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Cos’è il Long Covid e come sarà curato nel 2022

Affaticamento, mancanza di fiato e disfunzione cognitiva sono alcuni dei sintomi della post-Covid condition riconosciuta dall’Oms. Un quarto delle persone che ha avuto il virus ne soffre per quattro, sei e persino 12 settimane dopo la guarigione. Sono tante le ricerche per identificare una cura e a metà dell’anno prossimo si spera una prima terapia, anche molto accessibile

“Devo scegliere tra parlare o camminare”. Jasmine Hayer, una ragazza di 32 anni di Londra, ha raccontato alla Bbc come è stata costretta a trasferirsi quest’estate a casa dei genitori. Era pronta a diventare insegnante di yoga, ma dopo avere preso il Covid non riusciva più a stare in piedi.

A nove mesi dal contagio, la ragazza non riesce più ad alzare un braccio, per cui dovrà reinventarsi nel mondo del lavoro. Sente ancora molta pressione nel petto, palpitazioni, fatica a respirare e ansia.

Come Jasmine ci sono migliaia di persone al mondo. La sindrome, chiamata Long Covid, è stata ufficialmente riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) in questa pandemia.

L’Oms ha definito il Long Covid una “post-Covid condition”, che “si verifica in individui con una storia di probabile o confermata infezione da SARS-CoV-2, di solito a tre mesi di distanza dall’inizio del Covid-19 con sintomi che durano per almeno due mesi e non possono essere spiegati da una diagnosi alternativa”.

Tra i sintomi ci sono affaticamento, mancanza di respiro e disfunzione cognitiva, che possono comparire dopo il recupero dal Covid-19 in fase acuta o persistere dalla malattia iniziale.

In un report presentato dall’Oms insieme all’Osservatorio Europeo delle Politiche e dei Sistemi Sanitari, si legge che “le stime variano su quanto sia frequente il Long Covid, ma approssimativamente, un quarto delle persone con Covid-19 hanno sintomi persistenti tra le quattro e le cinque settimane dopo un test positivo, circa 1 su 10 ha sintomi dopo 12 settimane”.

Per molte persone affette da Covid (anche con sintomi lievi), il Long Covid si è rivelato un problema che influisce negativamente sullo stato di salute, la vita sociale e famigliare e le finanze.

Nel caso di Jasmine, il miglioramento è arrivato solo dopo una cura sperimentale all’ospedale Royal Brompton di Londra. La giovane aveva il 53% di ossigeno nei polmoni, e aveva una nuova infiammazione cardiaca. Sono stati trovati anche coaguli di sangue nei polmoni.

L’anno 2021 però si chiude con una buona notizia. A metà del 2022 ci saranno i primi risultati di alcune ricerche per curare il Long Covid, secondo l’Economist: “Il National Institutes of Health ha speso più di 1 miliardo di dollari per indagare su cause e cure. Il Regno Unito sta conducendo più di 15 studi con migliaia di pazienti Covid da lungo tempo”.

Queste cure si dedicano principalmente a tre settori: Il primo è la mappatura dei percorsi biologici per i sintomi più debilitanti del Long Covid, come la mancanza di respiro e l’offuscamento cerebrale. Sapere cosa c’è alla base di questi sintomi potrebbe fornire un po’ di sollievo e indicare la terapia farmacologica più adeguata.

La seconda area è focalizzata su test diagnostici e scansioni che misurano gli effetti del Long Covid su alcuni dei principali organi del corpo ed esaminano la presenza nel sangue di citochine, molecole che sono potenziali marker di una risposta immunitaria iperattiva (sospetta causa della sindrome di Long Covid).

“Che le cure saranno trovate è altamente probabile – sostiene l’Economist -. Gli studi clinici sono la terza grande area di ricerca. Sono in corso ampi studi su diversi farmaci e metodi di riabilitazione esistenti utilizzati per trattare disturbi simili causati da malattie cardiache o malattie polmonari croniche”.

Queste terapie, fortunatamente, non saranno costose. Molti dei farmaci in esame sono ampiamente disponibili, come l’aspirina e gli antistaminici.

“Sono in fase di sperimentazione anche protocolli di riabilitazione e app che possono aiutare le persone a far fronte ai propri sintomi – prosegue il settimanale britannico -. Per milioni di persone le cui vite sono state sconvolte da un’infezione virale che non scomparirà, il 2022 sarà un anno di speranza”.

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