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Italia Paese dell’anno per l’Economist. E arriva un indizio su Draghi al Quirinale

Il settimanale celebra il nostro Paese. Poi scrive che il presidente del Consiglio ora “vuole diventare presidente” della Repubblica. E da Palazzo Chigi rilanciano l’articolo. È il primo segnale dall’ex governatore della Bce sulla corsa al post Mattarella?

Dopo aver ritratto Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, tra le personalità da tenere sott’occhio nel 2022 e come possibile prima donna a guidare il governo italiano, il settimanale britannico The Economist torna a occuparsi dell’Italia. E lo fa definendola “il Paese dell’anno” per il 2021.

L’anno scorso il premio era andato all’unico Paese africano dove, secondo Freedom House, la situazione di democrazia e diritti umani era migliorata nonostante la pandemia: il Malavwi.

Anche il 2021 è stato un “anno difficile”, scrive il settimanale. “Il Covid-19 ha continuato a diffondere miseria, i vaccini brillantemente progettati sono stati distribuiti in modo non uniforme e sono emerse nuove varianti come l’Omicron. In molti Paesi le libertà civili e le norme democratiche sono state erose. Il principale leader dell’opposizione russa è stato imprigionato. I sostenitori di Donald Trump hanno preso d’assalto il Campidoglio. Le guerre civili hanno attanagliato l’Etiopia e il Myanmar. Eppure, in mezzo al buio, alcuni Paesi hanno brillato”.

Tra questi la piccola Samoa, dove “i tribunali hanno disinnescato una crisi costituzionale, buttando fuori il partito al potere da 33 anni e un primo ministro che sosteneva di essere stato scelto da Dio” spianando la strada a una riformista, la prima donna a guidare il Paese. E ancora, la Moldavia, uno dei Paesi più poveri d’Europa, che grazie alla nuova presidente Maia Sandu sta cercando di risolvere il problema atavico della corruzione. Ci sono anche lo Zambia, che ha ripercorso il suo corso democratico, e la Lituania, paladina dei valori democratici, decisa a guidare l’Unione europea verso un atteggiamento più duro verso la Cina.

Ma gli onori dell’Economist, il cui 43,4% dell’azionariato è della holding olandese Exor di controllata dalla famiglia Agnelli, quest’anno vanno all’Italia. Non per l’Europeo vinto. Neppure per i Måneskin che hanno trionfato all’Eurovision. “Ma per la sua politica. L’Economist ha spesso criticato l’Italia per aver scelto dei leader, come Silvio Berlusconi, che avrebbero potuto utilmente seguire la raccomandazione della canzone vincitrice dell’Eurovision di ‘stare zitti e comportarsi bene’. A causa di una governance debole, gli italiani erano più poveri nel 2019 di quanto lo fossero nel 2000. Eppure quest’anno l’Italia è cambiata”.

Merito di Mario Draghi, un presidente del Consiglio “competente e rispettato a livello internazionale”. Il settimanale sottolinea che l’Italia ha uno dei tassi di vaccinazione contro il Covid-19 più alti d’Europa. Che “dopo un 2020 difficile, la sua economia si sta riprendendo più rapidamente di quelle di Francia e Germania”. Ma guarda anche al Quirinale: “Draghi vuole diventare presidente, un lavoro più cerimoniale, e potrebbe essere succeduto da un primo ministro meno competente. Ma è difficile negare che l’Italia di oggi sia un posto migliore di ciò che era nel dicembre 2020. Per questo, è il nostro Paese dell’anno”.

Non è la prima volta che la stampa internazionale celebra Draghi. L’ha fatto la rivista statunitense Time affidando a Janet Yellen, segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, la spiegazione del perché l’ex governatrice della Banca centrale europea abbia meritato un posto nella lista dei 100 personaggi più influenti del 2021. E l’ha fatto Politico piazzandolo al primo posto nella classifica dei leader europei per il 2022 e definendolo “la persona più potente in Europa”.

Ma è la prima volta che chi cura la comunicazione del presidente del Consiglio, a partire dalla portavoce Paola Ansuini, rilancia un articolo in cui si parla di ciò che Draghi vorrebbe fare a gennaio. Quel “Draghi vuole diventare presidente” scritto dall’Economist e condiviso sui social dall’ufficio stampa di Palazzo Chigi potrebbe rappresentare quel segnale che i partiti stavano aspettando.


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