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Ecco come usare al meglio il Pnrr. Le grandi aziende rispondono a Draghi

Di Rosario Cerra e Francesco Crespi

Le grandi aziende rispondono all’appello di Draghi. Il progetto Pnrr-Execution, proposte di azioni specifiche e concrete da adottare per migliorare l’efficacia di attuazione del Pnrr nell’ambito degli interventi previsti, raccontato dai curatori Rosario Cerra, fondatore e presidente del Centro Economia Digitale e Francesco Crespi, direttore Ricerche del Centro Economia Digitale/Università Roma Tre

L’obiettivo del Pnrr non può e non deve essere solo quello di spingere la ripresa dell’economia dopo la crisi pandemica, ma l’occasione per trasformare il Paese e il suo sistema produttivo per affrontare le sfide e la forte competizione globale che avremo di fronte nei prossimi decenni.

Abbiamo l’opportunità storica per realizzare un cambiamento strutturale fondato sulla capacità trasformativa dell’innovazione e della diffusione delle tecnologie digitali. Queste possono e devono svolgere un ruolo cruciale per facilitare il passaggio da un modello produttivo basato sulla competitività di costo a uno basato sulla competitività tecnologica, che fa leva su investimenti continui in nuove tecnologie, attività di ricerca e innovazione.

È questo secondo modello che deve diventare prevalente in Italia, poiché è quello in grado di fornire al Paese una spinta più forte e duratura alla dinamica della produttività e della crescita, nonché capace di garantire un futuro prospero alle nuove generazioni di cittadine e cittadini, la sostenibilità del debito pubblico e di rilanciare il ruolo dell’Italia nello scenario economico internazionale.

La capacità di “messa a terra” degli indirizzi di policy indicati nel Piano e la forza trasformativa delle politiche attuate saranno gli elementi chiave per il successo del Pnrr. Come evidenziato nel documento del governo in cui viene presentato il Pnrr, l’impatto effettivo degli investimenti e delle riforme in esso previsti dipenderà in maniera cruciale dalle modalità con cui questi verranno attuati. In particolare, il governo stima che nel 2026, anno di conclusione del Piano, il Pil italiano potrà risultare di 3.6 punti percentuali più alto rispetto allo scenario base (in assenza di interventi).

Tuttavia, le simulazioni effettuate dal governo segnalano come tale aumento sarebbe inferiore nel caso in cui l’efficienza degli investimenti fosse più bassa (solo +1.8 punti percentuali nello scenario a bassa efficienza; +2.7 punti percentuali se si considera lo scenario medio). Come sottolineato dal presidente del Consiglio Mario Draghi è, quindi, il momento in cui serve il contributo di tutti e in particolare delle migliori forze del Paese.

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È in questo contesto che nasce l’idea centrale del progetto Pnrr-Execution. Individuare attraverso l’esperienza di analisi maturata dal Centro Economia Digitale e la fattiva collaborazione con i suoi soci – Enel, Eni, I Capital, Leonardo, Open Fiber, Tim e Tinexta – proposte di azioni specifiche e concrete da adottare per migliorare l’efficacia di attuazione del Pnrr nell’ambito degli interventi previsti (il documento è scaricabile gratuitamente dal sito www.centroeconomiadigitale.com).

Tra le varie azioni individuate ne indichiamo tre che possono contribuire a delineare un percorso in grado di cambiare profondamente gli assetti strutturali del Paese. Sottolineiamo in primo luogo come gli impatti di lungo periodo del Pnrr potrebbero essere più profondi se il Piano venisse organicamente inserito in una Visione complessiva dell’Italia al 2030.

I cambiamenti strutturali in atto, dal punto di vista tecnologico, economico, ambientale, sociale ma anche geopolitico, richiedono infatti la definizione di una chiara strategia di ampio respiro che indichi le direttrici di sviluppo e gli obiettivi che il Paese intende darsi. Serve, quindi, una visione di quale dovrà essere il ruolo dell’Italia nelle trasformazioni in atto, all’interno dell’Europa, nello scenario internazionale, nella divisione globale della produzione e del lavoro.

Questo nella consapevolezza che l’impatto di tali trasformazioni potrà essere tanto più positivo, quanto più i processi di cambiamento e le nuove tecnologie saranno adattati e in grado di valorizzare le specificità e la vocazione del nostro Paese in termini di competenze ed eccellenze produttive, ma anche di valori, risorse culturali, paesaggistiche e ambientali.

Nell’ambito di questa visione riteniamo sia opportuno sviluppare un modello di filiera in cui la transizione delle Pmi è trainata, in un’ottica di accompagnamento e supporto, da grandi aziende leader. Queste potrebbero “sostenere” lo sviluppo delle filiere, favorendo la crescita e la competitività delle imprese che ne fanno parte, attraverso lo scambio di conoscenze cruciali in termini di visione strategica di medio-lungo termine, conoscenza del mercato, delle tecnologie e know-how industriale di alto profilo. Si tratta, quindi, di riuscire a sviluppare un “ecosistema industriale più integrato e competitivo”, costituito da vari attori di diversa dimensione che investano in maniera maggiormente coerente tra loro, avendo una visione e obiettivi di comune interesse.

Infine, oltre a favorire cambiamenti nei rapporti tra grandi imprese e Pmi, segnaliamo l’importanza di rafforzare la collaborazione tra settore pubblico e privato, nel pieno rispetto dei propri ruoli. Per affrontare con tempestività ed efficacia le sfide di questo tempo un’opportunità è rappresentata dal potenziamento dello strumento del partenariato pubblico-privato. Un utilizzo più sistematico di questa modalità nello sviluppare progetti potrebbe facilitare la realizzazione e ampliare l’impatto degli interventi previsti nell’ambito del Pnrr e rappresentare un modo per porre le basi di una più intensa interazione tra attori pubblici e privati.

È con questo spirito che riteniamo che la condivisione di queste proposte rappresenti un’importante occasione per rafforzare la capacità di collaborazione tra il mondo produttivo, del sapere, la società civile e le istituzioni.

Collaborazione quanto mai necessaria per il rilancio del Sistema Italia e per, insieme, cambiare in meglio il futuro del nostro Paese.

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