L’esercito americano dovrebbe annunciare a breve la scoperta di un nuovo vaccino efficace contro tutte le varianti del Covid-19. Prima di gridare al miracolo mancano però un po’ di dati. L’attesa e la prudenza è d’obbligo
Si attende entro poche settimane l’annuncio della scoperta di un nuovo vaccino che sarebbe efficace contro tutte le varianti del Covid-19, omicron compresa. Questo, almeno, è quello che viene affermato in un articolo pubblicato appena ieri da Sara Topp, reporter del quotidiano Defense One, l’organo di stampa del Pentagono Americano.
Gli scienziati del Walter Reed Army Institute of Research, secondo l’autrice dell’articolo, starebbero per mettere a punto il risultato di quasi due anni di lavoro sul virus. Il laboratorio dell’esercito Usa, infatti, ha iniziato a lavorare sul sequenziamento del Dna del Covid-19 all’inizio del 2020. Molto presto, il reparto di malattie infettive del Walter Reed avrebbe deciso di concentrarsi sulla creazione di un vaccino che funzioni non solo contro il ceppo allora esistente, ma anche contro tutte le sue potenziali varianti.
Il vaccino Spike Ferritin Nanoparticle COVID-19 (o SpFN) dell’istituto, a quanto pare ha completato la fase delle sperimentazioni sugli animali all’inizio di quest’anno, e i risultati sarebbero positivi. La fase 1 dei test sull’uomo avrebbe dato pure dei risultati positivi, che sono attualmente in fase di revisione finale. Questi dati ci arrivano da un’intervista esclusiva concessa sempre a Defense One da Kayvon Modjarrad, direttore del reparto che sta portando avanti la ricerca. Il nuovo vaccino dovrà ancora essere sottoposto a prove di fase 2 e di fase 3.
Gli studi di fase 1 hanno lo scopo di fornire una prima valutazione della sicurezza e tollerabilità del medicinale da parte dell’uomo. Questi studi sono condotti in pochi centri selezionati su un numero limitato di volontari sani per i quali è documentata l’assenza e la non predisposizione a malattie. L’obiettivo principale è la valutazione dei potenziali effetti collaterali che possono essere attesi, in base ai risultati delle precedenti sperimentazioni sugli animali e la valutazione della modalità di azione e distribuzione del farmaco nell’organismo. I volontari vengono divisi in più gruppi, ciascuno dei quali riceve una diversa dose di farmaco, per valutare gli eventuali effetti indesiderati della sostanza in relazione alla quantità somministrata. Se l’oggetto della sperimentazione è la cura di patologie gravi, questi studi possono essere condotti direttamente su pazienti che ne sono affetti e per i quali il farmaco è stato pensato. Se il farmaco dimostra di avere un livello di tossicità accettabile rispetto al beneficio previsto (il cosiddetto profilo rischio/beneficio), si può passare alle successive fasi della sperimentazione.
A differenza dei vaccini esistenti, l’SpFN creato dal Walter Reed utilizza una proteina a forma di pallone da calcio, con 24 facce, e quindi una struttura che consentirebbe al vaccino di attaccare più ceppi di coronavirus contemporaneamente.