione che mira a punire la Cina per il trattamento riservato ai musulmani uiguri, un’altra misura che sicuramente aumenterà le tensioni con il governo di Pechino.

“Per pregiudizi ideologici e sulla base di voci e bugie, gli Stati Uniti stanno cercando di rovinare i Giochi olimpici invernali di Pechino”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian. “Questo esporrà solo le loro cattive intenzioni – ha aggiunto – e intaccherà ulteriormente la loro autorità morale e credibilità”.

Per il governo di Xi Jinping si tratta di una “mossa sbagliata” da parte di Washington, che ha “intaccato le basi e l’atmosfera degli scambi sportivi tra Cina e Usa e la cooperazione sulle Olimpiadi […]  dovrebbero capire le gravi conseguenze della loro mossa”.

La decisione degli Stati Uniti di non inviare una delegazione ufficiale ai Giochi olimpici invernale potrebbe provocare un “effetto domino”. Il Regno Unito e il Canada non hanno ancora deciso se seguire l’esempio degli Usa. La Nuova Zelanda ha confermato che non sarà a Pechino 2022 “a livello ministeriale” tra, le altre cause, per cercare di contenere la diffusione del Covid.

L’Australia ha confermato che sta valutando la possibilità di applicare una misura simile, ma con un tono più leggero. Secondo il quotidiano The Guardian Australia, il governo di Scott Morrison starebbe considerando la possibilità di un riferimento alle restrizioni imposte per la pandemia di coronavirus per motivare l’assenza di rappresentanti ufficiali ai Giochi olimpici invernali. Difficilmente però ci sarà una presa di posizione come quella di Biden.

Anche il Giappone sta valutando di fare altrettanto, e analizza la situazione sulla base degli “interessi nazionali”, secondo l’annuncio del premier giapponese Fumio Kishida: “Prenderemo le nostre decisioni dal punto di vista dei nostri interessi nazionali, valutando il potenziale impatto sulla diplomazia e sulle Olimpiadi stesse. La decisione arriverà tenendo conto di vari fattori e il Giappone ritiene sia importante che i valori universali della comunità internazionale, e che siano garantiti anche in Cina”.

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