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Un’Europa nel segno del pluralismo religioso. L’invito dell’imam Pallavicini

Pubblichiamo l’intervento dell’imam Yahya Pallavicini, presidente della Coreis, Comunità Religiosa Islamica Italiana, pronunciato durante la riunione straordinaria di leader religiosi, Extraordinary High-Level Meeting with Religious Leaders, davanti alla Commissione europea

Su richiesta della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, è stata convocata una riunione straordinaria di leader religiosi, Extraordinary High-Level Meeting with Religious Leaders, oggi 10 dicembre.

La riunione è stata introdotta dal vice presidente Margaritis Schinas che è il referente per i programmi sull’articolo 17, sul dialogo con le organizzazioni confessionali in Europa.

Nella lettera di convocazione indirizzata all’imam Yahya Pallavicini, presidente della Coreis Comunità Religiosa Islamica Italiana, si precisa che l’intento della riunione è quello di ribadire l’impegno della Commissione Europea al dialogo e all’inclusione delle comunità religiose nel programma europeo. Si rinnova il “rispetto per tutte le religioni e fedi come valore fondamentale dell’Europa. I valori comuni non si basano sulla negazione delle diverse identità ma sul riconoscimento delle differenze, anche religiose, che rappresentano l’Unione Europea.”

La riunione dà seguito al ritiro delle “linee guida” della Commissione Europea sulla “comunicazione inclusiva” nelle quali sembrava prevalere l’opportunità di non esplicitare l’identità delle festività negli auguri per le ricorrenze natalizie.

Alla riunione straordinaria hanno partecipato rappresentanti di sette confessioni religiose: il Vescovo Noel Treanor, vice presidente della Conferenza Episcopale presso l’Unione Europea (Comece), Lakshmi Viyas, presidente del Forum Induista Europeo, Ron Eichhorn, presidente dell’Unione Buddhista Europea, Albert Guigui, rabbino capo di Bruxelles, rev. Sorin Selaru, direttore della rappresentanza della Chiesa Ortodossa Rumena presso le Istituzioni Europee (Croceu), imam Yahya Pallavicini, coordinatore Eulema Consiglio Leader Musulmani d’Europa, rev. Christian Krieger, presidente della Conferenza delle Chiese Europee (Cec).

Pubblichiamo l’intervento dell’imam Yahya Pallavicini, presidente della Coreis, Comunità Religiosa Islamica Italiana.

Eccellenze, stimati colleghi, vi saluto tutti con gli auguri tradizionali di Pace e di ogni Bene, auguri sinceri e fraterni rivolti da cittadino europeo e da religioso musulmano nel pieno rispetto dell’identità delle autorità spirituali che rappresentano il pluralismo religioso europeo e dei rappresentanti istituzionali della Commissione Europea che ringrazio per questo rinnovato invito al confronto.

Non temo che la mia intenzione benaugurante possa mai essere fraintesa o strumentalizzata da qualche politico o cittadino o credente se non nella misura di una ignoranza e di un pregiudizio che rischia di esprimere sentimenti di discriminazione e di esclusione che sono contrari alla visione dei padri dell’Europa Unita, come Adenauer, De Gasperi, Monnet, Schuman, e sono antitetici all’universalità dello Spirito, essenza di ogni dottrina religiosa. Se tale sentimento dovesse manifestarsi c’è proprio una ragione educativa e formativa da sviluppare!

In Italia, in questo periodo dell’anno, assistiamo ciclicamente a un grossolano dibattito promosso da alcuni insegnanti che pretendono negare ogni riferimento al Natale di Gesù con la scusa che ciò possa suscitare imbarazzo negli studenti e nelle famiglie musulmane. Regolarmente la nostra comunità islamica ha difeso la verità storica, simbolica e sacrale del Natale di Gesù, il rispetto dei musulmani per questa e per ogni ricorrenza religiosa o culturale della società occidentale come occasione di comprensione e di studio e di conoscenza e mai di occultamento.

Due giorni fa, era la festa dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria, madre di Gesù. Anche la dottrina islamica riconosce questo statuto di eccezionale purezza nella figura di Maria, a differenza di altre interpretazioni nel Cristianesimo protestante o in altre confessioni religiose che presentano una posizione più o meno distante. In questo caso, pur essendoci affinità e similitudini tra cattolici e musulmani o totali distanze con altri credenti, ciò che si esprime è una differente sensibilità nel modo di rendere onore oppure di rispettare senza partecipazione a questa ricorrenza.

Nelle recenti settimane la comunità indù ha celebrato la festa di Divapali e la comunità ebraica ha celebrato per otto sere la ricorrenza di Khanukkà e membri della nostra comunità musulmana sono stati invitati a condividere il significato universale e più profondo della Luce che illumina i cuori e ispira le nostre responsabilità nei cicli della vita nelle varie città d’Europa. In questo caso, non ci sono corrispondenze tra la dottrina ebraica della festa delle luci e le altre dottrine religiose ma si riesce comunque a dare una testimonianza di vicinanza spirituale, fratellanza e accompagnamento culturale.

Parallelamente, assistiamo ad altre celebrazioni o festività che vanno da Halloween all’adozione di auguri stagionali per l’inverno, la primavera, l’estate e l’autunno che recentemente si diffondono in Europa e non hanno alcuna radice con la cultura europea o con le festività religiose. Queste novità ci lasciano sorpresi e non manifestiamo alcuna opposizione ma, soprattutto, non ci può essere alcuna sostituzione di una identità con un’altra. In questo caso, denunciamo il tentativo di un riduzionismo pseudoculturale di esasperare Peter Pan o Babbo Natale al posto di Gesù, proprio come, durante il mese di Ramadan, si confonde la festa del digiuno dei musulmani con una dieta estiva!

Ogni festa religiosa ha una sua specificità per le rispettive comunità ma può anche essere una nobile occasione di scoprire una convivialità tra credenti e cittadini d’Europa e superare ignoranza e diffidenze, senza scadere in sincretismi sentimentali.

Chiediamo alle istituzioni d’Europa di riconoscere ogni anno le festività delle differenti comunità religiose invitate in questa riunione straordinaria. Se ogni anno, le istituzioni europee dedicassero un augurio in occasione delle diverse festività principali delle varie comunità ciò svilupperebbe ulteriormente il sentimento di appartenenza e inclusione dei vari credenti come cittadini d’Europa.

Le due feste principali del calendario islamico sono la fine del mese di Ramadan (2 maggio 2022) e la fine del pellegrinaggio (12 luglio 2022). I musulmani d’Europa sarebbero onorati di ricevere quest’anno gli auguri da parte della presidente Ursula van der Leyen e del vice presidente Margaritis Schinas, proprio come ne riceviamo ogni anno dai nostri colleghi delle altre confessioni religiose in Europa. Le grammatiche del pluralismo religioso e della comunicazione istituzionale devono convergere in Europa, nella piena coerenza delle rispettive identità perché sono inclusive e in dialogo rispettoso e consapevole.

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