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Occhio al nuovo Quad, che sta per nascere in Asia occidentale

Di Vas Shenoy

Dopo quello nell’Indo-Pacifico, gli Stati Uniti preparano un patto a quattro per il Medio Oriente con Emirati Arabi Uniti, India e Israele. I temi al centro? Iran e Cina

Il Quad originale formato da Stati Uniti, India, Australia e Giappone è al centro della politica estera della Casa Bianca per contrastare la crescente aggressione e influenza cinese nell’Indo-Pacifico. Ma si dovrà prestare attenzione a un nuovo Quad, che riunisce gli Stati Uniti e l’India con Israele e gli Emirati Arabi Uniti, un raggruppamento che nei prossimi mesi sarà fondamentale per la sicurezza del Medio Oriente.

Gli Accordi di Abramo firmati tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti al culmine della pandemia nell’agosto del 2020 sono stati una vera sorpresa per il quadro geopolitico globale. Attualmente però, senza Donald Trump alla Casa Bianca e con Benjamin Netanyahu sostituito da Naftali Bennett come primo ministro di Israele, il rapporto tra Emirati Arabi Uniti e Israele si è consolidato e si sta evolvendo rapidamente per creare un mini-raggruppamento con due alleati reciproci, gli Stati Uniti e l’India.

Sia Israele sia gli Emirati Arabi Uniti hanno legami storici con l’India. Da quando nel 1991 sono state stabilite piene relazioni diplomatiche, Israele è diventata il secondo fornitore di difesa dell’India dopo la Russia. Oggi oltre il 50% della popolazione degli Emirati Arabi Uniti proviene dal subcontinente indiano e si stima che circa il 38% provenga dall’India. Sia Israele che gli Emirati Arabi Uniti considerano gli Stati Uniti il loro primo e principale alleato e proprio per questo, un’alleanza tra i quattro Paesi sarebbe del tutto naturale, essendo non solo legati dalla storia, ma anche dal rapido cambiamento dello scenario geopolitico globale.

La questione iraniana è probabilmente il quesito più importante per il Quad dell’Asia occidentale. E non soltanto per le questioni nucleari e le ramificazioni all’estero, dall’Afghanistan al Venezuela, del regime di Teheran. Ma il conflitto sciita-sunnita dell’Iran, prima con l’Iraq e ora con gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita, è ancora più antico del suo conflitto ideologico con gli Stati Uniti e Israele. Gli Emirati Arabi Uniti e l’Iran condividono i confini marittimi nel Golfo Persico e gli Emirati Arabi Uniti sono un’antica via per il commercio iraniano in Medio Oriente, Africa e Asia. Ospita anche un numero significativo di iraniani, parte importante del tessuto economico degli Emirati Arabi Uniti. Le tensioni tra Emirati Arabi Uniti e Iran sono aumentate negli ultimi anni, anche se negli ultimi mesi gli Emirati Arabi Uniti hanno provato a ricucire le barriere diplomatiche, cercando di ritirare i propri impegni nei conflitti globali dalla Libia allo Yemen, dove hanno regolarmente contrastato le milizie iraniane. Tuttavia, la vicinanza degli Emirati Arabi Uniti agli Stati Uniti e ora a Israele, continua a creare tensioni tra i vicini marittimi che controllano il Golfo Persico.

I membri del Quad dell’Asia occidentale sembrano essere consapevoli che il tempo per un accordo di pace guidato dagli Stati Uniti con l’Iran, sul modello di Barack Obama, è ormai finito e qualsiasi nuovo accordo dovrà adesso includere Israele. Né gli Emirati Arabi Uniti né l’India vogliono trovarsi nella situazione di scegliere tra Iran, Israele e Stati Uniti, quindi entrambi gli alleati faranno del loro meglio per camminare sul filo del rasoio diplomatico e cercheranno di impedire a Teheran di spingere per un conflitto aperto. L’India spera anche di tenere Teheran fuori dall’orbita della Cina, poiché Iran e India condividono con la Russia i problemi di sicurezza sull’Afghanistan e sui talebani.

Gli Stati Uniti e l’India rimangono profondamente preoccupati per la crescente influenza della Cina nei Paesi alleati. Gli Emirati Arabi Uniti, che avevano un fiorente rapporto con la Cina, stanno adesso prendendo tempo. È stato accantonato anche il progetto per una base militare strategica chiave, sviluppata dalla Cina ad Abu Dhabi. Israele, che in passato si è servito della Cina per sviluppare infrastrutture e che ha un solido rapporto tecnologico con Pechino, è ora più cauto sugli investimenti cinesi, pur cercando di non entrare direttamente in conflitto con Pechino. La crescente influenza e alleanza della Cina con Iran e Pakistan, che hanno entrambi un forte orientamento anti-israeliano e anti-Usa, aiuta solo ad accelerare l’allontanamento di Israele dalla Cina.

Sembra quasi che questo Hanukkah abbia finalmente riacceso le luci alla fine del tunnel. Subito dopo le festività, il primo ministro israeliano Bennett ha visitato gli Emirati Arabi Uniti, consolidando il legame con il principe ereditario, Mohamed bin Zayed Al Nahyan. Mentre sta ricalibrando il ruolo degli Emirati Arabi Uniti nella geopolitica fluida, quest’ultimo si concentra anche e soprattutto sul Quad dell’Asia occidentale per garantire la centralità politica ed economica del Paese. Si prevede inoltre che il primo ministro israeliano si recherà in India all’inizio del nuovo anno per cementare un’altra relazione che è stata sviluppata dal suo predecessore con il primo ministro indiano Narendra Modi.

Bennett avrà bisogno del loro sostegno se vuole portare con successo il suo caso alla Casa Bianca di Joe Biden, che è alla ricerca di un accordo con l’Iran. Bin Zayed e Modi avranno bisogno che Bennett dichiari le loro preoccupazioni a Biden in modo che non venga disturbato pubblicamente il loro status quo con l’Iran. Il Quad dell’Asia occidentale rappresenta la sicurezza di cui Israele ha bisogno per contrastare l’aggressione iraniana. Anche i falchi di Teheran non sosterranno tutti i conflitti che trascinano l’India e gli Emirati Arabi Uniti contro l’Iran.

La rinuncia all’acquisto degli F35 da parte degli Emirati Arabi (promessi da Trump come ricompensa per gli Accordi di Abramo) è stata letta dagli analisti come una scelta presa per continuare i rapporti commerciali con la Cina. Ma Abu Dhabi potrebbe avere anche altre motivazioni. L’annuncio è stato rilasciato negli stessi giorni della prima visita di Bennett ad Abu Dhabi. Rinunciare agli F35 è una chiara dichiarazione, nei giorni della visita di Bennett, del fatto che bin Zayed non ha alcun problema se Israele mantiene la sua supremazia aerea nel Medio Oriente, ed è disposto a rinunciare a una parte importante della sua ricompensa per la pace con Israele, valorizzando il loro rapporto.

L’amministrazione Biden aveva deciso di esaminare tutti le vendite di armi impegnate da Trump. Anche rinunciando agli F35, se Abu Dhabi continua a mantenere i rapporti commerciali e floridi con la Cina, rischierebbe comunque di perdere il suo status di partner preferito degli Stati Uniti. Per questo, la mossa si può leggere anche come un avvertimento per Biden di non piegarsi all’Iran e di mantenere le promesse fatte agli alleati.

A differenza del Quad navale, il Quad dell’Asia occidentale è centrale per la sicurezza e l’intelligence globale grazie alla sua influenza e al suo interesse che si estende dall’Africa all’Asia. Le posizioni e i ruoli che avranno la Nato e l’Europa in questo grande enigma, sono ancora da vedere.



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