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Perché è ora di una politica sanitaria europea. Scrive Pennisi

Come e perché la pandemia ha spinto l’Europa ad includere la sanità tra le materie oggetto di strategia europea. La proposta di Regolamento costituisce uno dei pilastri principali dell’Ue ed è presentata unitamente a quelle avanzate dalla Commissione nel novembre 2020

La pandemia ha in un certo senso forzato l’Unione europea (Ue) ad includere anche se non formalmente la sanità tra le materie oggetto di strategia europea. C’è stato un notevole coordinamento in materia di approvvigionamento di vaccini (il cui acquisto è stato centralizzato nella Commissione europea) nonché nel definire regole per i viaggi intra-Ue e per quelli da e per Paesi dove sono apparse nuove varianti del Covid-19.

C’è stata poca attenzione, almeno in Italia, nei confronti della proposta di regolamento del Consiglio relativo a un quadro di misure volte a garantire la fornitura di contromisure mediche di rilevanza per le crisi in caso di un’emergenza di sanità pubblica a livello dell’Unione. Se ne è, però, occupato il Cnel, consulente istituzionale del governo. Prima con un il documento di osservazioni e proposte concernenti Pubblici Servizi e Tutela della Salute. Un esercizio di Stress Test dello scorso aprile e successivamente prima della chiusura natalizia con un parere approvato all’unanimità dall’assemblea.

Il documento sottolinea che il 15 giugno 2021 la Commissione ha presentato una comunicazione sui primi insegnamenti della pandemia di Covid-19, in cui si stabilisce la necessità che l’Ue disponga di strumenti speciali per reagire con più prontezza durante una crisi sanitaria. Nel novembre 2020 la Commissione ha avanzato proposte per costruire un’Unione europea della salute più forte, e sta ora istituendo all’interno dei suoi servizi una nuova Autorità dell’Ue per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera).

Le misure stabilite nel presente regolamento si riferiscono alla modalità di risposta alle crisi. Esse integreranno lo sviluppo dell’Hera quale nuovo motore dell’azione dell’Unione per far fronte alle minacce a carattere transfrontaliero. Le strutture dell’Ue, gli Stati membri e il settore industriale che si occupa di contromisure mediche non erano sufficientemente preparati a garantire uno sviluppo, una produzione e un’acquisizione efficienti, né una distribuzione equa di contromisure mediche fondamentali in risposta alla pandemia.

Dalla pandemia è inoltre emersa non solo la presenza di troppe attività di ricerca frammentate in tutta l’Ue, ma anche la vulnerabilità nelle relative catene di approvvigionamento mondiali. In ultima analisi, tali limitazioni hanno comportato ritardi e inefficienze nella risposta, che hanno causato la perdita di vite umane e danneggiato l’economia.

In particolare, sono stati individuati i problemi seguenti relativi alle contromisure mediche di rilevanza per le crisi:

▪ carenze e frammentazione nella raccolta e analisi di informazioni;

▪ strumenti di intervento non ottimali e assenza di ecosistemi pubblico-privati pienamente funzionali;

▪ ostacoli alla produzione rapida di contromisure mediche di rilevanza per le crisi, legati anche a capacità produttive insufficienti, in particolare all’inizio della pandemia di Covid-19;

▪ sforzi frammentati e dispersivi a livello nazionale e dell’Unione.

Per porre rimedio a tali lacune serve una preparazione migliore, ma sono necessari anche poteri, strumenti e azioni specifici per le situazioni di emergenza transfrontaliera. L’Ue non disponeva di un mandato di emergenza specifico per il coordinamento delle sue attività in grado di garantire a tutti gli Stati membri le adeguate contromisure mediche rispetto cui ciascuno Stato membro era dotato di capacità diverse. Né a livello nazionale né a livello dell’Ue era già presente la necessaria capacità di risposta. È presumibile che questa situazione si ripeterà: con ogni probabilità nessun paese singolarmente può offrire una risposta adeguata a tutte le sfide associate alle emergenze di sanità pubblica come la Covid-19. La mancanza di coordinamento degli sforzi può inoltre causare la frammentazione di un mercato già complesso e la duplicazione dei finanziamenti pubblici.

La proposta di Regolamento costituisce uno dei pilastri principali dell’Ue della salute ed è presentata unitamente alle proposte avanzate dalla Commissione nel novembre 2020. Il Cnel accoglie con molto favore la proposta di istituire un quadro di misure da attivare in caso di un’emergenza di sanità pubblica, consentendo all’Unione di adottare le misure necessarie per garantire la disponibilità e la fornitura sufficienti e tempestive di contromisure mediche di rilevanza per le crisi. La mancanza di un coordinamento europeo nell’affrontare le crisi sanitarie in modo omogeneo e veloce ha determinato la crisi attuale. I singoli Stati hanno organizzato una rete di emergenza nazionale non confrontandosi con gli altri Paesi.

La Ue ha preso coscienza che la salute dei propri cittadini è alla base di benessere e sviluppo economico. Molto spesso si è andato ad incidere in maniera negativa nei finanziamenti sanitari. Oggi con l’istituzione di una nuova Autorità dell’Ue per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera), si è voluto istituire una struttura per la sicurezza sanitaria agile e sostenibile per migliorare la disponibilità di contromisure mediche. La pandemia ha determinato, come reazione positiva, la presa di coscienza che solo un coordinamento europeo è in grado di affrontare, risolvere ed eventualmente prevenire tali situazioni. L’Unione non disponeva di un mandato di emergenza specifico per il coordinamento delle sue attività.

Con l’istituzione di Hera sarà invece superata la frammentarietà della risposta sanitaria, innestando un circuito performante per tutti gli Stati, migliorando l’efficienza e l’efficacia della risposta sanitaria. È molto importante porre l’attenzione nella raccolta e nell’analisi dei dati. Come criticità è stata evidenziata la mancanza di materie prime, materiali di consumo, dispositivi e attrezzature idonee, si è perciò deciso l’ampliamento e la creazione di nuove capacità produttive di contromisure mediche di rilevanza per le crisi.

Il Cnel sottolinea l’importanza che il Consiglio per le crisi sanitarie sia integrato dalla Commissione e che ogni Stato membro indichi un proprio rappresentante a garanzia della velocità e unitarietà di azione in caso di emergenza. È condivisibile, inoltre, che sia garantita la partecipazione al Consiglio per le crisi sanitarie, in qualità di osservatori, di tutte le istituzioni e di tutti gli organismi dell’Unione competenti. Di assoluta importanza è che la Commissione metta a disposizione del Parlamento europeo e del Consiglio modelli e previsioni relativi al fabbisogno di materie prime e contromisure mediche di rilevanza per le crisi.

Sta, quindi, nascendo una politica sanitaria europea (e pochi se ne sono accorti).

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