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Un asse italo-canadese sull’intelligenza artificiale. Parla l’amb. Ferrari

Intervista con il “nostro uomo” a Ottawa. I nostri due Paesi “condividono priorità, posizioni e interessi”, dice. Anche quando si tratta di etica e nuove tecnologie

Italia e Canada condividono priorità, posizioni ed interessi su molti temi globali e regionali e collaborano proficuamente in numerosi consessi internazionali, incluse le Nazioni Unite, il G7, il G20 e la Nato”, racconta Andrea Ferrari, ambasciatore d’Italia a Ottawa, a Formiche.net in vista della XIV Conferenza degli ambasciatori, un appuntamento di coordinamento della diplomazia italiana.

“Agli eccellenti rapporti bilaterali tra i due Paesi contribuisce la presenza di una vasta e dinamica comunità di italo-canadesi, impegnata attivamente in ambito culturale, sociale, economico e politico”, continua. Sono ampi gli scambi tra imprenditori, studenti e ricercatori tra le due sponde dell’Atlantico, che danno vita a innovative opportunità commerciali e partnership. “Italia e Canada presentano economie complementari e un tessuto economico spesso simile, formato da alcuni grandi gruppi e numerose piccole e media imprese, con una ricca cultura tecnologica e scientifica”, aggiunge.

Recentemente l’ambasciata d’Italia a Ottawa ha organizzato un business forum sull’intelligenza artificiale. In che modo i due Paesi dialogano su questo tema?

Il Forum sull’intelligenza artificiale è stato organizzato dall’ambasciata in collaborazione con la Camera di commercio italiana in Canada di Montreal, associazione di imprenditori e di professionisti che promuove l’internazionalizzazione delle imprese alla diffusione del Made in Italy in Nord America. Il Forum è un appuntamento per tutti i soggetti interessati al settore (start-up, imprese e studiosi), per condividere informazioni, conoscenze, discutere delle opportunità di collaborazione tra i due Paesi e tessere filiere di business. Sostenibilità e transizione verso un’economia circolare sono centrali nelle priorità di sviluppo e nelle politiche industriali sia in Italia (ed Europa), sia in Canada. Il Green Deal europeo e i piani nazionali di ripresa definiti per il periodo post pandemico perseguono ambiziosi obiettivi ambientali che richiedono una transizione verde in molti settori della società e dell’economia e un’accelerazione nell’adozione di modelli di economia circolare. In Canada la green economy è un asse importante della strategia per la ripresa economica e fondi significativi sono stati destinati sia a livello federale, sia a livello provinciale, per la transizione verso un’economia verde e sostenibile. Vi sono diversi settori complementari tra Italia e Canada: scienze della vita, biotecnologie, mobilità, energia, agricoltura, aerospazio, per i quali l’intelligenza artificiale funge da acceleratore e facilitatore per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Che ruolo possono avere Italia e Canada nella sfida dell’intelligenza artificiale?

In Canada lavorano con successo centinaia di professori e ricercatori italiani, che hanno contribuito ai successi della ricerca canadese in svariati settori e che collaborano attivamente con Università e centri di ricerca italiani. Il Canada è leader mondiale dal punto di vista scientifico e nella creazione di un ecosistema dedicato all’intelligenza artificiale, con grandi centri di ricerca. Il governo federale canadese ha creato negli ultimi anni una rete di cosiddetti supercluster che raggruppano centri di ricerca e tecnologici presenti in diverse aree del Paese in consorzi focalizzati su un tema specifico di ricerca applicata all’industria, oceanologia, intelligenza artificiale, manifattura avanzata, industria: delle proteine e tecnologia digitale. Il governo canadese ha già stanziato svariati milioni di dollari canadesi per il progetto, con l’intento anche di sviluppare e attrarre talenti di alto livello ed espandere la ricerca e innovazione. Il supercluster sull’intelligenza artificiale avrebbe, secondo le previsioni, un impatto significativo sul prodotto interno lordo canadese e potrebbe creare migliaia di posti di lavoro.

E l’Italia come si inserisce?

Questa realtà in Canada è di straordinario interesse per l’Italia, date le competenze già sviluppate nel settore e gli investimenti in essere a livello nazionale e locale, anche a seguito del Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano. Possiamo citare a titolo di esempio: il Tecnopolo di Bologna; a Milano, la sinergia tra Bocconi, Università Statale di Milano, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Politecnico di Milano all’interno di ELLIS, lo European Laboratory for Learning and Intelligent Systems; e a Torino dove avrà sede l’Istituto Italiano per l’intelligenza artificiale. È quindi naturale, e allo stesso tempo fondamentale, un asse italo-canadese sull’intelligenza artificiale, ben inserito nella strategia di ricerca e innovazione tra Canada e Unione europea.

Su un tema come i diritti umani, da sempre al centro dell’azione della diplomazia italiana, il Canada può rappresentare un alleato anche nelle tecnologie emergenti?

La difesa e promozione dei diritti umani è da sempre uno dei principi cardine della politica italiana e di quella canadese. Le affinità e le numerose collaborazioni istaurate tra Italia e Canada sul tema dei diritti umani, sia a livello multilaterale che bilaterale, rendono naturale espandere tale collaborazione anche al settore delle tecnologie emergenti. Il Canada ha rappresentato uno degli alleati più vicini alle posizioni italiane durante la presidenza G20 del nostro Paese. Tale comunanza di vedute ha permesso di includere nella dichiarazione finale dei leader del G20 alcuni principi condivisi in tema di transizione verso un’economia più verde, prospera e inclusiva con investimenti in infrastrutture e tecnologie innovative a favore della de-carbonizzazione e dell’economia circolare; in tema di pari opportunità ed empowerment femminile; di sistemi educativi inclusivi, non discriminatori, adattabili e resilienti a favore di una società più equa; di trasformazione digitale inclusiva, come volano della produttività e base per un’equa distribuzione dei suoi benefici; di economia digitale, istruzione superiore e ricerca affinché siano non discriminatorie ed aperte; sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, che dovrà essere responsabile, centrata sulla persona ed inclusiva, tenendo conto dei bisogni delle piccole e medie imprese. Il Canada è consapevole delle preoccupazioni relative all’uso delle nuove tecnologie, soprattutto per questioni legate alla privacy e all’etica. In Québec, ove è presente il maggior numero di centri di ricerca sull’intelligenza artificiale, è stata creata una Commissione provinciale di etica nella scienza e tecnologia, per affrontare tali temi in relazione alle nuove tecnologie.

Che effetti ha avuto la pandemia Covid-19 sulle relazioni economiche e commerciali tra i due Paesi?

Nel 2020, nonostante le difficoltà generate dalla pandemia, il nostro Paese è quello che, dopo Cina e Corea, ha mostrato il più elevato livello di resilienza delle proprie esportazioni. Al contenimento degli effetti negativi della crisi ha contribuito l’eccellente performance dell’agroalimentare, in aumento di quasi il 15% e la crescita in particolare dell’esportazione di carni e prosciutti (+48%), pasta e farinacei (+21,5%), caffè (+15,3%) e formaggi (+6,4%). Nonostante i numerosi disagi causati dalla discontinuità delle catene di approvvigionamento, nel 2020 l’interscambio commerciale con il Canada è stato pari a circa 6 miliardi di euro (-3,4% rispetto al 2019), con esportazioni pari a 4,3 miliardi di euro (-4,9% rispetto all’anno precedente) e importazioni pari a 1,8 miliardi (+0,6%). Il saldo commerciale è stato positivo per 2,5 miliardi di euro. Anche nel 2021 l’export italiano Italia è cresciuto ad un ritmo superiore alla media dei Paesi fornitori del Canada. Nei primi sette mesi del 2021, l’interscambio è aumentato del +7,1% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente e ha raggiunto i 3,6 miliardi di euro, con esportazioni di 2,6 miliardi (+12,1%) e importazioni di 1 miliardo (-4,3%). Il saldo commerciale è stato positivo per 1,6 miliardi. Nei primi otto mesi del 2021, l’Italia è stato il sesto fornitore e il diciassettesimo cliente del Canada. Il Canada è il 23° mercato di destinazione del nostro export. La nostra quota di mercato è pari all’1,7%, superiore a quella del Regno Unito (1,4%), della Francia (1,1%), e della Spagna (0,6%), ma inferiore a quella della Germania (3,2%). Le principali voci delle nostre esportazioni sono: bevande, prodotti alimentari e tabacco; macchinari; prodotti tessili e conciari; articoli in gomme e materie plastiche; mezzi di trasporto. Le principali voci delle nostre importazioni sono costituite da prodotti dell’agricoltura e ittici; mezzi di trasporto; prodotti minerali; computer e apparecchi elettronici e ottici; prodotti chimico-farmaceutici; prodotti petroliferi raffinati. Tali dati dimostrano la forza e resilienza del nostro sistema produttivo e la fidelizzazione del Made in Italy in questo mercato. Le nostre esportazioni in Canada possono quindi ripartire da basi consolidate e rinnovo l’impegno mio, di tutta l’ambasciata e del Sistema Italia in Canada a sostegno dei nostri operatori economici e delle imprese italiane interessate ad investire in questo Paese.

Anche le aziende canadesi esprimono quei timori condivisi da aziende di altri Paesi (giustizia e infrastrutture per esempio) rispetto al Sistema Italia quando guardano alle opportunità di investimento nel nostro Paese?

Italia e Canada condividono una stretta relazione economica. Le imprese canadesi e i fondi di investimento vedono nell’Italia un mercato con ottime opportunità potenziali. Secondo gli ultimi dati disponibili sugli investimenti diretti, i flussi nel 2020 sono diminuiti a causa della pandemia, sia per quanto riguarda gli investimenti diretti esteri italiani in Canada (259 milioni di euro rispetto agli 849 milioni del 2019), che gli investimenti canadesi in Italia (1 milione di euro nel 2020 rispetto ai 30 milioni del 2019). Nel 2020 gli stock di investimenti italiani in Canada ammontavano a 4 miliardi di euro, in particolare nei settori del commercio all’ingrosso, della meccanica, della logistica e dei trasporti, rilevanti anche i settori agroalimentare, delle costruzioni e della difesa. Gli investimenti diretti esteri canadesi in Italia nel 2020 erano pari a 950 milioni di euro. Vi sono numerosi investimenti di successo canadesi in Italia, in svariati settori, dall’alta tecnologia ai trasporti, dall’industria dei cosmetici, al biofarmaceutico e all’energia.


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